sabato 14 settembre 2024

Esiste uno stile artistico migliore di un altro? No. Perchè?

     Una ex allieva (che mi confessa aver preferito disegnare durante la mia lezione piuttosto che ascoltarmi e studiare) mi tagga su Facebook in un suo post per farmi una domanda che ormai è divenuto una goccia cinese negli anni di insegnamento di Storia dell'Arte.

Scrive: 

"Allora, i Greci dipingevano così nel IV sec. a.C. Poi è successo qualcosa, guerre, carestie, tsunami, diluvi universali che ci hanno portato ad una decrescita infelice, visto che fino a tutto il Medioevo, mediamente si dipingeva come bambini di 4/5 anni. Abbiamo dovuto aspettare il Rinascimento per ricominciare a disegnare così. Che è successo in mezzo?".

E mette la foto di questa anfora (penso visitasse il Museo archeologico di Lipari):



La mia risposta.

La storia dell'arte è una altalena fra realismo, idealizzazione ed astrattismo. Ognuna di queste forme artistiche ha un suo perché e deve essere contestualizzato.

Il realismo è concretezza, materialismo, pragmatismo, consapevolezza delle brutture e della difficoltà del vivere; l'idealizzazione è sempre un falso specchio in cui si identifica l'uomo che cerca un modello di perfezione, ordine, equilibrio nel caos della vita; l'astrazione e la sintesi avvicinano di più all'Oltre, alla Spiritualità, o alle radici matematiche del mondo.

E poi c'è il concettuale che può includere anche i tre precedenti linguaggi o progettare (spesso l'atto creativo è già la progettazione di questo ed è già opera d'arte) percorsi diversi ma che fanno riflettere utilizzando anche tecniche non prettamente pittoriche o scultoree, come installazioni, performance, video, assemblaggi, corpo, ecc.

giovedì 11 luglio 2024

Se insegnassi all'Accademia o all'Università, in un corso di Storia dell'Arte contemporanea, incomincerei la lezione leggendo questo piccolo racconto giallo. La Storia è ambientata a Gibellina nuova e vecchia, si parla di patrimonio culturale, di progettazione e gestione urbanistica, del suo Museo d'arte contemporanea, di Burri, Consagra, Accardi, Schifano, Afro, Pomodoro, Boetti e tanti altri. E, soprattutto, di Sicilia.

Un simpatico incontro fortuito trovato nel Book Crossing di "Pais libri liberi" in Lungo Po di Corso Casale. 





lunedì 1 aprile 2024

"In bilico" poesia di Pia Deidda

 

IN BILICO


Antipatiche aiuole condominiali

caotiche senza contegno

disarmoniche senza criterio

in libero assetto.

Mi assomigliate.

Scevre da ricercata

minimalista perfezione

vivete incongruente

disomogenea bellezza.



© Pia Deidda 2024




domenica 21 gennaio 2024

"Rimetto le ali" poesia di Pia Deidda

 


Opera della serie "Ali", anni '90, di Wanda Nazzari


RIMETTO LE ALI


Rimetto le ali, il tempo è arrivato,

le cucio attentamente con fili argentati.

Non più volo radente, né passo pesante

camminata lenta, spalle ingobbite

ma un vorticare impennante

frullo potente, risano la mente.

Rimetto le ali, supero ostacoli

oltre barriere con fili di ferro annodati.


© Pia Deidda 2024

sabato 18 novembre 2023

COME UN IKEBANA


E poi ti fermi

silenziosa

come un ikebana

aneli al cielo

e guardi alla terra.


© Pia Deidda 2023 




mercoledì 21 giugno 2023

Otto Dix, la I Guerra Mondiale e la narrativa sul tema

 Quando in Storia dell'arte parlo degli artisti e la I Guerra Mondiale mi soffermo su Otto Dix. Sono d'obbligo i riferimenti di contestualizzazione storica; ma, per capire il dramma umano vissuto da Dix, che partì volontario " desideroso di fare esperienza della guerra" e tornò con un trauma psicologico che lo accompagnerà per tutta la vita, penso che la letteratura ci abbia lasciato momenti di immersione in quella tragica esperienza. 


Oggi, ai tanti romanzi consigliabili ( Un anno sull'altopiano di Lussu; Niente di nuovo sul fronte occidentale di Remarque; Addio alle armi di Hemingway, ecc. - romanzi scritti da chi ha vissuto di persona la guerra) ne aggiungo un altro "Come vento cucito alla terra" di Ilaria Tuti. L'autrice fonde insieme l'esperienza delle prime donne chirurghe inglesi e la cruda realtà dei sopravvissuti feriti e mutilati.

Solo se ci immedesimiamo nei soldati che vissero la guerra di trincea possiamo capire il "brutto" che emerge dalle opere di Dix.

giovedì 30 marzo 2023

Poesia di Pia Deidda "Mandami un involucro





Mandami un involucro


Raccogliemmmo con furia pensieri

indumenti sparsi [già dormivamo]

scarpe spaiate nella fretta.

La via di fuga divenne anelito

corsa, ricerca di salvezza.

Boato assordante che sovrasta la quiete

luce tellurica che squarcia la notte

la porta bloccata [che angoscia].

Sentimmo urla fra le macerie

richieste di aiuto, forti pianti

frastuono di escavatori.

Attoniti aspettammo soccorsi.


Mandami una coperta,

alimenti non deperibili,

acqua, tanta acqua

un pacco di assorbenti,

i pannolini per il bambino.

Mandami un po' di coraggio,

per affrontare la vita.

Mandami un involucro

che io possa celarmi, nella quiete

aspettare che tutto finisca.

Mandami un involucro

che io possa proteggermi.



© Pia Deidda 2023





  Dipinto di Sophie Anderson, Dopo il terremoto, 1884