domenica 19 gennaio 2014

Ricordando la Sardegna "Nosu Impari" e Gianluigi Quintomoro Cotza a Torino per raccogliere fondi per la Scuola Materna ed Elementare "Santa Maria di Olbia" rimasta danneggiata durante l'alluvione del novembre scorso.

 
Non prendete impegni per il 25 gennaio: alle ore 20 saremo al 
Teatro Isabella di Torino 
con un nostro spettacolo
"Ricordando la Sardegna".


Raccoglieremo fondi per la Scuola Materna ed Elementare
 "Santa Maria di Olbia"
rimasta danneggiata durante l'alluvione del novembre scorso.

 Non mancate: il Gruppo Nosu Impari vi aspetta numerosi!!!

lunedì 13 gennaio 2014

La simbologia dell'asfodelo e della spiga di grano ne "L'ultima jana"


La simbologia dell'asfodelo e della spiga di grano
 nella fiaba "L'ultima jana"




Amo la fiaba, amo la favola. Sono generi letterari che permettono di "giocare" con le figure retoriche come allegorie e metafore.

Ne "L'ultima jana" ne ho disseminate tante. Sapete chi sono stati i più attenti a coglierne alcune? I ragazzi delle scuole medie dove sono state lette.

Ve ne svelo adesso una.

"Elias la prese per mano e si avviò verso una parte della stanza, alzò il braccio e tirò una cordicella. Una parte del soffitto si abbassò e divenne una comoda rampa per salire al piano superiore.
Cicytella si fece condurre di sopra dove c’era una camera da letto grande metà della cucina, s’intravedeva un’altra stanza oltre una porta. L’ambiente era molto accogliente e illuminato da un lume ad olio. Nella stanza c’erano un grande materasso di crine, poggiato sopra un alto ripiano di legno, e ricoperto da sa manta di lana bianca tessuta a nodini, due grandi cassapanche decorate dove riporre i vestiti, un lavamani poggiato su un treppiede, un piccolo tavolo sotto la fi nestra con due alti asfodeli fi oriti e spighe di grano, raccolte l’estate prima, dentro una màriga di ceramica decorata con un pavone azzurro su campo bianco.
Ad una parete era appeso, a mo’ di arazzo, un telo dipinto: rappresentava
la storia di un valoroso sardo, che aveva combattuto contro un popolo antico che veniva dal mare, e della sua amata".

L'avete trovata?

L'uso che faccio dell'asfodelo e della spiga di grano sono simbolici: Cicytella ha scelto di diventare umana e amare un umano. Cosa le ha riservato questa scelta? La mortalità. L'asfodelo è l'unica pianta che vive nel regno dei morti ( si veda letteratura greca). Però ci sono le spighe di grano, simbolo dell'eucarestia: l'immortalità.
Peraltro, la spiga di grano e il pane hanno accompagnato la storia fin dall'inizio.
Quale dono più bello potevo fare alla mia jana? Farle trovare un vaso con dentro asfodeli e spighe di grano.




venerdì 3 gennaio 2014

Storie e poesie di Pia Deidda


Il mio scrivere



Romanzo “Rubia”
PIA DEIDDA, Rubia, Fabriano Edizioni, 2007, (8 euro) - Genere: storico
Il ricavato è interamente devoluto all'Associazione Amici di Hierapolis, per le attività di ricerca sostenute negli scavi archeologici della città. 
Rubia è un racconto lungo ambientato a Hierapolis di Frigia (attuale Pammukale) nella seconda metà del 1° sec. d.C.. Hierapolis in questo periodo è in fase di ricostruzione dopo che un fortissimo terremoto l'ha quasi completamente distrutta nel 60 d.C. In questa città, dove si lavora alacremente, si intesse la storia d'amore fra i due protagonisti Flavio Zeusi, ricco imprenditore, e la schiava Maximilla. Questa storia d'amore diviene pretesto narrativo per parlare della città antica, descrivere alcuni dei suoi monumenti principali, gli usi e i costumi del tempo, conoscere una delle attività produttive più redditizie: la tintura vegetale (rubia tinctorum) della lana nel colore rosso che faceva concorrenza alle pregiate lane rosse fatte sulle coste del Libano, antica Fenicia, con le costose murici. 

Romanzo “L'ultima jana”
PIA DEIDDA, L'ultima jana, Fabriano Edizioni, 2008, (10 euro) - Genere: fiaba
Cicytella è diversa dalle sue sorelle fate-streghe e ci accompagna in una storia fantastica e passionale, che si snoda fra fornelli, piatti prelibati e succulenti della cucina sarda, prodotti dell'artigianato, feste e ricorrenze, indimenticabili paesaggi, in una lontana Sardegna medievale e pur ancora a noi vicina nelle sue tradizioni e nella sua bellezza. L'autrice, ispirandosi ad una leggenda che si racconta nelle grotte Is Janas a Sadali, ha creato una favola piena di sentimento, a volte umoristica, a volte ironica, sicuramente intrisa di amore e di nostalgia per una terra antica piena di fascino come la Sardegna. 

Romanzo “E cantavamo alla luna”
PIA DEIDDA, E cantavamo alla luna, Zènìa, 2011, (12,50 euro) - Genere: storico-epico
Airam, ultima sacerdotessa di un antico culto lunare nuragico officiato in Ogliastra, vive il dolore di non aver ancora avuto una figlia femmina alla quale tramandare i suoi poteri divinatori e oracolari. La consapevolezza della fine del suo mondo diventa più concreta all'arrivo dei romani che si impongono come conquistatori e dominatori. 

Interviste:




Una raccolta di poesie:



Il demonio ci ha fatto assaporare il piacere del (falso) benessere, ha goduto vedere la nostra brama. Adesso, dopo decenni, satolli, ci toglie i doni che ci aveva fatto assaporare. Perché il demonio non voleva vedere la nostra felicità ma la nostra sconfitta. Quale gioia più grande è per il demonio vedere l'uomo soccombere togliendosi la cosa più preziosa che ha: la Vita?

La sconfitta dell'uomo è quando perde la Speranza.
La vittoria del demonio è questa perdita.