sabato 23 febbraio 2013

Ho letto “Il vangelo di donna bisodia. Centotre "contos a misciamureddu" di Giammario Demartis. di Pia Deidda









LOGOSARDIGNA n.51-11/2012

L'articolo su Logosardigna Logo in Limba Sarda Comuna; ecco l'articolo tradotto in italiano.

Ho letto “Il vangelo di donna bisodia. Centotre "contos a misciamureddu" di Giammario Demartis.

di Pia Deidda 


La storia raccontata da Giammario Demartis è suddivisa in centotré piccoli racconti dove la protagonista indiscussa è donna Bisodia; madre sì dell'apostolo prescelto Pietro ma donna sarda a tutti gli effetti. Nel risvolto di copertina l'autore ci ricorda che a citare donna Bisodia fu Antonio Gramsci in una delle lettere a Teresina. E Giammario Demartis scrive la storia su questo personaggio facendo proprio il consiglio dell'illustre politico sardo “ … si potrebbe scrivere una novella su questa donna Bisodia immaginaria che era portata a modello...”. Donna Bisodia è quindi personaggio già conosciuto nella tradizione narrativa orale sarda e l'autore la fa rivivere cucendo un insieme di sagaci e vivaci episodi che lo vedono protagonista. Episodi scritti in italiano ma con tante frasi ad effetto in sardo logudorese che ci proiettano, con una forma di ironico umorismo, che ben i sardi sanno cogliere e comprendere, in un ormai lontano mondo arcaico. Leggere di donna Bisodia sarà per tanti tornare indietro nel tempo e ripensare alla forza di tante donne sarde conosciute che avevano un loro ben rappresentato potere in quel povero mondo rurale e pastorale. Mondo dove una donna di tale spessore può addirittura competere non solo con il proprio figlio maschio ma addirittura con il Signore che lo ha scelto come guida della sua Chiesa.

E come sempre sono riuscita a fare una intervista:
D- Ad una prima lettura potrebbe sembrare un libro facile, umoristico. Invece?
R- Non é un libro facile. Facile, forse, entrare nel suo livello “comico”, meno nelle implicazioni antropologiche, simboliche, ecc... E non é un libro allegro in fondo, ma l'espressione del nostro ridere amaro.
D- Il racconto parla quindi di noi sardi?
R- Ti diro' che le persone che hanno parlato con me, dopo aver letto il libro ( stranamente alle presentazioni buona parte avevano già letto il libro) hanno quasi sempre confessato di aver riconosciuto in Bisodia una nonna, una madre, una sorella, un'antenata o addirittura la capoufficio! E in Pietro qualche loro fratello, genitore o figlio. Due o tre episodi prendono le mosse da fatti realmente accaduti; come quello del funerale del padre di Zippirianu che é nato da un fatto visto con i propri occhi da mio babbo, che me lo raccontò. O come quello della processione con lo stendardo conteso, accaduto tre o quattro anni fa ad una mia amica, in un paese del sassarese! Un paio di lettori mi hanno “accusato” persino di aver riportato solo fatti veri.
D- Spesso descrivi però storie di una Sardegna meno conosciuta.
R- Ah! Nel libro si fa riferimento, a bell'apposta, alle più sfruttate cartoline della Sardegna. L'attittidu, il banditismo, ecc., ma si "citano" anche tradizioni meno conosciute; per esempio S'Apostoladu descrive un rituale, una sorta di sacra rappresentazione, poco conosciuta, che si fa a Nulvi per mezzagosto. I temi ispiratori sono davvero molteplici. Non ti sarà sfuggita la citazione di Ercole ed i serpenti del primo episodio.
D- Cosa emerge della tua esperienza in questo libro?
R- In tanti mi chiedono quanto c'entri il mio paese d'origine, Ittiri. Parecchio di certo. Le impressioni acquisite nell'infanzia si imprimono fortemente nel nostro animo, ma c'entrano molto le esperienze indirette, i racconti dei miei genitori; mio babbo era un narratore straordinario. Tuttavia credo che ci sia narrata tutta l'isola; é presente anche il mio lavoro di etnologo (nota le diverse citazioni al costume, l'episodio delle gonne negate...).
D- Mi sembra che la storia metta in risalto virtù e difetti del nostro popolo. E così?
R- Uno dei temi portanti é senza dubbio l'orgoglio esasperato e l'invidia; sentimenti accecanti, che fanno fare follie e che credo siano tra i peggiori difetti di noi isolani, una remora allo sviluppo dell'Isola. Comunque ho voluto raccontare un mondo di poveri; un mondo di guerre e sopraffazioni fra poveri, dove chi ha un poco di più, con l'animo pagano e materialista di Bisodia, tenta di far soccombere chi ha di meno. Poco idilliaco ma vero. A questo si contrappone Pietro, che pare privo di nerbo ma che ha buon senso, onestà, pazienza, generosità. Doti anche queste "sarde".
D- Ma tu cosa ne pensi di una donna come Bisodia?
R- Ah! A me, nonostante tutto, Bisodia é simpatica. E' una che si difende e si adatta bene al mondo in cui vive e poi sa rispondere, sempre.

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