mercoledì 30 giugno 2010

Ho letto "La coguara urbana" di Laura Lorenza Sciolla

Ho letto "La coguara urbana" di Laura Lorenza Sciolla e ieri ho conosciuto l'autrice. Abbiamo passato un'ora e mezzo al bar a parlare e il tempo mi (ci) è fuggito via. A pelle ci siamo subito piaciute.


Quando un mese fa Patrizia Torchio della REBUM ART mi aveva consigliato la lettura del romanzo ero rimasta sconcertata dall' abstract e dal trailer che la Mondadori aveva fatto per pubblicizzare il libro. Ennesima riprova che bisogna leggere i libri senza leggere prima recensioni, risvolti di copertina e quant'altro.
Dunque, non vi tragga in inganno quello che leggerete su "La coguara urbana"!
Non è un libro scritto da una cacciatrice di giovani fanciulli su web, nè un romanzo-saggio su un esclusivo fenomeno virtuale dei giorni nostri.
Infatti, già dalle prime pagine si è coscienti di entrare in un mondo narrativo ironico, a volte satirico, scritto con grande verve da professionista. E' vero, tante donne che frequentano il mondo dei forum, delle chat, dei network, si potranno ritrovare in tante descrizioni (soprattutto se si è passati la cinquantina come me!) e si potranno immedesimare con la protagonista (chi più di me che sono anche insegnante? Quante risate mi sono fatta perchè ho rivissuto tante circostanze torinesi), ma solo se coscienti che chi descrive quel mondo è una donna intelligente e brillante. Laura Lorenza Sciolla usa la lente del linguaggio sagace per affrontare un tema contemporaneo come quello della difficoltà dei rapporti stabili e duraturi fra uomini e donne. Può il web aiutare il nostro bisogno di "affetto", "amore", quando intorno a noi tutto langue? Il finale ne darà una versione, una risposta, forse surreale, ma che c'è di strano? E' più normale la realtà conosciuta, vissuta a pelle, o la realtà virtuale che, in alcune occasioni, diventa concreta negli incontri che possono divenire reali?

Che dire? Ve ne consiglio la lettura per passare alcune ore sotto l'ombrellone in piacevole compagnia.

Post sciptum: in FB Laura Lorenza scrive questo di me (e io, peccando di vanità, lo scrivo!) :-)
"E io sono felice di aver conosciuto Pia, dai grandi, profondi occhi da cerbiatto. Sto leggendo il suo libro "L'ultima jana", che mi trasporta in un mondo antico e fatato. La sera non vedo l'ora di essere a letto per proseguire nella lettura, con Febo (il gatto) ai miei piedi, che condivide la mia gioia".

Grazie Laura Lorenza!

mercoledì 23 giugno 2010

LETTERA APERTA ALLA GELMINI di Rosalinda Gianguzzi

LETTERA APERTA ALLA GELMINI
di Rosalinda Gianguzzi


Gentile Ministro Gelmini,
l'altro giorno, leggendo la sua intervista sul Corriere della Sera, in cui dichiarava che
l'ASTENSIONE OBBLIGATORIA DOPO IL PARTO è un privilegio, sono rimasta basita.
Per capire che Lei di educazione ne capisse poco, non era necessaria la laurea in pedagogia, che io possiedo e Lei no, o i tre corsi post laurea, che io possiedo e Lei no, visto quello che sta
combinando alla scuola statale.
Ma almeno speravo avesse competenze giuridiche, essendo Lei avvocato ed io no.
Certo, dato che Lei, ora paladina della regionalizzazione, si è abilitata in "zona franca" (quel di Reggio Calabria) perché più facile (come da Lei con un'ingenuità e candore imbarazzante
affermato), lo si poteva supporre.
E allora, prima le faccio una piccola lezione di diritto, e poi parliamo d'educazione.
L'astensione dopo il parto, sulla quale Lei oggi con tanta leggerezza motteggia, è definita
OBBLIGATORIA ed è un diritto inalienabile previsto da quelle leggi per cui donne molto più in gamba di Lei e di me hanno combattuto strenuamente, a tutela delle lavoratrici madri.
Discorso diverso è il congedo parentale, di cui si può fruire, dopo i tre mesi di vita del bambino, per un totale di 180 giorni, solo in parte retribuiti integralmente.
Ovviamente per persone come Lei, con un reddito di oltre 150.000 euro l'anno, pari quasi a quello del governatore della California Arnold Schwarzenegger, discutere di retribuzione in questo caso più che un privilegio è un'eresia.
Ovviamente Lei non può immaginare, perché può permettersi tate, tatine, nido "aziendale" al ministero, ma LA GENTE NORMALE, che Lei dice di comprendere, ha a che fare con file d'attesa interminabili per nidi insufficienti e costi per babysitter superiori a quelli della propria retribuzione.
Voglio dirle una cosa però, consapevole che le mie affermazioni susciteranno più clamore delle sue, DA PEDAGOGISTA E DA ESPERTA, affermo che fruire dell'astensione OBBLIGATORIA oltre che un DIRITTO è anche un DOVERE, prima di tutto morale e poi anche sociale.
Come vede ho più volte sottolineato la parola OBBLIGATORIA, che già di per se dovrebbe
suggerirle qualcosa. Ma preferisco spiegarmi meglio, anche se è necessaria una piccola premessa doverosa.
Lei, come tante donne, crede che l'essere madre, anche se nel suo caso da pochi giorni, Le dia la competenza per parlare e pontificare su educazione e sviluppo del bambino, ai quali grandi studiosi hanno dedicato anni e anni di studio.
In realtà, per dibattere sulla pedagogia, oggi chiamata più propriamente SCIENZE
DELL'EDUCAZIONE, bisogna avere competenze specifiche, che dalle sue dichiarazione Lei non sembra possedere.
Le potrei parlare della teoria sull'attaccamento di Bowlby, dell'imprinting, e di etologia, ma non voglio confonderle le idee e quindi ricorro ad esempi più accessibili. Basta guardare il regno animale per rendersi conto come le femmine di tutte le speci non si allontanano dai cuccioli e dedicano loro attenzione massima e cura FINO ALLO SVEZZAMENTO.
Non è una legge specifica relativa agli umani, ma della natura tutta.
Procreare, infatti, implica delle responsabilità precise, è una scelta di vita, CHE SE CAMBIA IL COMPORTAMENTO ANIMALE, A MAGGIOR RAGIONE CAMBIA LA VITA DI UNA
DONNA.
Sbaglia chi crede che l'arrivo di un figlio, non comporti cambiamenti nella propria vita.
Un bambino non chiede di nascere, fare un figlio non è un capriccio da togliersi, ma una scelta di servizio, di dono di se stessi e anche del proprio tempo.
Non sono i figli che devono inserirsi nella nostra vita, siamo noi che dobbiamo cambiarla per
renderla a loro misura. Se non facciamo questo, potremmo fare crescere bambini soli, senza
autostima e con poca sicurezza di sé.
Bambini affamati di attenzioni, perché non gliene è stata data abbastanza nel momento in cui ne avevano massimo bisogno, cioè i primi mesi di vita.
L'idea che non capiscono niente, che non percepiscono la differenza ad esempio tra un seno materna e un biberon della tata, è solo nostra.
Ciò non vuol certo dire che tutti bambini allattati artificialmente o che tutti bambini con genitori che tornano subito a lavoro, saranno dei disadattati.
Ma bisogna fare del nostro meglio per farli crescere bene, come quando in gravidanza assumevamo l'acido folico, per prevenire la "spina bifida".
I bambini hanno nette percezioni, già nel grembo materno.
L'idea, che se piangono non si devono prendere in braccio "perché si abituano alle braccia", è un luogo comune.
Le "abitudini" arrivano dopo i 6 mesi, fino ad allora è tutto amore.
Non è un caso che studi recenti, riabilitano il cosleeping, (dormire nel lettone) e i migliori pediatri sostengono la scelta dell'allattamento a richiesta. Il volere educare i bambini inquadrandoli come soldati, già dai primi giorni di vita, non solo é antisociale, perché una generazione cresciuta senza il rispetto dei suoi ritmi di crescita può essere inevitabilmente compromessa, ma è un comportamento al di fuori delle più elementari regole umane e naturali.
Poi è anche vero che per molte donne, tornare a lavorare subito dopo il parto sia una necessità assoluta.
Ma per questo problema dovrebbe intervenire adeguatamente lo Stato e non certo con affermazioni come le sue.
Mi rendo conto che il suo lavoro le permette di lasciare la bambina, rilasciare interviste di questo tipo (di cui noi non sentivamo la necessità) e tornare con comodo da sua figlia.
Ma ci sono lavori che richiedono tempi e una fatica fisica e mentale che Lei non conosce.
Tempo che sarebbe inevitabilmente tolto ad un neonato che ha bisogno di una mamma "fresca", che gli dedichi la massima attenzione.
Noi donne infatti, se spesso per necessità ci comportiamo come Wonder Woman, poi siamo colpite da sindrome di sovraffaticamento.
E non è vero che è importante la qualità e non la quantità: - perché la qualità del tempo di una mamma da pochi giorni, che rientra nel tritacarne della routine quotidiana, aggiungendo il carico della gestione di un neonato, può essere compromessa. - perché un bambino non dovrebbe scegliere tra qualità e quantità, almeno nei primi mesi, dovrebbe disporre di entrambe le cose.
Per non parlare poi del fatto, che se un genitore non può permettersi qualcuno che tenga il bambino nella propria casa, nel corso degli spostamenti, lo espone, con un bagaglio immunologico ancora carente, alle intemperie o alle inevitabili possibilità di contagio presenti in un nido.
Infatti, è scientificamente provato che i bambini, che vanno al nido troppo presto, o che non
vengono allattati al seno, sono più soggetti ad ammalarsi, con danno economico sia per le famiglie che per il sistema sanitario.
Poi per carità, si può obiettare, che ci sono bambini che si ammalano anche in casa, o come succede anche ai bambini allattati al seno, ma è come dire ad un medico, che giacché si è avuto un nonno fumatore campato 100 anni, non è vero che il fumo fa male.
Bisogna dunque incentivare i comportamenti da genitore virtuoso, anche con la consapevolezza che i bambini non sono funzioni matematiche, ma si può fare molto, per favorire una crescita armoniosa, già dalla prima infanzia, se non addirittura durante la gravidanza.
E allora le domando Ministro, di svolgere il suo ruolo importante istituzionale con maggiore serietà, cercando di evitare affermazioni fuori luogo come questa, o come quella secondo cui "studiare non è poi così importante", rendendo Renzo Bossi come esempio.
Si dovrebbe impegnare di più nell'analisi dei problemi, per evitare valutazioni errate e posizioni dannose per lei, per gli altri e per il paese.
Perché forse qualcuno potrebbe aver pensato che tutto sommato il suo era un ministero poco
importante, che se guidato da un giovane ministro senza competenze specifiche, "non poteva
arrecare grossi danni", soprattutto obbedendo ciecamente ai dettami del Tesoro, ma Lei con la sua presunzione di voler parlare di cose che non conosce, sta contribuendo a minare il futuro di un'intera generazione.
Un'ultima cosa, Lei che di privilegi se ne intende bene, essendo un politico, la usi con maggiore pudore questa parola.

05-05-10
Rosalinda Gianguzzi
Insegnante precaria della scuola primaria siciliana.
Mamma e docente per vocazione, scrittrice per diletto

martedì 22 giugno 2010

Il Club dei Cento di Dimensione autore

http://ilclubdeicento.blogspot.com/2009/11/149-pia-deidda.html

sabato 19 giugno 2010

Pia Deidda intervistata da Radio Italia Uno di Torino


Martedì alle ore 21 sarò intervistata da Giorgio Milanese su Radio Italia Uno di Torino (FM 92,700).

Parlerò della mia jana, ma anche di Rubia e delle mie poesie.

giovedì 10 giugno 2010

NON SOLO MONDIALI...

Un amico mi consiglia..... e io condivido con voi (grazie Ciro).

NON SOLO MONDIALI...

« Non c'è nessuna strada facile per la libertà. »
(Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà)

Questa canzone di Miriam Makeba (guarda il linK), una delle artisti più grandi della storia musicale, si chiama Pata Pata. La conoscete tutti, è una danza che racconta di una ragazza che ancheggia, che muove il sedere. Racconta di questo, di una persona che sta danzando. Pata Pata, questo disco, possederlo in Sudafrica significava poter essere condannati dai tre ai sette anni per banda armata, possedere Pata Pata. Miriam Makeba, per aver scritto questa e altre canzoni, viene cacciata dal Sudafrica è costretta ad un esilio di trent'anni, Miriam Makeba viene cacciata per questa canzone, trent'anni di esilio dal Sudafrica dell'Apartheid. Non è una canzone che parla di lotta sociale, non è una canzone che incita alla rivolta, non è una canzone che attacca i bianchi, non è una canzone contro il razzismo ma mette paura perché è una canzone che parla di una ragazza che vuole danzare, una ragaza che vuole essere felice e come si fa ad essere felici con un governo così, con quel governo in Sudafrica, l'assioma è questo. Quello che fa mettere paura al governo, che fa allontanare Miriam Makeba è proprio questo, ascoltandola hai voglia di danzare, di essere felice, hai voglia di condividere la sua idea di mondo e quell'idea di mondo arriva al cuore, alle orecchie, allo stomaco delle persone attraverso la storia di una ragazza che vuole ballare, vuole ballare. (Roberto Saviano)


http://www.youtube.com/watch?v=kCc61z9IFu4

giovedì 3 giugno 2010

PERCHE' IL 14 E IL 15 ALL'ALBE STEINER DI TORINO BLOCCO GLI SCRUTINI PUR SAPENDO CHE E' UN PICCOLO GESTO .....

PERCHE' IL 14 E IL 15 ALL'ALBE STEINER DI TORINO BLOCCO GLI SCRUTINI PUR SAPENDO CHE E' UN PICCOLO GESTO .....

PERCHE' L'ATTUALE GOVERNO VUOLE:

- IL BLOCCO DEI CONTRATTI PER TRE ANNI (perdita media di 1049 Euro in tre anni)
- BLOCCO PER TRE ANNI DEGLI "SCATTI DI ANZIANITA'" (tra i 1500-3000 Euro in meno in tre anni CON EFFETTO A CASCATA ANCHE SU TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO E PENSIONE)
- IL 2010, IL 2011 E IL 2012 SI PERDERANNO DEFINITIVAMENTE, NON SARANNO PIU' RICALCOLATI IN FUTURO PER GLI SCATTI DI ANZIANITA'
- LA LIQUIDAZIONE VERRA' DILUITA IN TRE ANNI!!!!

da www.cobas-scuola.it
SCIOPERO DEGLI SCRUTINI DAL 7 AL 15 GIUGNO

L’ultima tappa del massacro della scuola è la più sanguinosa. Nel prossimo anno scolastico spariranno 26 mila posti di lavoro tra i docenti e circa 15 mila tra gli ATA, con una espulsione di massa dei precari. Dopo i massicci tagli già operati quest’anno e la catastrofica “riforma delle superiori”, Tremonti-Gelmini accelerano la distruzione della scuola pubblica. E come se non bastasse, il governo ha varato una Manovra Finanziaria che colpisce in particolare i lavoratori/trici del pubblico impiego e ancor più quelli della scuola. Dopo che per mesi Berlusconi aveva spergiurato sulla favorevole situazione economica italiana, ora, con un voltafaccia a 180°, viene imposta una Manovra-massacro, definita “inevitabile per non finire come in Grecia”. Nella scuola, come in tutto il P.I., verranno bloccati i contratti per tre anni: e poiché, secondo l’Ipca (indice europeo prezzi), tale aumento sarebbe nel triennio di oltre il 6%, 4 milioni di lavoratori/trici subiranno un taglio salariale tra i 1500 e i 1800 euro. Ma in più, nella scuola, si aggiunge il blocco per tre anni degli “scatti di anzianità”, che, sommato al precedente, provoca un furto salariale medio intorno ai 6000 euro. Per tutti i lavoratori, poi, si sposta di un anno la pensione di anzianità, il pensionamento a 65 anni per le donne verrà anticipato al 2016 mentre i dipendenti pubblici verranno derubati della liquidazione, ricevendola non più all’uscita dal lavoro ma diluita in tre anni.

Per questo è decisiva la riuscita dellamanifestazione nazionale per bloccare la Finanziaria-massacro e i tagli nella scuola, convocata dai COBAS e dalla USB per il 5 giugno a Roma (P.della Repubblica ore 15) e i due giorni di sciopero nazionale della scuola durante lo svolgimento degli scrutini, convocato dai COBAS con il seguente calendario: 7-8 giugno in Emilia-Romagna, Calabria e nella Provincia di Trento; 10-11 giugno nelle Marche, Puglia e Veneto; 11-12 giugno in Sardegna e Umbria; 14-15 giugno in tutte le altre regioni e nella Provincia di Bolzano.

Lo sciopero è convocato per la cancellazione dei 41 mila tagli di posti di lavoro nella scuola e della Finanziaria-massacro, in particolare per quel che riguarda il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici, gli scatti “di anzianità” nella scuola, il furto delle liquidazioni e l’allungamento dell’età pensionabile; per l’assunzione a tempo indeterminato dei precari/e; per massicci investimenti nella scuola pubblica che consentano il funzionamento regolare degli istituti; per l’annullamento della “riforma” delle superiori, delle proposte di legge Aprea e Goisis e del decreto Brunetta; per la restituzione a tutti/e dei diritti sindacali a partire dal diritto di assemblea.

Ricordiamo che: a) gli scioperi anche durante gli scrutini sono permessi dalla legge 146 fino a due giorni (esclusi quelli delle classi “terminali”); b) è illegale svolgere scrutini prima della fine dell’anno scolastico - e i COBAS denunceranno i capi di istituto che lo facessero - così come spostare i calendari degli scrutini per evitare lo sciopero; c) i docenti in sciopero non possono essere sostituiti; d) chiediamo ad ogni docente ed ATA un solo giorno di sciopero, quello che blocca il maggior numero di scrutini.

mercoledì 2 giugno 2010

Dopo l'assalto di ieri alla Freedom Flotilla....

Dopo l'assalto di ieri alla Freedom Flotilla, il gruppo di imbarcazioni allestito da un cartello di organizzazioni non governative coordinato dal Gaza Free Movement, costato la vita ad almeno dieci dei circa 700 attivisti a bordo, che trasportavano 10mila tonnellate di aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza, restano molti dubbi. Le prossime ore, passata l'ondata di rabbia e stupore che ha colpito l'opinione pubblica internazionale, saranno decisive per una serie di riflessioni e di indagini su quanto è accaduto.
da: www.peacereporter.it

martedì 1 giugno 2010

Questa notte un cargo umanitario è stato assaltato in acque internazionali dai reparti dell'esercito israeliano.

Questa notte un cargo umanitario è stato assaltato in acque internazionali dai reparti dell'esercito israeliano. Le notizie sono ancora confuse ma il bilancio provvisorio, secondo le forze israeliane, parla di almeno 15 morti tra i passeggeri della nave.
Secondo gli organizzatori del cargo umanitario, si è trattato di un deliberato atto di guerra contro civili inermi.

Quello che è certo è che, ancora una volta, si è scelto di usare lo strumento della violenza, anziché le armi della politica e del dialogo, e a farne le spese sono i civili.

Emergency condanna con fermezza questo crimine perpetrato contro gli operatori umanitari a bordo delle navi della Freedom Flotilla. Per maggiori informazioni: www.peacereporter.net

Cecilia Strada
Presidente Emergency