domenica 27 luglio 2014

Poesia di Pia Deidda "A Velthur Partunu"


A Velthur Partunu


Della vostra casa
abbiamo fatto scempio
il vostro viaggio disturbato.
Smembrata la tomba,
la cenere non più protetta,
materia che anelava
anima eterna.
Velthur perdona,
ci spinge la conoscenza
perché nell'antica storia
troviamo appiglio, radici
a questa nostra debole capacità
di costruirne salda memoria.
Oppure, solo vana curiosità,
morboso intrufolarsi
nelle private dimore
dove solo gli dei degli inferi
vi possono aver accesso,
e a loro ci sostituiamo
paghi di un effimero potere:
il possesso.
Velthur perdona la mia visita,
fugace e senza i dovuti doni,
anch'essa sacrilega, turista
di leggerezza avvinta,
ma spinta, credimi,
dal fascino che da te promana.
Del tuo saccello insegno
del magnate la vita, forse,
ma il tuo giovane volto mi riporta
alla beltà che sempre arrise
e circondò la tua persona.


© Pia Deidda 2014


















Foto Liprino
Tarquinia - Necropoli Monterozzi
Tarquinia - Museo Archeologico Nazionale

3 commenti:

Paolo Cara ha detto...

Sublimi versi, degni della Maestra d'Arte che sei. Parole che scorrono leggere come l'aria penetrando nell'intimo del cuore, così da donare a me lettore, l'emozione da Te vissuta nel momento della creazione.
Grazie Pia, per quest'altra opera d'arte.

Cassiano ha detto...

Belli i posti, i reperti,
la storia.
Bellissima la tua poesia.
Complimenti Pia.

Pia ha detto...

Grazie cari amici miei. Siete fin troppi buoni con me.