martedì 30 giugno 2009

A quei poeti che.............

A quei poeti che hanno aspettato il fluire del tempo prima di scoprire di esserlo; a quei poeti che hanno riempito cestini di fogli accartocciati; a quei poeti che hanno poesie segregate nei cassetti; a quei poeti che hanno passato notti insonni ma non hanno bloccato il pensiero su un foglio di carta; a quei poeti che hanno scoperto di esserlo ma che non lo espongono al mondo.

Una dedica.
Uno stralcio dal racconto di Marcello Fois "Le bianche scogliere di Rugen", in Picta

"E' un quadro. Romantico. Due uomini e una donna guardano il mare. Un mare di smeraldo in una Danimarca sognata. Sono sulla cima di una gola in una
Sassonia fosforescente di bianco. Ci sono montagne aguzze come i denti di un barracuda o i paesaggi di Dolomieu. C'è un albero contorto che prosegue oltre il quadro, sfonda la cornice. Vegetazione da Corsica romantica. C'è l'Orrido e il Sublime.
Due uomini. Il primo, il più giovane, guarda verso il nulla.
Ci sono due punti bianchissimi davanti a lui. Due spennellate nell'azzurro d'Indonesia immaginata, o sono pensieri?
Ha strappato una lettera e gli ultimi frammenti del fogli
o volano davanti a lui.
Ha scritto un sonetto! E l'ha distrutto.
Due uomini. Il secondo, quello vecchio, si è chinato pericolosamente. Tutto il busto è nel vuoto. Vuol recuperare quei frammenti.
E una donna. Una donna glieli indica.

E' un ritorno. Lui ricorda se stesso e quel ricordo".



lunedì 29 giugno 2009

Poesia Vento Sardo di Tore

Vento sardo
di Tore


Soffia pure
io sto quì in silenzio
ti ascolto e ti ricordo
ti porto con me
lontano
sono quì poi non so
forse dove andrò non ci sarai
soffia pure amico vento
mi macherai
con i tuoi profumi
i tuoi giochi
insieme ai colori
al tramonto
porterò pure un po' di terra
con me
e se mi verrai a trovare
la faremo volare insieme
amico vento.


Per chi come me - stando lontano dalla Sardegna - sente la mancanza di questa presenza quasi giornaliera.

sabato 27 giugno 2009

Ho sottoscritto questa petizione per l'Iran

Cari amici,

Milioni di dimostranti iraniani in favore della democrazia stanno affrontando una violenta repressione. I leader del regime sono divisi, anche la minima spinta incide -- abbiamo bisogno urgentemente che i governi del mondo condannino la repressione e neghino il riconoscimento al nuovo regime. Firma la petizione e inoltra questa email -- Arriviamo questa settimana a un milione di voci contro la repressione:

firmalapetizione!
Oggi, i cuori e le speranze della gente in tutto il mondo sono con i dimostranti che corrono rischi terribili per le strade dell’Iran. Non importa chi abbia vinto le elezioni, la domanda adesso riguarda i diritti umani fondamentali.

I leader iraniani sono divisi, per cui anche la minima pressione incide. Con proteste nuove e massiccie imminenti, gli attivisti iraniani fanno appello urgente a una risposta internazionale unita contro la repressione violenta.

Firma la petizione in basso facendo appello a TUTTI i governi per condannare le repressioni e negare il riconoscimento di qualsiasi governo iraniano fino a quando le incertezze elettorali siano risolte pacificamente. Poi inoltra questa email ad amici e familiari -- costruiamo una protesta compatta e globale da 1 milione di voci contro la repressione:

http://www.avaaz.org/it/iran_stop_the_crackdown

Noi consegneremo la petizione direttamente ai leader dei maggiori partner commerciali dell’Iran, all’Organizzazione della Conferenza Islamica, all’ONU e ad altri gruppi internazionali rispettati in Iran. Una risposta internazionale unita smentirà la scusa del regime che soltanto gli Usa e la Gran Bretagna sono dietro le critiche mondiali.

Il potere della gente sta ripulendo la politica mondiale. Ma quando i leader rispondono violentemente alle proteste non-violente, dalla Birmania allo Zimbawe fino all’Iran, la solidarietà mondiale è fondamentale per mostrare ai governi che la repressione indebolisce la loro autorità, anziché rafforzarla.

Avaaz significa "voce" in Farsi, la lingua iraniana. Mostriamo al popolo dell’Iran che, per chiunque abbiano votato, sosteniamo il loro diritto a far sentire le proprie voci. Clicca in basso per firmare la petizione, e fai girare la voce inoltrando questa email:

http://www.avaaz.org/it/iran_stop_the_crackdown

Con speranza e determinazione,

Ricken, Ben, Milena, Paul, Raluca, Brett, Iain, Pascal, Raj, Graziela, Taren, Paula, Margaret, Veronique e l’intero team Avaaz.

PS – Per maggiori informazioni sulle elezioni e le proteste in Iran vedi qui:

http://www.corriere.it/esteri/09_giugno_24/teheran_video_viviana_mazza_c9fb4854-608f-11de-9ec2-00144f02aabc.shtml

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=63544&sez=HOME_NELMONDO

http://www.corriere.it/esteri/09_giugno_26/messaggio_cohelo_iraniani_montefiori_d890cdb4-6218-11de-8ba1-00144f02aabc.shtml

venerdì 19 giugno 2009

Corallo

Corallo

Mi soffermo
a guardare il bracciale
sul mio stretto polso
cercando
il rumore del mare
in esso celato,
non lo sento
inutile ricerca,
solo l'eco nella mia mente
coglie
il rosso che infuoca
la mia estate
lontana.


© Pia Deidda 2009

lunedì 15 giugno 2009

Poesia di Paolo Cara, Orizzonte

" Orizzonte "
Oh linea di confine,
punto dove si convogliano tutti i sogni.
Al di qua e al di là ...
Tu che sei la separazione tra il materiale e lo spirituale.
Ti guardo ammirato e sognante,
qui al di là di ciò che nascondi,
di ciò che sono pensieri e sogni.
Perfezione geometrica,
retta di separazione tra cielo e terra,
tra cielo e mare.
Dividi realtà e desiderio.
Illusione ottica, illusione riflessa nella mente,
illusione che come un velo maschera la verità.
Immenso, plasmato e perfettamente coeso con l'assoluto,
parte integrante e non divisa, essere uno col tutto,
essere parte vivente dell'Universo.
In questa verità non sei la fine e non sei l'inizio,
sei perfetta integrazione tra cielo e terra,
tra ciò che è materiale e ciò che è spirituale.
Desiderio e realtà sono un unica forma.
Tu sei in me come io sono in te!
Ah tutte le volte che ti ho guardato,
affidandoti il mio destino
e tu, con fare sornione diventi complice
in questa illusione.
Senza di te, senza questa magica visione,
che sarebbero i sogni e le speranze?
Tu che dietro questa linea celi il mistero
e il desiderio dell'intera conoscenza.
In te rifletti la mia esistenza e
il sogno di una illusione.
Nulla è ciò che appare e tu
ne sei il magico testimone.
- Paolo Cara -

Impressioni dopo la lettura del romanzo di Mario Mereu "Prima della pioggia di settembre"

“L'uomo moderno non ha più bisogno della lingua primordiale. Ormai governa la natura con la tecnologia, la scienza. E' un altro percorso, ma conduce alla stessa meta: il centro del labirinto, il centro del proprio essere. Ed è giusto che sia così, una naturale evoluzione”
(Mario Mereu, Prima della pioggia di settembre, Aìsara, 2008)


Ho letto volentieri questo romanzo di Mario Mereu, sarà perchè è ambientato in Sardegna o forse perchè la trama l'ho colta accattivante già dalle prime pagine.
Prosa giovane e moderna, scorrevole senza inciampi narrativi, libera di esprimersi fra lingua italiana ed espressioni gergali giovanili e dialettali.
La storia è ambientata ai giorni nostri e l'io narrante è il protagonista Nanni, giovane giornalista di un noto quotidiano isolano, che viene mandato a Donigala per incominciare una serie di articoli sullo sviluppo economico dei piccoli centri.
Nanni verrà invece coinvolto, divenendone testimone, in una pratica misterica che viene gelosamente custodita da millenni. Un segreto che tramanda una forma di comunicazione arcana e antica che si rivela, nella nostra società, ormai inattuale.
Filo conduttore della storia è la presenza continua - nei ricordi, nei pensieri, nelle mail inviate - dello zio del protagonista; figura emblematica che conserva, e al tempo stesso svela, la verità del mistero al nipote nel momento in cui proprio questo verrà sepolto, per sempre.
Verità distrutta perchè non ha più ragione d'essere al giorno d'oggi.
Lascio al lettore che vuole cimentarsi in questa lettura la scoperta di questo mistero.
Io dico solo che, quando ho finito di leggere quasi tutto d'un fiato il romanzo, ho sentito nell'aria campanelle vibrare.... e brividi di timore.
Mistero, arcano, tradizione...ma per me anche familiarità.
E' una lettura da mettere nell'elenco dei libri da leggere. Io l'aggiungerei ad Afa di Angioni. Tanto per fare una scorpacciata di nuragico mistero.

MARIO MEREU è un giovane scrittore sardo. Organizzatore ed amministratore in varie compagnie ed enti teatrali di Roma, del Lazio e della Sardegna, attualmente si occupa di grafica pubblicitaria e divide il suo tempo fra il mondo di internet, la scrittura e la lettura. È creatore di vestiti per gli avatar di Second Life. Ha pubblicato racconti brevi nelle raccolte Parole di carta (2000) e Lama e trama (2004).

venerdì 5 giugno 2009

Recensione a L'ultima jana, di Pia Deidda

Recensione a L'ultima jana, di Pia Deidda

Autore: Deidda Pia
Editore: Fabriano
Genere: narrativa
ISBN: 8895855027
ISBN-13: 9788895855028
Data pubblicazione: 2008
Prezzo: 10 €

L'opera, edita col Patrocinio dell'Ecomuseo delle acque della Barbagia - Sadali, si presenta articolata in 22 brevi e agili capitoli. Già tutto, in nuce, appare fin dalle prime pagine prospettato al lettore, che diviene immediatamente partecipe: la leggerezza silvana, soave e sbarazzina di Cicytella; la natura vivissima dei dintorni di Sadali, coi suoi colori, coi suoni delle acque fresche e cristalline delle sue cascatelle; le janas sorelle, permalose e orgogliose; il paese e i suoi abitanti; il bucolico Elias e il suo canto estemporaneo.
La storia si snoda tra le tradizioni più tipiche del mondo agropastorale isolano, così fedelmente riportate attraverso i gesti semplici e quotidiani delle quattro janas: l'arte della panificazione, la preparazione dei dolci tipici, dei piatti di carne e di pesce, dei liquori e delle essenze.
Tra le fameliche janas sorelle, Cicytella appare dolcissima nell'innamorarsi di Elias e del suono magico della sua ghironda, come nella pietà per il piccolo Giorgìnu ammalato.
Voli di libertà o di fuga, dalla punta del Gennargentu alla Marina di Orosei, corse spensierate o disperate mostrano tutta l'umanità di questa fata antica, di un personaggio che, lungi dall'essere così strano e "diverso", come poteva apparire a Pirichìtta, Pàrduledda e Pabassìna (poi punite, a causa del loro smisurato orgoglio, come in un dantesco contrappasso, nell'atto di satollarsi per l'ennesima volta) risulta, invece, quello più vero.
Vera, Cicytella, nella scelta di una via e di una vita non certo facile e nel portare sulla pelle e, forse, nell'anima, le "cicatrici verticali" del suo passato.

Katia Debora Melis
Cagliari, 05/06/2009