Amo questa Torino multietnica
Arrivai 40 anni fa in una Torino smoggosa, nebbiosa e caratterialmente freddina. I pochi aneliti di brio erano racchiusi nelle compassate performance artistiche e nei tentativi di barlumi chiassosi meridionali subito smorzati da occhiatacce e nasi arricciati. Certi silenzi, soprattutto domenicali, erano carichi di ansia e aneliti al memento mori. Mi avevano malinconicamente colpito le case dagli interni marroncini nocciolini beigiolini, le finestre serrate, l'aria pesante odorosa di chiuso, le luci smorzate. Gli arredi classici e barocchetti gravavano anch'essi un 'aurea di mesta borghesia. E la sera tutto finiva alle sette quando le saracinesche chiudevano, il traffico di colpo azzittiva, gli umani si rintanavano nelle loro meste case. Non erano da meno gli abiti che riprendevano i colori degli interni delle case e il grigio del cielo.
La Torino di oggi è diversa, piano piano si apre al sorriso, al colore, al brio, alla gioia. Non più compassata è divenuta altro, fondendo insieme mestizia sabauda e vivacità multietnica.
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