Ho letto le poesie di Katia Debora Melis raccolte in Yggdrasil
Non è facile recensire un libro di poesie, dicevo in questi giorni a Katia Debora Melis. Per un romanzo è diverso: o ti piace o non ti piace. Invece in una raccolta di poesie dello stesso autore è più eterogenea e variegata la fascinazione. S'incontrano poesie che ci colpiscono subito per il loro suono, altre per il contenuto che fa vibrare il nostro spirito, alcune perché ci riconducono ad esperienze sensoriali sperimentate, e infine ne incontri una che avresti voluto scrivere, perché è quella in cui ti ci ritrovi di più.
Ed ecco il mio impatto con Yggdrasil di Katia Debora Melis dopo aver conosciuto il suo “Oceano stretto” del 2008 che mi aveva fortemente colpito.
E' una raccolta molto più variegata - sia per stili diversi abbracciati sia per contenuti - rispetto all'altra, dove è facile spaziare e, forse, disperdersi. Ma, fra le pagine, ho trovato degli appigli dell'anima forti. E lì mi sono più a lungo soffermata. Parlano al mio cuore, o animo?, tormentato di donna “Vivo”, “Chi?”, “Ferro”, “Violento abbandono”, “Tormento”. Parlano, invece, al mio io poeta “Sereno”, “Rigenerazione”, “Fa male...”,”Io, lontano”. E le altre? Sono “suono” e “significato” di quel suono. Mi soffermo ad ascoltare la rarefazione del suono in queste poesie, ne ascolto la pulizia che arriva ai miei timpani mentali. Ne ripercorro il timbro scarno in alcune e più deciso in altre; ma sempre opera di una sintesi, in alcuni casi estrema. E so che da quel suono semplice dovrò trarne significati complessi da decodificare perché criptati dalla profondità della metafora. Non fatevi ingannare mai dalla semplicità! - Dico ai miei allievi quando incomincio a parlare di certa pittura contemporanea. - E, se fossi davanti ad un dipinto direi: ricerchiamone i significati iconologici.
Diventa allora la poesia di Katia uno spazio che si allarga - tanto l'Oceano della precedente silloge lo restringeva - in motivi di forte intimità.
Yggdrasil è significato cosmico, ma di una universalità che poi ci riconduce al nostro sentire quotidiano.
Una sintesi di tutto ciò che ho detto? L'haiku
“Mele”
Sotto il melo
ogni ramo ha pianto
lacrime rosse.
E la mia prediletta qual è? E' “Vita” dove il suono e le immagini mentali ne fanno la mia poesia, metafora tutta mia; perché si può continuare a “plasmare” anche con l'avanzare dell'età.
Nessun commento:
Posta un commento