martedì 31 maggio 2011

E CANTAVAMO ALLA LUNA romanzo di Pia Deidda, ecco alcuni punti vendita:


E CANTAVAMO ALLA LUNA romanzo di Pia Deidda, ecco alcuni punti vendita:

CAGLIARI: Libreria Piazza Repubblica; L'Isola del libro in Piazza Repubblica; Edicolè in viale Bonaria; Libreria Succa; Libranticheria
A NUORO: Mondadori; Novecento
A LANUSEI: Edicolè; Athenaion
A CARBONIA: Il Libro; Bottega dello studente
A ORISTANO: Mondadori; Edicola Centro Commerciale, Libreria Canu
A SASSARI: Messaggerie
A TORINO: Il Banco Via Garibaldi 34; I 4 Sapori, V.San.Secondo 53\a; Cartolibreria di Corso Montegrappa angolo Via de Medici


sabato 28 maggio 2011

"Parole diluite nei giorni", poesia di Pia Deidda

Parole diluite nei giorni

Parole diluite nei giorni,

arrivano con animo sospeso,

mi bastano, a volte

vorrei, sotto il giovane pino,

fra l'alito della brezza lieve,

prendessero forma

come di dolce, vibrante

suono alle mie orecchie.


© Pia Deidda 2011

martedì 24 maggio 2011

I 30 FOTOGRAFI FINALISTI DEL CONCORSO Acque di Sardegna: di terra, di cielo,di mare

168 fotografi partecipanti, 438 foto ed ecco i fotografi prescelti per la mostra e per la finalissima con l'assegnazione dei primi tre premi.


I 30 FOTOGRAFI FINALISTI DEL CONCORSO

Acque di Sardegna: di terra, di cielo,di mare

Sadali, 1 Luglio- 30 Settembre

Premiazione 30 Luglio


    Donatella Altea, Pescatori

    Cristina Angiuli, Poetto d'inverno

    Daniele Atzori, Antico ricovero dei pescatori

    Laura Badiini, Navigar non temo

    Antonio Baruffaldi, Controluce a Chia

    Lorenzo Bellu, L'acqua energia pulita

    Doriano Boi, Mare dopo il tramonto

    Carmen Buffa, Riflesso

    Francesco Caboni, Sos Molinos

    Filippo Cocco, Attore e spettatore

    Massimiliano Desogus, Cascata di San Valentino

    Donato Dettori, Riflessi del passato

    Andrea Lobina, Incrocio ferroviario sulle saline

    Barbara Locci, Le quarci

    Giorgio Marturana, Visioni marine 1

    Matteo Melis, Pensieri raccolti

    Tomaso Melis, Frizzante

    Giuseppe Mozzo, Sadali, alla fonte de Su stampu e turnu

    Carlos Muller, Cagliari, anche io ho bisogno di bere

    Carlo Murenu, Vanishing

    Fabio Murru, Mamma mi stanno rubando il faro

    Antonella Panu, E l'armonia vince di mille secoli il silenzio

    Maria Francesca Pilleri, I colori della Sardegna

    Silvia Pitzalis, Sheeps in love

    Bruno Puddu, Momento di riflessione

    Alessandro Ravastini, Verso un bacio

    Giorgio Russo, Tempesta di luce

    Alessandro Spiga, Non cercarmi solo in cielo

    Mirko Ugo, 100% umidità

    Germano Zucca, Convogliamento idrico

domenica 22 maggio 2011

Recensione di Francesco Manca al romanzo di Pia Deidda E CANTAVAMO ALLA LUNA


Recensione di Francesco Manca al romanzo di Pia Deidda E CANTAVAMO ALLA LUNA

SE ESISTESSERO ANCORA I CANTASTORIE

di Francesco Manca

Se esistessero ancora i cantastorie, quelli che fino a qualche secolo fa, chitarra in braccio, raccontavano le gesta di questo o quel personaggio, più o meno leggendario, non si farebbero certo scappare la storia di Airam, la sacerdotessa che cantava alla Luna.

E canterebbero di come, tanti secoli fa, un popolo venuto dal mare, forte e potente, abbia cominciato la conquista della sua terra, ponendo dolosamente fine a un’epoca ma non riuscendo mai a estirpare la radice profonda di quella genìa. Racconterebbe come dal male subito sia nata comunque una speranza e di come quella storia sarebbe stata tramandata nei secoli, nei millenni, dal racconto della progenie di Airam, custode del tempo come l’Antonio Setzu di “Passavamo sulla terra leggeri”.

Il mito raccontato da Pia Deidda è questo: una lunga ballata, quasi un racconto in versi, un poema fatto di ritmo e musica anche nelle parti più descrittive e drammatiche. Ed è anche una canzone d’amore per la sua terra, per la sua cultura, le sue tradizioni, la sua storia non scritta ma spesso detta, anche se quasi sempre a voce bassa.

Terra difficile, la Sardegna. Irraggiungibile nella sua quintessenza anche per i suoi stessi abitanti. Terra unita, pur nelle sue ataviche divisioni. Unica e affascinante: “quasi un continente” la definì qualcuno che la conosceva bene. E questa terra c’è tutta nella storia-fiaba-leggenda-mito di Pia Deidda. Vista forse con l’occhio indulgente della figlia lontana, che quindi immagina un popolo unito e in pace al cospetto dell’arrogante invasore romano, quando c’è chi pensa che invece i sardi già allora così uniti non fossero. Ma chi può dire chi ha ragione?

“E cantavamo alla Luna” è una storia al femminile. Non poteva essere altrimenti. La Luna era una divinità femminile, come l’acqua. E Airam è una sacerdotessa e anela una figlia cui tramandare i propri poteri. Airam è l’incarnazione della Grande Madre, la terra, nel cui grembo il seme dà nuova vita. Airam, donna, simbolo di un culto di vita e di pace, si oppone a Quinto Cornelio, uomo, condottiero delle truppe romane che stanno conquistando la Sardegna centrale, costringendo le genti che la abitano a spingersi sempre più in alto, sulla grande montagna d’argento. Quinto Cornelio è il rappresentante della civiltà imperialista, che vuole conquistare il mondo e imporre i propri dei. Ma il condottiero è anche un giovane uomo colto e raffinato, sensibile al fascino della terra che deve conquistare e dalla sacerdotessa che lo irretisce con il fascino dei suoi simboli. È lui la personalità più problematica del libro: vorrebbe fermarsi e tornare dalla sua giovane moglie a Roma, ma è un soldato e deve portare a termine il suo compito. E sarà un compito crudele.

Ma la violenza delle truppe romane non piegherà il popolo di Airam, così come non riuscì mai a piegare del tutto le “civitates barbariae” della storiografia dei vincitori. Un nucleo originario, così si racconta, rimase libero. Di quella conquista, cominciata nel 238 e terminata (ufficialmente) nel 111 a.C. ci rimangono preziose vestigia e soprattutto il nucleo principale della lingua che poi conobbe un altro determinante influsso dalla dominazione spagnola. Anche i Quattro Mori, il simbolo della Sardegna, sono di origine spagnola, tanto che c’è chi non li riconosce e preferisce adottare come emblema dell’Isola l’albero sradicato degli Arborea. Ma, sembra dirci Pia con la sua parabola, i sardi di oggi sono la somma dei sardi di ieri; e così come per Airam ciò che è nato dal male può diventare prezioso bene, così i sardi di oggi possono trarre frutto dal proprio passato, anche da quello più doloroso, e costruire un futuro migliore. Ciò che non possono e non devono mai fare è dimenticare chi erano e chi sono: “Questo sarà il nostro compito…tramandare”.

Infine, “E cantavamo alla Luna” è anche un atto d’amore di Pia per Lanusei, suo paese natale, che si affaccia sullo splendido golfo dell’Ogliastra e sui cui monti si possono ancora oggi visitare i resti del villaggio di Genna ‘e Cili, dove sorgeva il nuraghe: il Tempio di Airam.


Ringrazio infinitamente Francesco Manca sopratutto per avermi paragonato ad un cantastorie! Quando, a proposito dell'altro mio romanzo L'ultima jana, mi hanno chiesto in quale personaggio mi identificassi di più ho sempre risposto: Elias!!!
Elias il cantastorie.
Elias colui che canta storie di miti lontani, sardo aedo, per deliziare ma anche per non far dimenticare la propria storia di popolo. Colui che conserva. Ma crea anche mito.


sabato 21 maggio 2011

Italiani un nuovo viaggio ci attende


Italiani un nuovo viaggio ci attende

Vedo però questo viaggio un po' faticoso nei preparativi e nelle aspettative. Partiremo un po' confusi, con la valigia straripante di troppe cose che con difficoltà riusciamo ad eliminare; appesantiti da tanti anni di urla, grida, proclami, gaffes; storditi da martellamenti mediatici; poveri, perché le tasche sono ormai vuote e il viaggio sarà a piccole tappe.

Forse, legarsi ad un albero maestro e partire senza sentire canti di sirene.

O solo, forse, come bambini che tutto devono ancora incominciare e con stupore e fantasia intraprendono il cammino.

E forza e coraggio e ostinazione e creatività.

Stupore e fantasia.

martedì 17 maggio 2011

E CANTAVAMO ALLA LUNA

E CANTAVAMO ALLA LUNA

18

Il potere di Airam

  • Vedi quegli scogli rossi in mezzo al mare? Sembrano piccoli e solitari. Ma se tu vai lassù e li guardi dal monte sembrano un unico grande scoglio. Quasi un isolotto. Vedi, noi sardi ti sembriamo così, dispersi in questo ampio territorio, senza una coesione politica. Non abbiamo né un re, né un governo centrale di uomini.

  • No donna, io so della vostra forza.

  • Non parlo di forza, romano. Parlo di unità. Non abbiamo un esercito, non abbiamo strategie militari. Io parlo di unità di popolo. Parlo di una sua unica identità. Capisci romano?

  • Quello che tu dici, o donna, l'ho capito appena ho messo piede in questa tua terra. In parte mi avevano messo al corrente già a Roma. Questa isola, con i suoi vasti e vuoti territori pare abitata da un popolo disperso che sembra nascondersi fra le alture, nei boschi e dentro una miriade di cavità sotterranee. Ma, io so che questa è solo l'ombra di un grande popolo. Non possono sfuggirmi le vestigia disseminate nel suo territorio. Esse mi parlano di un grande passato. E, di questo passato, avete conservato la coesione. Quella che tu chiami identità di un popolo. Gli idiomi che voi parlate si fondano in uno solo e le poche divinità che adorate fanno di voi un unico popolo. Questo non ne fa la vostra debolezza, ma una sottile e, per noi romani, infida forza.

  • Hai visto giusto romano.

  • Non chiamarmi romano.

  • E tu, Quinto Cornelio, non chiamarmi donna. Io sono Airam. Airam la sacerdotessa.

Airam, ultima sacerdotessa di un antico culto lunare nuragico officiato in Ogliastra, vive il dolore di non aver ancora avuto una figlia femmina alla quale tramandare i suoi poteri divinatori e oracolari. La consapevolezza della fine del suo mondo diventa più concreta all'arrivo dei romani che si impongono come conquistatori e dominatori.

Ispirandosi ai resti nuragici presenti nel bosco Selene di Lanusei in località Genna 'e Cili (Porta del Cielo) l'autrice costruisce, con una narrazione intensa e poetica, un frammento dell'antica storia sarda avvolgendola in un'aura mitica.

Pia Deidda

E cantavamo alla luna

Zènìa editore

12,50 euro

COSA DICONO I LETTORI DI "E CANTAVAMO ALLA LUNA"

Federico Deidda: ho letto «E cantavamo alla luna» e l'ho trovato molto bello. E' scritto benissimo. L'idea di affidare a una donna le sorti del popolo è azzeccatissima. Alcune pagine sono bellissime, mi riferisco soprattutto al dialogo di Airam con Quinto Cornelio e dove descrivi l'incalzare della violenza subita dalle donne a opera dei romani. L'idea di romanzare la nostra storia è talmente indovinata e la tua prosa è talmente efficace che mi sono trovato alla fine, e non ci potevo credere, che non ci fossero altri fogli. Sarebbe perfetto se tu mi confermassi che questo è solo il primo capitolo, e che ne seguiranno almeno altri 11! (...) C'è fame di storie nuove, di saghe mai lette e quella del nostro popolo la devi scrivere tu, si sente che l'ami profondamente.

lunedì 16 maggio 2011

Poesia di Pia Deidda, Attesa

ATTESA

Ho lasciato che scendessero lacrime di tempo,

lente le ho viste infrangersi

in questo vitreo mare di cobalto,

onde immobili, rarefatte nell'attesa.

Chi crede nella forza dell'incontro,

stemperato in parole sublimate,

sa aspettare, avvolto di malinconico silenzio.

© Pia Deidda 2011





Opera di Graziano Carotti, Donna che aspetta la luna

sabato 14 maggio 2011

Michela Murgia e Marcello Fois al Salone del Libro di Torino


Michela Murgia e Marcello Fois al Salone del Libro di Torino

Oggi 14 Maggio 2011 alle 12,30 (inoltrate perchè lo scrittore precedente ha sforato) nello spazio “Lingua Madre” del Salone del Libro di Torino era presente il duo, ormai consolidato, Michela Murgia e Marcello Fois per parlare di Sardegna. Il titolo dell'incontro era infatti: “Le molte Italie. La Sardegna”.

E di Sardegna, e non della letteratura dei due scrittori, si è parlato. Michela e Marcello hanno discusso in un dialogo sciolto e amichevole che si è indirizzato, sin dalle prime battute, verso i temi più impellenti socio-politici della terra sarda.

Certo si sarebbe potuto parlare di letteratura sarda, della funzione culturale degli scrittori sardi nel contesto nazionale e mondiale, del perchè e del come fare memoria della nostra storia (tema del salone di quest'anno era “Memoria. Il seme del futuro”) attraverso l'opera narrativa e poetica (veramente Michela aveva incominciato ad accennare qualcosa...); ma la questione sarda urge, grida forte una sua definizione, urla la necessità di risolvere in tempi brevi tante problematiche sociali ed economiche; la crisi colpisce più forte una regione come la Sardegna che, come ho detto nella presentazione del mio romanzo “E cantavamo alla luna” al bosco Seleni, si è venduta da sempre le mutande ad altri. E allora, che si parli pure, in uno spazio culturale come questo torinese, alla presenza di tanti sardi lontani ma pur vicini, di politica. Si parli pure di indipendenza e delle sue ormai variegate sfumature, si discuta pure di senso dell'unità sarda in un popolo che la vive da sempre con mille contraddizioni (la posizione degli stessi scrittori lo ha dimostrato), si disserti su come uscire fuori dalla crisi e di come affrontare i problemi. Purchè i sardi incomincino a parlare della Sardegna consapevoli che tanto si può fare e tanto si può costruire senza dipendere da chi ci ha venduto finora fumo e ci ha sfruttato.

Molti sono stati gli interventi in uno spazio temporale pur breve dove non c'è stata la possibilità di continuare un confronto che stava prendendo una linea dai toni interessanti. Aspettiamo Michela e Marcello in un altro incontro. Ci contiamo.


E sull'evento si veda anche:

http://caffeletterario-bologna.blogautore.repubblica.it/2011/05/14/torino-2011-fois-tradisce-bologna-per-la-sardegna/

domenica 8 maggio 2011

CONCORSO FOTOGRAFICO "ACQUE DI SARDEGNA, DI TERRA, DI CIELO, DI MARE"


CONCORSO FOTOGRAFICO "ACQUE DI SARDEGNA, DI TERRA, DI CIELO, DI MARE"

COMUNICATO per i fotografi che hanno partecipato al concorso inviando le foto: la commissione sta ancora vagliando le 30 foto finaliste. I trenta finalisti verranno avvisati via e-mail appena la commissione sarà arrivata ad una scelta unanime come stabilito da regolamento.

venerdì 6 maggio 2011

E CANTAVAMO ALLA LUNA di Pia Deidda a Lanusei


E CANTAVAMO ALLA LUNA
al Bosco Seleni di Lanusei
29 Aprile 2011

E' stato commovente ed emozionante presentare il romanzo proprio nel luogo in cui si svolge la storia. E' stato bello rincontrare anche vecchi e affezionati amici. Il Bosco Seleni, la mia terra.

Ringrazio la cooperativa LA NUOVA LUNA e gli Studenti medi di Lanusei per aver organizzato l'incontro.
Ringrazio Francesco Manca per la brillante presentazione.






E CANTAVAMO ALLA LUNA di Pia Deidda a Sadali il 25 Aprile 2011

Nel locale del Ristorante Is Janas a Sadali il 25 Aprile 2011 alle ora 18 Eliano Cau ha presentato il mio romanzo "E cantavamo alla luna". Ha allietato l'evento il gruppo musicale Spruadentes con la cantante chitarrista Lidia Lai e il chitarrista Roberto Palmas.
Un piccolo ma interessato pubblicato ha seguito l'evento in un pomeriggio freddo, ventoso e piovoso di una strana primavera sarda.

Dice Eliano Cau:

ERA FORTE IL VENTO
ieri sullo splendido altopiano di Sadali, a infamare una Pasquetta che avremmo voluto fulgente di sole, quasi l'inverno si fosse pentito e fosse tornato sui suoi passi. Ma non sono valsi i bronci del cielo e le rabbie di Eolo a impedirci di parlare di Airam, la magnifica sacerdotessa dei Sardi, la custode dei segreti del tempo, l'eroina del bel romanzo di Pia Deidda: "E cantavamo alla luna".

Ringrazio Marcello Pilia dell'Eco Museo delle Acque della Barbagia di Sadali per aver organizzato l'evento e la responsabile del museo Barbara Laconi.
Ringrazio Eliano Cau per il bellissimo intervento dove ha valorizzato la mia fatica letteraria.
Ringrazio il mio editore Mario Murru della Zènìa Editrice di Nuoro per essere stato presente all'evento.

martedì 3 maggio 2011

Eliano Cau a Sadali il 30 Aprile 2011

Eliano Cau a Sadali il 30 Aprile 2011


L'Eco Museo delle Acque della Barbagia di Sadali ha invitato il 30 Aprile alle ore 18 lo scrittore Eliano Cau per parlare del suo romanzo"Per le mute vie".


"Per le mute vie" è arrivato a Sadali accolto da un pubblico che è rimasto entusiasta di questa storia tutta sarda ma che diventa universale perchè rivestita da una forma di alta narrativa.
https://www.facebook.com/pages/E-cantavamo-alla-luna-romanzo-di-Pia-Deidda/211593168864482#!/video/video.php?v=1770286455338&oid=83238573549&comments