sabato 27 dicembre 2014


Lezioni di Bello 

Alla ricerca di artisti poco conosciuti dal grande pubblico: Romare Bearden

(Charlotte, 2 settembre 1911 – New York, 12 marzo 1988)


pittore e scrittore


 
Opera:
Romare Bearden, The Block II, 1972
collage of various papers with foil, paint, ink, graphite, and surface abrasion on seventeen fiberboard and plywood panels including two applied in relief and one recessed
The Walter O. Evans Collection of African American Art
© Romare Bearden Foundation/Licensed by VAGA, New York, N.Y.


Video:
https://www.youtube.com/watch?v=j-0ZbWUaD-4

domenica 21 dicembre 2014

Buona fortuna a chi? A me?


Dopo che ho chiuso la porta e mi sono incamminato nel soggiorno, lui mi ha gridato qualcosa, solo che non ho sentito bene. Sono quasi certo che mi abbia gridato «Buona fortuna!» Spero di no. Spero proprio di no. Io «Buona fortuna» non lo griderei mai a nessuno. E' una frase terribile, se uno ci pensa.

(da J.D.Salinger, Il giovane Holden)

venerdì 17 ottobre 2014

"Facile dimenticare" poesia di Pia Deidda


Facile dimenticare

Sento nascere una poesia
che saprà di periferia
e narra di un nonno, di una nonna,
che non hanno saputo raccontare
a stralunati nipoti razzisti
la loro vera storia
di emigrati sviliti e denigrati
dal meridione arrivati
come neri, e anche peggio, trattati.
Facile sarà così dimenticare.

© Pia Deidda 2014


Foto d'epoca a Torino Porta Nuova 


venerdì 10 ottobre 2014

Spettacolo di Nosu Impari al Teatro Civico Matteotti di Moncalieri


Vi aspetto sabato prossimo (18 ottobre 2014) alle ore 21 al Teatro Civico Matteotti di Moncalieri (Via Giacomo Matteotti, 1) per lo spettacolo del gruppo Nosu Impari di Torino "Ricordando la Sardegna" (ingresso gratuito). Lo spettacolo comprende: canzoni di Quintomoro (Gianluca Cotza) e di sua sorella Laura, balli sardi della nostra compagnia di ballo, recitazione in sardo (ci sarà anche il mio “Cucirò la bandiera del nuovo re”) e lettura di alcune poesie di Albino Agus, Luisa Pisano e mie. Io leggerò anche la poesia “Pregadoria a sa terra mia (preghiera alla mia terra)” di Paola Alcioni. Spero di vedervi tutti! Ciao, Pia




sabato 20 settembre 2014

Perchè consiglio la lettura del romanzo “La bellezza delle cosa fragili” di Taiye Selasi





Perchè mi ha affascinato. Perchè mi ha commosso. Perchè la scrittrice ha costruito una storia caratterizzandone in modo profondo i personaggi e intessendo insieme con abilità le loro sette esistenze. Perchè la scrittrice non ha avuto fretta di svelare tutto ma si dispiega lentamente con sorprese sul finale (prendete per esempio l'aspetto fisico di Sadie, verrà svelato solo alla fine). Perchè è una scrittura moderna, fatta sì di frasi spesso brevi ma anche di descrizioni che non banalizzano mai la forza della narrazione, anche quando ad essere descritta è la quotidianità. Perchè c'è una tecnica narrativa eccellente. Perchè ci sono allegorie, spesso psicologiche (prendete per esempio le pantofole). Perchè ci permette di entrare nelle vite di una famiglia africana e carpirne i tanti risvolti culturali e sociali. Perchè l'avrei voluto scrivere io.


giovedì 4 settembre 2014

L'ULTIMA JANA continua a vivere...



L'ULTIMA JANA continua a vivere...






Qualche mese fa lessi un libro, L 'ultima jana, che mi fu donato gentilmente dalla scrittrice Pia Deidda autrice del bellissimo libro; sono rimasta incantata tanto era bello, così ogni tanto mi fermavo perché le pagine pian piano erano sempre meno, e non volevo che finissero. Perciò chiedo alla mia amica scrittrice un seguito, perché vorrei immergermi ancora in quel mare, e ad occhi chiusi credere di stare nella mia bellissima isola grazie Pia.



domenica 17 agosto 2014

sabato 2 agosto 2014


Scrivevo questo su FB il 26 dicembre 2011

Sono passati quattro anni da questa nota scritta qua sotto. Nel frattempo c'è stata L'ULTIMA JANA e E CANTAVAMO ALLA LUNA. E' arrivato il tempo che riprenda la storia...

NOTE DELL'AUTRICE

Oggi 20 Novembre 2007 inizio a scrivere “Ti camminerò accanto”.
Sono sull'autobus con il mio quadernetto, ho incominciato a scrivere dalla fine, dall'ultimo capitolo. Ho in mente tutto il romanzo; in questi giorni mi sono passate davanti le immagini e ho ascoltato, dentro di me, i dialoghi. Devo avere solo la forza di scriverlo. E' una storia forte. Il mio scrivere è troppo delicato. Dovrò dare incisività, specialmente ad una voce, quella del Male. Non so se riuscirò in questa impresa. Ma anche dare voce al Bene non sarà facile. Che presunzione, mi dico. Chiedo allora il dono della saggezza e della capacità di discernimento.
Inoltre, la storia mi tocca nei recessi più profondi dell'anima. E' giusto sviscerare e rendere pubblica una tale ricerca interiore? E' corretto scrivere di tante esperienze che si sono accavallate nella mia vita, rischiando di dare nome e identità a persone e personaggi?
Un caro amico, dopo la pubblicazione di Rubia, mi ha detto di continuare a scrivere. Cosa? Scrivi di Pia. Ma cosa vuol dire?
Inizio a scrivere, la penna scivola sul quadernetto. Intesserò tutto con il filo della fantasia; luoghi, tempi e nomi prenderanno le ali della creatività. Resterà solo l'essenza di quello che è stato esperito.
Ad una fermata dell'autobus sale un vecchietto con il bastone. L'uomo che è seduto dirimpetto a me lo fa sedere. Il vecchietto mi sta così di fronte e mi guarda scrivere. Ci sorridiamo; sembra nonno Mario, il mio papà che non c'è più. Ha il volto pallido, scavato dagli anni e gli occhi umidi che accompagnano uno sguardo buono.
Ad un sobbalzo dell'autobus mi dice:”Difficile scrivere in queste condizioni, io non ci riuscirei. Deve essere abituata”. Lo guardo, non amo tanto essere interrotta mentre scrivo, ma il vecchietto mi sorride e, poi l'ho detto, mi ricorda nonno Mario. E, rispondo:”Certo non è facile, a casa rimetto tutto a posto, vista così la scrittura sembra stenografia”. Ci ricambiamo il sorriso e riprendo a scrivere. Arriva la mia fermata, quasi la perdevo distratta dallo scrivere. Il vecchietto mi cerca nuovamente con gli occhi e, con il sorriso, mi porge la mano, gliela stringo e dice semplicemente, guardandomi negli occhi: “La continui a scrivere, signora. Auguri”. “Grazie”.
Scendo dall'autobus con un senso di commozione, ho allo stesso tempo un groppo in gola e un urlo di felicità inesprimibile. Giungo le mani e ringrazio quella presenza che si è inserita furtiva nella mia vita.
Ho la consapevolezza che scriverò questa storia.



Domenico Zampieri, detto Domenichino,  
L'angelo custode, 1615, Napoli, Capodimonte

venerdì 1 agosto 2014

Riappropriamoci del riso



RIAPPROPRIAMOCI DEL RISO




L'intervento (*) su FB del mio amico Franco Plataroti, a proposito della critica fatta in Turchia dal premier contro la mancanza di pudore delle donne che ridono (in questi giorni dalla Turchia, grazie ad Internet, arrivano tanti bellissimi volti di donna che ridono o solo sorridono), mi ha riportato alla memoria un'esperienza sepolta, forse volutamente, nell'inconscio. Io sono nata in una cultura femminile che disdiceva il riso femminile (e non parlo di Sardegna perché l'educazione era retaggio da parte di nonna e mamma marchigiane. Era così in tutta Italia). "Una signorina si contiene al riso, soprattutto in pubblico" lo dicevano anche i manuali di galateo femminile che mi facevano leggere. "Risus abundat in ore stultorum" era la frase che usava il mezzo della cultura, quella dotta, per rendere il messaggio più efficace e avallarlo. Era una cultura maschilista che voleva la donna non dedita ai piaceri, anche solo quelli legati alla semplice gioia. Troppe donne si ammalavano di depressione e male di vivere. Era un modo per controllare la nostra indipendenza e creatività. Era, al contempo, una cultura dove si preparava così la giovane donna ad affrontare una vita (matrimoniale!) già determinata da fatiche e da dolori. Forse una delle mie ribellioni fu proprio questo: riappropriarmi della libertà del riso. E la mia crescita adolescenziale andava di pari passo con il nascente femminismo. La Turchia, rispetto a noi, è indietro solo di 40 anni ... O, ne siamo poi così sicuri? Troppe donne in questo Occidente del XXI secolo fanno ancora fatica al riso.

p.s. Vi siete mai chiesti perché sul sorriso della Gioconda si è fatto sempre un gran parlare?
Ma che avrà mai avuto da sorridere alla vita una donna?


(*) Perchè ti spanci dalle risate, Paki?
...
Ah, hai letto che in Turchia hanno criticato la mancanza di pudore delle donne che ridono?
E noi sai cosa facciamo, amico mio? Una eterna, immensa risata femminile.
E poi, con aria colta, ricordiamo al vice di Erdogan, Arinc, cosa disse il Maestro: "Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! – Guardate piuttosto come ride." Fëdor Dostoevskij, Memorie dalla casa dei morti, 1861)
Buon venerdì, gente e gentaglia con la risata a cascata



http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/07/29/ansa-turchiadonne-sfidano-vicepremiertutte-su-twitter-ridendo_48edf2f0-132a-4f72-bb6f-1e9cffe17e4a.html

Dipinto attribuito alla scuola di Lucas Cranach il Vecchio

domenica 27 luglio 2014

Poesia di Pia Deidda "A Velthur Partunu"


A Velthur Partunu


Della vostra casa
abbiamo fatto scempio
il vostro viaggio disturbato.
Smembrata la tomba,
la cenere non più protetta,
materia che anelava
anima eterna.
Velthur perdona,
ci spinge la conoscenza
perché nell'antica storia
troviamo appiglio, radici
a questa nostra debole capacità
di costruirne salda memoria.
Oppure, solo vana curiosità,
morboso intrufolarsi
nelle private dimore
dove solo gli dei degli inferi
vi possono aver accesso,
e a loro ci sostituiamo
paghi di un effimero potere:
il possesso.
Velthur perdona la mia visita,
fugace e senza i dovuti doni,
anch'essa sacrilega, turista
di leggerezza avvinta,
ma spinta, credimi,
dal fascino che da te promana.
Del tuo saccello insegno
del magnate la vita, forse,
ma il tuo giovane volto mi riporta
alla beltà che sempre arrise
e circondò la tua persona.


© Pia Deidda 2014


















Foto Liprino
Tarquinia - Necropoli Monterozzi
Tarquinia - Museo Archeologico Nazionale

venerdì 27 giugno 2014

Il potere narrativo delle fiabe


Il potere narrativo delle fiabe


Chi, come me, viene dalla tradizione fiabesca sarda sa che il potere narrativo di questo genere ha una portata emozionale grandiosa: sonda le paure che risiedono nell'inconscio, richiama livelli emozionali ancestrali, induce a soffermarsi sulle scelte etiche, aiuta la psiche a fantasticare e ad arricchirsi oltre la visuale limitata della realtà. 

W Andersen, W i Grimm, W Collodi, W Saint Exupery, W Perrault, W Rodari, W Ende, e W tutti i narratori di fiabe e di favole da Esopo a Fedro, ai Cantastorie, ai nonni e alle nonne, alle mamme e ai papà che le hanno raccontate e che le raccontano ancora e che forse le inventano.


E, come è nella mia natura (per chi non l'avesse capito – e su FB bisogna sempre precisarlo a scanso di equivoci – sono volutamente provocatoria e iperbolica e immaginifica), arrivo a dire: sostituiamo nelle scuole “I promessi sposi” con le fiabe!



Questo post mi è stato ispirato da una discussione avvenuta su Facebook nella bacheca della scrittrice Daniela Comastri Mantovani



 Opera di Andrea Agostini, Febbraio

sabato 21 giugno 2014

Poesia di Pia Deidda "Malinconica danza"



Malinconica danza




Vorrei che la poesia

divenisse canto, sempre

d'incontenibile gioia.

Delle parole invece

conduco malinconica danza,

suono che cadenza

incontenibili vuoti,

nostalgie sì vane.

L'ambigua dualità dell'esistenza

del riso e del pianto

io canto.


© Pia Deidda 2014




 Vanessa Bell, Still Life with a Plaster Head, 1947




giovedì 29 maggio 2014

SE VOGLIAMO RIVALORIZZARE LA STORIA DELL'ARTE DOBBIAMO INCOMINCIARE A DARLE DIGNITA' PARTENDO DALLA SCUOLA STESSA





“Ciao artista”, è diventato il saluto di un collega di materie classiche quando mi incontra.
“Artista? Non sono artista. E' come se io incontrandoti dicessi: ciao poeta epico!”.

Scopri poi, facendo un'attività di definizione dei curricula, che i colleghi delle altre discipline non sanno che cosa sia la Storia dell'Arte.
O almeno, ne hanno una idea fuorviante.
Ne ebbi sentore all'inizio dei lavori quando si definivano le aree di appartenenza. La Storia dell'Arte venne messa in una non ben definita voce: altri linguaggi (visivi, corporei).
Altri linguaggi che? Finimmo con Educazione Fisica.
A nulla valsero le mie lamentele: ma la Storia dell'Arte, soprattutto in un Liceo, è disciplina UMANISTICA!
Mentre alla voce Scienze Umane finirono insieme a Storia e Filosofia, la Religione e il Diritto.

Ma la Storia dell'Arte è da includere nelle Scienze Umane!”

Sia chiaro che la posizione mia e dei miei colleghi di Storia dell'Arte è di una profondissima frustrazione: se già all'interno della scuola non viene considerata la dignità di scienza umanistica della disciplina, pensate cosa avviene al di fuori di questo regno che dovrebbe essere paladino della salvaguardia dei saperi.

Sto parlando di dignità professionale.
Io e i miei colleghi di Storia dell'Arte siamo stanchi di essere considerati le cenerentole del sapere scolastico.

E sì, perché non siamo nella scuola per fare i ciceroni durante le visite d'istruzione, né per essere chiamati in causa solo quando fa comodo un intervento che aggiunga una spolveratina di cultura in più nelle poche attività interdisciplinari che si riescono ad organizzare nella programmazione.

Per fare chiarezza parto dalla domanda: ma la Storia dell'Arte è Scienza Umana?
Ma certo!

Basta andare a cercare sul web qualche curricula universitario di Scienze Umane: la Storia dell'Arte, i Beni Culturali, l'Archeologia, sono materie fondanti!

Cercando sul web ho trovato una definizione chiara e concisa come solo le migliori voci di Wikipedia sanno dare: La storia dell'arte è una disciplina che studia l'evoluzione delle espressioni artistiche, la costituzione e le variazioni delle forme, degli stili, dei concetti trasmessi attraverso le opere d'arte; ne è traguardo la storia di personalità contestualizzate, ovvero gli autori delle opere, anche nelle forme di raggruppamento (volontario, autocostituito oppure riconosciuto ex post) come ad esempio i movimenti artistici.La disciplina si occupa di tutte le forme artistiche, salvo distribuirsi in branche specialistiche, spesso fra loro interconnesse, che peculiarmente studiano le opere e gli autori.La storia dell'arte, come ogni altra disciplina storica e umanistica, non può essere (se non superficialmente o semplicisticamente, ma impropriamente) ridotta ad una mera elencazione di fatti ed eventi. La resa dei contesti, degli antefatti, delle condizioni "ambientali" dell'ambito di riferimento in cui un'opera è stata concepita e realizzata è requisito fondamentale per condurre lo studioso alla sua comprensione ed è pertanto concetto nei fatti indiscusso che per una buona analisi dei percorsi artistici si debba rendere ragione delle circostanze.La descrizione analitica del formarsi delle opere d'arte, e delle opere stesse, permette di affrontare tematiche di vasta portata (e di argomenti propri di altre scienze, oltre che - spesso - delle storie di altre arti), per le quali risulta opportuno disporre di una pre-conoscenza interdisciplinare: le opere d'arte possono essere studiate e descritte approfondendo aspetti oggettuali, iconologici, culturologici, possono essere esse stesse d'altra parte finestra aperta su altre attività del pensiero. Lo studio delle opere del passato (soprattutto se appartenenti a culture differenti) in particolar modo presuppone la conoscenza dei codici ideologici ai quali le opere sempre fanno riferimento e dalla conoscenza dei quali non è possibile prescindere.Si configura in tal modo la centralità dell'insegnamento di tale disciplina, impartito nelle scuole secondarie di primo grado e nei licei.

E poi, elemento fondamentale: l'arte (e l'archeologia, e l'architettura) sono delle tracce umane usate dagli storiografi per ricostruire il passato!

Tutto molto chiaro mi sembra, no?


G. Courbet, Autoritratto

venerdì 16 maggio 2014

Poesia di Pia Deidda "Malinconico incanto"


Malinconico incanto


Sa di salmastro oggi


quest'aria avvolgente,


nuvole calde colme 

 
innescano sensazioni.


L'anima freme 


nel malinconico incanto


inspirando ricordi.







© Pia Deidda 2014





                                                                       Salvator Dalì
                                                         Giovane donna seduta di spalle
                                                                             1925

martedì 13 maggio 2014

Preraffaelliti a Torino


 

La mostra "Preraffaelliti. L'utopia della bellezza" allestita nel Palazzo Chiablese (locali che furono dell'ex Museo del Cinema) è eccellente. La ricchezza delle opere provenienti dalla Tate di Londra e il percorso espositivo, unito alle descrizioni e all'ottima audio guida, ne fanno una grande mostra.

Unica pecca, a mio dire, la seconda parte del filmato,
dove il curatore della mostra Luca Beatrice fa una lettura molto forzata - e molto discutibile - riguardo all'influenza che hanno avuto i preraffaelliti sulla cultura (dal cinema alla moda) new gothic-dark di oggi.



sabato 10 maggio 2014


... lezioni sull'Estetica del Brutto


Ai miei allievi che andranno a votare, alcuni per la prima volta, e che trovo smarriti, avviliti,scoraggiati, annichiliti, dico - facendomi voce debole di quelli che vivono come me - "Mi spiace, come adulto, avere lasciato alle vostre generazioni una istituzione governativa di corrotti. Chiedo scusa".





Litografia di H. Daumier, Pantagruel

CUB SCUOLA CONTRO I TEST INVALSI



CUB SCUOLA CONTRO I TEST INVALSI

INFORMATIVA PER I DOCENTI CHE LA PENSANO COME ME



http://www.cubpiemonte.org/uploads/documenti/2941_2014_05_NO_Invalsi.pdf



giovedì 8 maggio 2014

Ho letto il romanzo di Maria Mantega "Io, sola"



Ho letto il romanzo di Maria Mantega "Io, sola" (ed. Arkadia). 


Finito in un giorno. Un romanzo che evidenzia un grande coraggio. Mi auguro che tante donne che vivono nella condizione della protagonista Miriam (e, ahimè, sono tante) lo leggano e ne siano aiutate. La violenza coniugale, domestica e familiare non deve essere taciuta. Deve essere denunciata.

Per la Sardegna: Associazione Donne al Traguardo (Presidentessa Silvana Migoni) 


https://www.facebook.com/donneal.traguardo


http://www.donnealtraguardo.com/

giovedì 1 maggio 2014

Poesie di Pia Deidda "A chi fiore recise"



A chi fiore recise



Fiore figlio reciso

 
non ho concluso amore


rifiuto di carne viva


nella solitudine vissuto


di donna senza più corolla.

 


© Pia Deidda 2014

 




                                                               Dipinto di Edward Hopper

venerdì 25 aprile 2014

A proposito di test d'ingresso all'Università


Concordo pienamente con tutto quello che ha scritto il mio collega Carlo Pizzala sul suo blog - che riporto sotto - a proposito di test d'ingresso all'università. La penso così da quando sono state istituite le prove d'ingresso. 

Gli ho risposto: "Aggiungo anche un altro particolare di non poca importanza: chi sceglie quei diabolici test? Qualche mese fa viene da me una nostra allieva e mi fa vedere un libriccino che dovrebbe aiutarla a prepararsi al test di Architettura: professoressa, guardi il programma di Storia dell'Arte, ma devo sapere tutto? In effetti c'è tutto. Tutto lo scibile umano, in versione bignami, sui temi di architettura, pittura, scultura e design. Ma non sarà compito dell'università preparare (e dico preparare, perchè neanche l'università è esaustiva) agli approfondimenti?".

Inoltre, per parlare dei rimpasti. Esperienza vissuta in famiglia. Mio figlio non passa il test di Biotecnologie (facoltà alla quale ci teneva tantissimo, inutile dirlo), s'iscrive a Biologia e incomincia a seguire le lezioni in questa facoltà. Arriva notizia che è rientrato nelle liste di Biotecnologie (forse qualcuno si è ritirato? forse qualcuno - con tanti soldi - prova più test facendo impazzire il calderone delle immissioni?).
Com'è finita? Mio figlio continua a fare Biologia...


 http://carlopizzala.wordpress.com/2014/04/24/sei-milioni-di-insane-ragioni/



giovedì 24 aprile 2014

Poesia di Pia Deidda "Lo decide il vento"


Lo decide il vento


Non ha senso girarsi indietro

 
l'infrangersi dell'onda


segna un ritmo


lento o veloce


lo decide il vento.

 


© Pia Deidda 2014


 


Maurice Prendergast

sabato 12 aprile 2014

Lezione di Bello. Resurrezione di Andrea Mantegna







Andrea Mantegna, Resurrezione, 1457-1459, 
tempera su tavola
Tours, Museo di Belle Arti



La grande e imponente roccia del sepolcro è collocata al centro dell'opera per dare maggiore risalto al soggetto principale: Cristo Risorto. Egli si erge da un sarcofago aperto, chiaro riferimento alla lontana classicità romana, tanto cara al pittore rinascimentale Mantegna, ma anche elemento che collega Gesù alla sua epoca e ai soldati romani che assistono meravigliati e impauriti all'evento per loro inconsueto e inaspettato. Cristo è circondato da un nimbo fatto di raggi luminosi e contornato da cherubini bianchi e rossi; egli ci appare così nella piena gloria del Paradiso. Il segno di benedizione ci ricorda che la sua irruente presenza è salvifica; le piante crescono rigogliose squarciando la nuda e arida roccia. E' vita! E' stupore per noi che assistiamo, insieme ai soldati romani, alla sua vittoria sulla morte. (Pia Deidda)


sabato 5 aprile 2014


COME TUTELARE I DIRITTI D'AUTORE?

Molti mi chiedono come ci si tutela riguardo la paternità della propria produzione artistica; soprattutto oggi che il web dà la possibilità di far fruire il proprio operato artistico in modo più capillare e veloce.

Prima modalità: iscriversi alla SIAE e pagare per i diritti d'autore e la loro tutela. Che cosa è la SIAE e dove si trova? Ecco: http://www.siae.it/Siae.asp

Seconda modalità: se si vuole restare autonomi dalla SIAE, se si vuole pagare meno, ma con massima garanzia sulla tutela, ci si iscrive all'Ufficio per il Diritto d'Autore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Si compila un modulo dove si autocertifica la paternità dell'opera, si spedisce una copia di essa e si allega una marca da bollo.
Importante: l'ufficio tutela anche sulla SIAE!

Terza modalità: un modo molto semplice e meno costoso è quello d'inviarsi un pacco raccomandato con ricevuta di ritorno con all'interno la propria opera. Si conserva il pacco chiuso e la ricevuta di ritorno firmata. Ha valore legale.

Quarta modalità: completamente gratuita! Se l'opera viene messa in un proprio sito o blog fa fede la data di pubblicazione. E' chiaro che in una causa legale di appropriazione indebita fa fede chi ha postato per prima l'opera. E' però facile modificare e manomettere, ma la Polizia Postale è in grado di controllare modalità e tempi della pubblicazione.

A proposito di legalità nella condivione di prodotti altrui su facebook

L'ho scritto in un gruppo chiuso di facebook dove si è litigato...

Non so se intervenire ad uno scambio di opinioni che ha animato questa pagina in questi ultimi giorni. Immaginatemi come una attempata signora che ritorna in paese e si ferma a chiacchierare con voi in piazza di chiesa come una vecchia zia ...

A proposito di condivisione dei link su facebook.
Se la persona che scrive un link sul suo diario non lo ha bloccato con la privacy vuol dire che ha intenzione di renderlo noto a tutti (se l'ha reso PUBBLICO la condivisione è con tutti gli utenti di facebook e non solo con i suoi amici). Il CONDIVIDI insieme al MI PIACE che compare sotto il link dà la possibilità agli altri di apprezzare e condividere con altri quanto pubblicato.
Buona norma (di galateo web) è mettere un MI PIACE prima della condivisione.
Sul diario di chi ha condiviso compare il nome dell'utente da cui si è condiviso.

Se invece si fa un copia e incolla da un link e lo si mette sul proprio diario, o lo si usa in altro modo (per esempio metterlo nel diario di un amico) senza nominare chi ha scritto quel testo, o ha postato quel link, è molto scorretto. Diventa reato se quel link era tutelato da copyright.

Più volte sono dovuta intervenire su questa questione per salvaguardare le mie poesie e i miei racconti che "regalo" sul web. Potete condividerle ma dovete citare l'autore e la fonte.

Un giorno mi capitò di rimproverare una mia ex allieva che vive in Inghilterra. Aveva messo un solo verso (estrapolandolo dal contesto) di una mia poesia perchè le era piaciuto ma non mi aveva minimamente nominato! Ma è più che chiaro l'intento: fai passare per tuo, con i tuoi amici, un prodotto che non ti appartiene!
Scorretto, disonesto, e nel mio caso, dove le poesie sono coperte da copyright, anche perseguibile penalmente.

venerdì 4 aprile 2014



A Pierre e a tutti coloro - e siete tanti, troppi! - che si allontanano da questa vita dura suicidandosi.

E' una pianta tenace questa Rosales delle Crassulaceae. Resiste all'inverno, alle nevicate e al gelo. Non si dà per vinta. A Primavera rifiorisce, di un giallo luminoso che illumina i balconi di Torino.
Dal duro inverno rinasce più rigogliosa e forte.




martedì 1 aprile 2014

Poesia di Pia Deidda "Scivolano i giorni"


Scivolano i giorni

Scivolano i giorni
svaniscono ricordi
prendono distanza
luoghi e incontri cari.
Forte all'apparenza
le mani nascondono
segreti
petali di margherita.



© Pia Deidda 2014







venerdì 28 marzo 2014

Poesia di Pia Deidda "Angoli della pace"


Angoli della pace

Nel caos del quotidiano
angoli della pace
creati per durare
attimi immoti
seppur fugaci
come fiori recisi.

© Pia Deidda 2014



sabato 22 marzo 2014

Ancora su "E cantavamo alla luna"

Ringrazio Giulio Mameli che mi scrive su Facebook:

Ciao Pia, ho letto con molto piacere ed estremo interesse quello che tu hai definito una sorta del proseguo di Atzeni "...passavamo sulla terra leggeri", sto parlando ovviamente di "...e cantavamo alla luna". L'ho trovato di una realtà così fantastica da poter essere collocata nell'attuale quotidiano. Siccome mi interesso di teatro (come autore) e l'ho fatto per anni, grazie all'amica regista Susanna Mameli, anche come attore dilettante, mi sono immaginato in scena a rappresentare la tua opera. Basterebbero due (al massimo tre) personaggi: un cronista, una vecchia e un ragazzo. A me sembra scritta proprio per essere rappresentata in un sito archeologico (magari in tour) della Sardegna. Se l'hanno già fatto, chiedo scusa, altrimenti bisognerebbe farlo urgentemente, certamente non da me che oramai non ho più né la forza e né la salute, però mi piacerebbe assistere alla rievocazione di un frammento della nostra storia che tu descrivi in maniera eccellente. Ciao, a presto, e...a quando il prossimo libro?