Chi, come me, viene dalla tradizione fiabesca sarda sa che il potere narrativo di questo genere ha una portata emozionale grandiosa: sonda le paure che risiedono nell'inconscio, richiama livelli emozionali ancestrali, induce a soffermarsi sulle scelte etiche, aiuta la psiche a fantasticare e ad arricchirsi oltre la visuale limitata della realtà.
W Andersen, W i Grimm, W Collodi, W Saint Exupery, W Perrault, W Rodari, W Ende, e W tutti i narratori di fiabe e di favole da Esopo a Fedro, ai Cantastorie, ai nonni e alle nonne, alle mamme e ai papà che le hanno raccontate e che le raccontano ancora e che forse le inventano.
E, come è nella mia natura (per chi non l'avesse capito – e su FB bisogna sempre precisarlo a scanso di equivoci – sono volutamente provocatoria e iperbolica e immaginifica), arrivo a dire: sostituiamo nelle scuole “I promessi sposi” con le fiabe!
Questo post mi è stato ispirato da una discussione avvenuta su Facebook nella bacheca della scrittrice Daniela Comastri Mantovani
Opera di Andrea Agostini, Febbraio
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