Ho letto “Per le mute vie” di Eliano Cau.
La storia raccontata da questo abile narratore è ambientata in Sardegna negli anni '60. La voce narrante è quella di Emilio, il protagonista della storia, che rivive in un vivido flash-back tragici avvenimenti vissuti nella sua giovinezza quando, nelle festività e nelle vacanze, si spostava da Oristano a Neoneli a casa dei parenti.
Un romanzo che racconta una Sardegna con tutta la sua bellezza e le sue contraddizioni. “Per le mute vie” è storia principalmente di uomini, di maschi, dove vendette e pulsioni sessuali sono narrate a tinte realistiche e schiette, a volte brutali.
Mi stupisco – e l'ho già detto all'autore – non è un romanzo a sfondo sociale come si potrebbe evincere dalla lettura dell' abstract; non si parla solo d'emigrazione, ma l'emigrazione è un corollario con il relativo spopolamento del paese. Il vero perno della storia è la vendetta e l'erotismo, là dove la durezza della vita convive con l'impossibilità di indugiare ai sentimenti di più tenero amore. Un grande coraggio quello di Cau di raccontare da uomo una storia di uomini. Non è facile.
Un complimento quindi allo scrittore e alla casa editrice che non si sono prestati al facile gioco pubblicitario, tanto in voga oggi, che dà maggior risalto agli aspetti piccanti e provocanti.
“Per le mute vie” è comunque un romanzo dove il protagonista Antoni è un eroe positivo e riscatta, con il suo agire, tanti luoghi comuni nati in quegli anni sui sardi e sulle faide. Egli parte dalla Sardegna per sfuggire a quel desiderio di vendetta che avrebbe alimentato se fosse rimasto.
Che dire poi dell'arte narrativa di Eliano Cau? Una bella scrittura, forte e maschile, moderna ma che guarda alla bella prosa, quella consolidata dai grandi romanzieri della tradizione. Una scrittura ricercata che mi è subito piaciuta con la sua scelta di termini mai banali e di frasi d'effetto visivo e mentale. Amo, come mia consuetudine, l'alternarsi di periodi lunghi ad altri, brevi e spezzati, di effetto sonoro. La letteratura diventa così anche musicalità e poesia.
L'inizio mi è particolarmente piaciuto, Cau utilizza il poeta per ricordare il passato. Una figura per me affascinante.
Nel panorama di una ricca letteratura di autori sardi contemporanei consiglio la sua lettura.
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