Ho letto il libro di Catena Fiorello “Casca il mondo, casca la terra” e ho ritrovato la stessa scrittrice donna sensibile e attenta, ai variegati risvolti umani della nostra società, che già avevo scoperto leggendo “Picciridda”. La profonda storia narrata è accompagnata da una scrittura scorrevole e lineare, moderna ma scevra da banalizzazione del costrutto, questa volta rinnovata dal felice utilizzo frequente del sintagma che crea incisi fra parantesi (come frammenti del pensiero che andrebbero altresì persi, o divagazioni dell'io narrante esterno che partecipa così alla narrazione), (detto sottovoce o fra i denti?).
Con questa piacevole scrittura Catena Fiorello ci fa entrare nel mondo, costruito ad hoc negli anni, in una esteriorità falsa e borghese, della protagonista Vittoria e dei suoi drammi interiori di donna: il tradimento, la perdita, il crollo e poi la risalita. Non sarà facile per lei prendere coscienza di chi era, di cosa è diventata (quanto male ha fatto?) e di cosa si può ritornare ad essere. Seguire questa storia è come vedere una crisalide finalmente uscire dal bozzolo che la rinchiudeva. Bozzolo di seta dorata che lei stessa si era costruito.
E brava Catena Fiorello che mi fa emozionare in un finale a sorpresa come già era successo in “Picciridda”.
Un romanzo che può far riflettere, senza però moralismo ma con acume e sensibilità, sul ruolo che possiamo assumere facendo determinate scelte di vita.
“L'apparenza non è tutto, e fino a quando non si ha il coraggio di strapparla, annientarla, e liberarsene come un male che ci limita la vita, non siamo nessuno. Proprio nessuno”.
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