lunedì 21 dicembre 2009

martedì 15 dicembre 2009

RUBIA in un forum russo


Si parla del mio romanzo RUBIA in un forum di archeologia russo:

http://sapr2000.livejournal.com/14430.html

sabato 12 dicembre 2009

Presentazione alla COOP di Torino de L'ultima jana

Presentazione de L'ULTIMA JANA
Torino 12 Dicembre 2009 ore 17
Libreria COOP di Piazza Castello

Ringrazio l'associazione culturale REBUMART e la Libreria COOP di Torino per l'occasione che mi hanno dato oggi di parlare della mia jana.
Ringrazio poi infinitamente i miei amici Franco Plataroti e Cristina Pelissero, il primo perchè ha fatto un presentazione chiara, completa ed esaustiva del romanzo, la seconda perchè con la sua lettura ha saputo rendere la magica atmosfera del racconto.
Ringrazio la sessantina di persone presenti che mi hanno rallegrato della loro presenza.

L'audio della presentazione lo trovate nel mio sito:

http://www.lezionidibello.it/lemieopere/lultima_jana/presentazione_di_lultima_jana6.html


martedì 8 dicembre 2009

L'ultima jana su Logosardigna


Un articolo in Limba Sarda Comuna che parla della mia jana nel n. 14 della rivista LOGOSARDIGNA.

lunedì 7 dicembre 2009

Cosa continuate a dire de L'ULTIMA JANA

Continuo ad inserire i commenti e le recensioni che mi arrivano dopo la lettura de L'ULTIMA JANA.

Valentina Lisci mi scrive:

C'erano una volta le Janas.

C'era una volta un paese incantato.

C'erano una volta Cicytella e le sue sorelle.

O meglio, ci sono ancora! Con la sua penna ammantata di fiaba e fragante sinestesia, Pia Deidda riesce a far rivivere una storia che si perde negli albori dei tempi, la storia di una giovane fata sarda e del suo amore per un aedo pastore che la porterà a diventare una donna in carne ed ossa. Cicytella, questo è il nome della Jana, ci accompagna nel suo mondo fatto di ricette, balli, fughe repentine, meravigliosi scenari che dipingono una Sardegna misteriosa e gaudente. Tessendo le trame di una nota leggenda sadalese, l'autrice ci racconta il cammino di una Jana, tra peripezie e routine domestiche, che attraverso l'amore per Elias accetta la sua iniziale diversità e incontra se stessa. Si, perchè Cycitella diventa umana, ma tutti noi, grazie al romanzo, diventiamo alla fine un po' “Janas”.


sabato 28 novembre 2009

Paesaggio del ricordo

Ci sono posti geografici che sono e rimangono dentro di noi per tutta la vita. Spesso da essi abbiamo avuto un distacco fisico ma non mentale e affettivo. Rimangono posti interiori, posti dell'anima. Non esisterebbe la parola Nostalgia se non avessimo fatto eperienza di questo.
Se a me dite la parola: MARE e mi chiedete una corrispondenza visiva, viene subito in mente il panorama di questa foto. Eppure ho visto tanti mari, ho fatto esperienza visiva e sensoriale di tante località marine. Non mi viene in mente Capo d'Orlando (non me ne vogliano i suoi abitanti) dove passo da ventisette anni le mie vacanze nel mese di Agosto.
E no, a me viene in mente il mare d'Ogliastra. Là dove ho fatto esperienza dei primi tentativi di nuoto, là dove ho imparato ad aprire gli occhi sott'acqua, là dove ho imparato a fare i tuffi dagli scogli, là dove ho costruito i primi castelli di sabbia, là dove ho dato il primo bacio, là dove ho fumato la prima sigaretta nascosta dietro gli scogli...... Innumerevoli ricordi, innumerevoli esperienze infantili, adolescenziali, giovanili...
Ed ecco che, se mi dite la parola mare, a me viene in mente quel lungo braccio di costa che va da Pedra Longa fino Coccorrocci. E vedo scogli appuntiti che emergono dal mare, calette nascoste, rocce rosse, bianche o nere, lunghe spiagge di sabbia finissima e altre con sabbia via via di dimensione più grande fino ad arrivare alle pietre di Coccorrocci, posti solitari e silenziosi alternati ad altri presi d'assalto da turisti spesso distratti nei mesi estivi.
Ed ecco il mio mare interiore.


Foto del Golfo di Ogliastra di Alessandro Spiga








giovedì 19 novembre 2009

L'ultima jana di Pia Deidda alla Libreria Coop di Torino



REBUM ART presenta:

"L'ULTIMA JANA " di Pia DEIDDA

Intervengono :

Loredana Armanni, Presidente -Rebum Art

Franco Plataroti, docente di Lettere (Istituto Sommeiller di Torino)

Letture a cura di Cristina Pelissero, docente di Lettere ( Istituto Don Milani di Venaria)

Sabato 12 dicembre 2009 - ore 17,00

LIBRERIA COOP

Piazza Castello – Torino

http://www.librerie.coop.it/index.php?page=nel-cuore-di-torino-novembre-in-libreria


domenica 8 novembre 2009

La copertina de L'ULTIMA JANA

La copertina di un libro è il vestito buono, il “vestito della festa” e, come tale, deve essere curata. Nella sua realizzazione ci deve essere tanto amore quanto se ne è elargito nella stesura del contenuto.
La copertina de L'ultima jana è stata fatta da Federico Deidda, fotografo nato a Cagliari nel 1959 e attualmente impiegato nella sede del quotidiano Il Centro di Pescara. Come si legge dal sito lnx.aternumfotoamatori.it:
“esce dal pancione di sua madre già con gli attacchi a baionetta sugli occhi, in modo da ospitare diverse focali e divertirsi a mettere a fuoco, pigiare pulsanti e accendere luci. Cresce come un estroso giocoliere, usando la fotocamera per cavare dalla tuba grosse orecchie di coniglio, appallottolarle giravoltarle e farne il suo sguardo sul mondo.Ora, col digitale e l'età che avanza è diventato autentico fotorroico, un divoratore di scatti che inghiottisce in una progressione a dirotto, scatti su scatti su foto su istanti, una sequenza frenetica e smaniosa che vedrebbe il suo naturale epilogo nello scoppio festoso di mortaretti e tric e trac. Federico è un fotografo che rovista nel mondo per sorprendersi, cerca nelle persone la meraviglia, guarda nel fungo che vien su, prima fotografa la cicoria e poi se la mangia, vede in uno scorcio un’emozione e cerca subito di condividerla con gli altri. Le sue fotografie si riconoscono perchè sono curiosità per la vita e instancabile viva curiosità”.
Mi sono affidata a lui conoscendo le sue doti di fotografo ma anche di grafico e, quando stava elaborando la copertina per il mio romanzo, mi disse: ”Ho riflettuto molto sulla copertina. Non è facile rappresentare l'ultima jana senza cercare di farne vedere una. In tutte le prove che ho fatto la copertina aveva un tono troppo fumettistico o troppo «per bambini». Ho quindi pensato di puntare su una fotografia emblematica, un particolare che faccia pensare o sognare, piuttosto che un luogo preciso come Ussàssai o Sàdali. Nella proposta che ti allego (in versione bianca e nera) ho scelto una fotografia che amo molto. E' l'immagine di un campo di grano mosso dal vento, con in mezzo, seminascosto, ma visibile, un solitario papavero rosso.
Penso che il fiore possa rappresentare bene la jana, costretta a stare celata, ma piena di passione, in movimento armonico col genere umano rappresentato dalla moltitudine di spighe. Il grano e il fiore possono raccontare anche il pane e il lievito ecc.”.

E oggi posso dire: grazie Federico per questo bel lavoro!

domenica 1 novembre 2009

PREMIAZIONE PRIMO CONCORSO LETTERARIO RACCONTI E POESIE D’ESTATE EVENTS-ELEVEN


PREMIAZIONE PRIMO CONCORSO LETTERARIO RACCONTI E POESIE D’ESTATE EVENTS-ELEVEN
Sabato 31 Ottobre, Teatro della Dodicesima, Via Carlo Avolio, 60 – ROMA

Schiacciante la presenza femminile tra i vincitori e gli ospiti del Concorso letterario Racconti e Poesie d’Estate, organizzato dalla Events Eleven, la cui cerimonia di premiazione avrà luogo a Roma, Sabato 31 Ottobre, presso il Teatro della Dodicesima, Via Carlo Avolio, 60.
Letteratura, poesia, cultura, musica e aperitivo, questo il programma della premiazione del Concorso che ha visto impegnati in una prima selezione un gruppo di lettura formato da scrittori, poeti e lettori di ogni parte d’Italia, ed in seguito la giuria finale, composta dal Presidente, lo scrittore e giornalista Salvatore Spoto, dalla scrittrice e giornalista Barbara Minniti, dallo scrittore Diego Galdino e dalla fotografa Laura Camia.
Dalle valutazioni sono scaturiti i nomi di quattro vincitori per la sezione Racconti e quattro per la sezione Poesie che porteranno a casa targhe, attestati, libri e, solo per i primi classificati, un premio in denaro.
Sezione Racconti:
I Classificato: “Il Bonsai” – Cinzia Monforte – Genova
II Classificato: “La verità nuda” – Isabella Buggia - Alessandria
III Classificati ex aequo: “Se l’estate veloce va” – Erika Comina – Badia San Salvatore (Siena)
“Il profumo dell’estate” – Cinzia Baldini – Roma
Sezione Poesie:
I Classificato: “Questa amara estate” – Maricla di Dio – Calascibetta (Enna)
II Classificato: “E’ finita l’estate” – Pia Deidda – Torino
III Classificati ex aequo: “Incontro” – Rossella Maria Liverani – Genova
“Discorso alla morte” – Augusto Funari – Brescia
Alla premiazione del Concorso Racconti e Poesie d’Estate Events Eleven parteciperanno ospiti della cultura e della letteratura. La voce nera di Valeria Sargentoni accompagnerà i momenti clou della premiazione che si concluderà con un aperitivo nel foyer del teatro.


Ufficio Stampa: Manuela Minelli – info.eventseleven@gmail.com

Hanno parlato dell'evento:

http://www.eventseleven.org

http://nuke.eventseleven.org/Fotopremiazione1premio/tabid/479/Default.aspx

http://www.ostialido.it/eventi/descrizione.php?app=442

http://www.agronline.it/notizia.asp?IDNotizia=1018

http://tragliscaffali.periodicoitaliano.info/?p=3179

http://lasinorosso.myblog.it/archive/2009/11/14/poesia-l-associazione-events-eleven-di-manuela-vio.html

http://manuelapeace.blog.kataweb.it/il_mio_weblog/tag/salvatore-spoto/


martedì 27 ottobre 2009

Una lettera scritta con il cuore

Non avrei mai pensato di usare il blog per scrivere cose intime e personali. Ma in questi mesi ho scoperto che anche scrivendo poesie o racconti svelavo una parte di me. Sono sempre stata una persona non propensa a parlare di me stessa, un po' (tanto) chiusa in quel luogo comune che vede noi sardi schivi e non propensi ad aprire l'animo agli altri. Eppure oggi mi è arrivata una lettera che mi ha commosso e sento la necessità di condividere con chi entra dentro questo spazio questo momento, questa emozione. L'autrice mi ha dato il permesso.
La lettera è questa:

Dedicato a Pia

24 ottobre 2009, sono rinchiusa in casa, mal di gola stagionale.

Apro il blog “Lezioni di bello”, vado alla scoperta della poesia vincitrice del secondo premio …navigo…, mi distraggono alcune poesie…, strano chissà perché non le avevo ancora lette, eppure…

Adesso volo giù in Sardegna, si per me la Sardegna è più in basso, geograficamente parlando intendo; mi imbatto nell’Ultima Jana, se non ricordo male, tempo fa, ho letto questo racconto.

Sì, ora ricordo, Elias, le sorelle janas, i profumi dell’isola, le ricette, le mele di Ussassai, i colori di Ichinusa…il mare!

La scrittrice ha reso palpabile la mia terra (ebbene sì, sono sarda), ha direi reso reali i miei ricordi (da tanti anni vivo in continente), ha risvegliato in me un pizzico di nostalgia!

Scorro il blog, le foto di Cicytella ed Elias, che meraviglia!

Scopro in quei visi una familiarità…ma sì, è proprio lei, mia sorella Pia!

Lei la scrittrice, la poetessa, lei che mi ha cullato da piccola, lei che mi ha ospitato centinaia di volte nella sua casa a Torino cucinando dei prelibati manicaretti, lei che mi ha abbracciato quando piangevo, lei che…

Ciao cara sorella, lo sai vero che ti voglio tanto bene.

Maria


lunedì 19 ottobre 2009

"E' finita, l'estate" è la poesia vincitrice del 2° premio "Primo Premio Nazionale Racconti e Poesie d'Estate Events Eleven"

E' FINITA, L'ESTATE


Chiudi gli scuri

è finita, mi hai detto

e di colpo scompare

la lamina splendente

che fendeva in due la valigia sul letto.

Non porterò con me questa penombra,

ma l'odore del basilico

il sapore del pistacchio

la sensazione dei freddi tuffi

il calore dello scoglio sulla pelle,

insieme al tempo, che

vicino a te è passato, come sabbia

fra le mie mani divenute clessidra.

© Pia Deidda 2009


Ha vinto il 2° premio al Primo Premio Nazionale Racconti e Poesie d'Estate 11.20 - Events Eleven

www.eventseleven.org



grafica di caterina porcu


venerdì 16 ottobre 2009

Il girasole

Ci sono persone nella nostra esistenza che ci hanno stupito e affascinato , alcune per la loro ricchezza interiore, altre per la grande sensibilità, altre ancora per la capacità di affezione. Tutte hanno lasciato un segno alla loro maniera. Qualcuna di queste è stata più importante perchè ci ha arricchito con questi tre valori contemporaneamente. Sono persone indimenticabili, girasoli dello spirito, dell'intelletto, del cuore.
Spesso sono persone che fugaci sono passate nella nostra vita, ma hanno lasciato un nostalgico segno. Altre sono lontane e difficilmente raggiungibili.
E le aspettiamo, come il girasole aspetta il suo adorato - il sole - al mattino.

Secondo tempo (aspettando il mattino)

E il girasole, dimmi,

il girasole cosa fa quando piove?

Quando fradicio, muto,

solo, col capo chino

triste aspetta il mattino.

Sai cosa fa?

Con le radici affonda,

forte e caparbio,

e buca il terreno bruciato dal salino,

per ricercare nell’ampolla sotterranea

quell’acqua viva che lo ristora.


Che lo fa vivere con rinnovato vigore

fino al mattino,

quando potrà, di nuovo,

con devozione eterna

adorare il suo padrone,

il sole.


©Pia Deidda (2007)

Questa poesia prende ispirazione dalla poesia di Eugenio Montale

Portami il girasole ch'io lo trapianti

Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
é dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.


(Eugenio Montale, Ossi di Seppia)


martedì 13 ottobre 2009

"Elias" di Antonio Sale

"ELIAS"
di Antonio Sale

In solitudine
una principessa
ho sognato,
di una Jana o fata
mi sono innamorato.

Guardo il suo viso,
il suo dolce sorriso,
e nel suo triste
sguardo,
penso di me,
e mi guardo.

Una gioia invade
il mio cuore,
è sentimento
d'amore.

Quanto...
ho aspettato,
nella mia
solitudine;
sempre,
ti ho amato.


La mia Jana e il mio Elias hanno ispirato questa delicata ma struggente poesia.
Dice Antonio Sale: "
Ho letto il tuo bellissimo libro, "sai che io sono un sognatore", ed Elias con Cicytella mi hanno spirato un pensiero dolce e una emozione forte".

domenica 4 ottobre 2009

"Ho un sogno, un desiderio" poesia di Paolo Cara

" Ho un sogno, un desiderio ... "

Ho un sogno, un desiderio;

andare su per quella collina, contemplare la madre terra

e in una striscia del suo terreno, piantare dei semi.

Semi di ogni tipo di fiore, e fiori di ogni tipo di colore,

con estasianti fragranze e di superbo splendore.

Ho un sogno, un desiderio;

sedermi e attendere con pazienza l'arrivo della pioggia,

una pioggia che scende soffice e meravigliosa,

ad innaffiare con amore il terreno di questo gioioso giardino.

Ho un sogno, un desiderio;

veder crescere, sbocciare e innalzarsi al cielo tra mille colori,

gli steli e i petali di questi meravigliosi fiori.

Ammirare la dolcezza e l'amore che essi esprimono,

nella gioia della loro contemplazione e glorificazione,

alla Madre Divina, che il tutto le si deve.

Ho un sogno, un desiderio;

cogliere un bel mazzo di questi fiori, i fiori del giardino dell'amore,

per prepararne una splendida composizione di fragranza e colore,

e donarla in regalo a te, dal sorriso bello come un fiore.

Ho un sogno, un desiderio;

donarti i fiori del giardino dell'amore, che coi loro colori e

la loro fragranza, renderanno grazie alla tua deliziosa bellezza,

una bellezza che arriva dal più profondo del tuo cuore,

una bellezza che contempla nella sua spontanea essenza,

l'amore della creazione, l'amore dell'universo tutto,

l'amore della Madre Divina.

Ho un sogno, un desiderio;

e nel mio cuore lo esaudisco per gioire dell'amore,

per gioire nella presenza della tua meravigliosa bellezza,

tu fiore del giardino dell'amore.

- Paolo -


giovedì 24 settembre 2009

Per l'attentato di Kabul

Di ritorno dal Convegno Nazionale di Emergency a Firenze, e sull'onda dell'emozione e del dibattito suscitato dall'uccisione dei sei militari italiani a Kabul, Vi scrivo per segnalare a tutte/i il "Dossier Afghanistan" di Peacereporter, http://it.peacereporter.net/

Contiene articoli molto interessanti in home page, comprendenti:
- un breve filmato (da Firenze con il generale Fabio Mini)
- la replica del giornalista di Peacereporter Enrico Piovesana al livoroso articolo di Gianandrea Gaiani pubblicato sul blog di Panorama,it dopo il dibattito di Firenze e intitolato "Afghanistan: cari pacifisti, perché occultate sempre i crimini talebani?"
- una lettera-risposta all'articolo di Roberto Savianio sulla Repubblica
Vale la pena leggere, per avere una versione sulla guerra (ora che finalmente tutti ammettono che c'è)diversa da quella ufficiale e magari diffondere, se credete.
Grazie
Euro Carello
Responsabile-scuola Emergency
Gruppo territoriale di Torino
www.emergency.2you.it

venerdì 11 settembre 2009

Lughe de Chelu (e Jenna de Bentu) di Giovanna Mulas

Ho letto
Giovanna Mulas
Lughe de Chelu (e Jenna de Bentu)
Bastogi, 2003

Scrittura non facile questa di Giovanna Mulas in “Lughe de Chelu (e Jenna de Bentu) che gioca con la poesia tanto da ricercare rime baciate o prosa aulica all'interno di un ritmo mosso e moderno. Il lettore dovrà camminare mentalmente fra presente-flashback-percors
i del pensiero-storie parallele inserite per ricostruire la storia della protagonista Giona, dalla esistenza tormentata ma profonda, alla ricerca di valori interiori e dell'essenza dell'amore. Un bel gioco narrativo questo di Giovanna Mulas che va seguito all'inizio con pazienza poi con interesse crescente, arrivando così anche ad accettare certi termini ricercati e non usuali da esercizi di stile. Ma la Mulas questo lo sapeva quando ha imbastito questo percorso morfologico, perchè la scrittura è anche questo: ricerca e gioco, prosa e poesia, antico e moderno che s'incontrano. E allora ecco che seguendo questo filo accetteremo alcuni periodi molto lunghi, flashback rinchiusi dentro parentesi che si aprono e si chiudono in spazi anche dilatati nel tempo, salti e disquisizioni del pensiero. E poi per chi, come me, è sarda avrà poi la gioia – più o meno cosciente – di ritrovare immagini e sensazioni del vissuto ogliastrino e barbaricino, che fa diventare questo romanzo anche più vicino.

giovedì 3 settembre 2009

Mostra a Torino "VOLTI D'AFRICA"




Città di Torino - Unicredit banca - Africa Union - Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente - Nikon
REBUM ART
Vi invitano alla Mostra " VOLTI D'AFRICA"

Percorso di vita multietnica dai luoghi d'origine fino all'integrazione nelle nostre città
Mostra d'arte contemporanea con reportage fotografico
5 Settembre - 26 Settembre 2009
Inaugurazione Sabato 5 Settembre 2009 ,ore 11,00
Biblioteca Civica "PRIMO LEVI"
Via Leoncavallo 17, Torino

La mostra " VOLTI D'AFRICA" è un evento organizzato dalla sezione" giovani " di REBUM ART.

"VOLTI D'AFRICA" è il primo racconto di un percorso d'integrazione di vita multietnica, è un puzzle di colori, immagini ,sensazioni ed emozioni di nuove esperienze d'inserimento nelle nostre metropoli.
Gli artisti e i fotografi di REBUMART presentano attraverso le loro opere questa esperienza di vita a metà fra due culture , quella del paeseche li ospitae quella tramandata dal paese d'origine.

Gli artisti :
Loredana ARMANNI - Caterina BRASSO - Paola BUZZI - Nobue FUJII - Titti GARELLI - Anna MADIA -
Nicoletta NAVA - Gian Mario REGGE - Lucia SARTO - Andrea SPANO - Marisa SUPATO - Valeria TOMASI -
Valeria TREVES
I fotografi :
Luciano BOVINA - Marisa BRASSO - Greta FORNARI - Nuccio POZZI - Alessandro REGGE - Antonella SPANIO - Gabriella ZUCCOLIN

Curatori della Mostra : Alessandro REGGE- Patrizia TORCHIO

Evento organizzato da REBUM ART - www.rebumart.it

venerdì 28 agosto 2009

Lava e Corallo



Ho assistito ad uno sposalizio
e lo condivido con voi.
E' la compresenza di due mondi
completamente differenti
ma della Natura complementari
è l'unione contrastante
tra Lava e Corallo
tra Terra e Mare
tra Nero e Rosso
tra Fuoco e Acqua
tra Sicilia e Sardegna.



martedì 11 agosto 2009

Cosa continuate a dire de L'ultima jana

Antonella Massidda:

Ciao Pia. Ho letto il libro "ultima jana" che, strano ma vero, ho trovato in una normalissima libreria al centro di Nuoro. L'ho letto tutto d'un fiato. Mi è piaciuto, oltretutto adoro le fiabe o, comunque, i libri un pò immaginifici. Brava! Continua, a maggior ragione se scrivere ti rende felice.
Tra le varie cose che mi sono piaciute, una è senz'altro il continuo richiamo eno-gastronomico che fai, citando ricette di piatti tipici che...guarda caso...cucino quasi allo stesso modo. Forse l'unica differenza sta nelle sebade che noi facciamo con il pecorino lasciato inacidire e fatto poi "furriare" sul fuoco dolce, prima di ridurlo a formelle rotonde. Coincide comunque l'aromatizzazione con la buccia di limone.

Antonella:


Se poi vuoi leggere un libro tenero e magico devi leggere "L'ultima jana" della scrittrice Deidda, bellissimo

Mi scrive Mario Mereu, autore di "Prima della pioggia di settembre":

Ciao Pia ! Ho terminato di leggere L'ultima jana da un po'... Una favola deliziosa. Ne ho apprezzato sopratutto l'aspetto divulgativo e didattico. Sarebbe utilissimo da leggere per i ragazzi sardi (sopratutto quelli di città) ma direi anche... per i non sardi. Da adulto sono rimasto incantato dalla dolcezza della storia .. e m'è venuta pure una gran fame!! Mentre leggevo mi immaginavo di andare nottetempo nella caverna delle janas a rubare dalla dispensaaaa hahahahah. Per ora cosi.. poi se vuoi ti farò una recensione piu... seria:)

Mi scrive Maria Grazia Lampis amica di FaceBook e mia lettrice:

Sono anche io una Cicytella: ecco cosa ci faccio su quella roccia!!!
Ho capito perchè mi inseguiva questo libro...questa favola....
Racchiude tutta una memoria , un universo che sento ci appartenga in maniera profonda...Dal mondo delle fiabe arriva a ricordarci, quasi come un archetipo; la magia dei luoghi... (rispetto della bellezza terra), il paese delle acque...( l'acqua fondamentale elemento della vita), l'alchimia dei dolci sardi... (dolcezza uguale amore) , la magia degli incontri ...e dunque dell' amore (che scioglie ogni paura).
Grazie Pia
M.Grazia Lampis

n.d.a. Maria Grazia in FB ha messo una sua foto dove sta accovacciata su una roccia in alto su un monte. Subito mi ricordò Cicytella quando si rannicchiò su Monte Tarè per adorare il Sole e per pensare a cosa le stava accadendo dopo l'incontro con Elias.

Mi scrive Debora Trogu amica di FaceBook e mia lettrice:

Leggendo il libro - tutto d' un fiato !!! - ...ho provato gioia e felicita'. Perche'? Ti diro', da quando ero bambina giocavo nelle domus de janas...ci sono cresciuta dentro ...e ogni volta cercavo di capire cosa succedeva in quelle case migliaia di anni prima...la loro vita. Beh immaginavo quello che tu hai raccontato nel tuo libro. So che erano tombe pero' la tua storia è più meglio ( scherzo, lo avrei detto da bambina) ...tu hai esaudito i miei sogni. Pensavo che in quelle piccole casette ci fosse la vita e non la morte... e poi la storia di Elia e Cicytella, uau fantastica ci vuole poco per essere felici...e secondo me (non bisogna lavorare troppo ) bisogna vivere e godersi ogni momento senza pensare troppo. E poi che dire spero le ricette siano originali perche' le mettero' in pratica .Che dire di piu' bisogna leggere, volare, e io ti assicuro sono volata via. Spero di essere stata chiara avrei tanto da dire sul tuo libro però bisogna leggerlo per capire cosa dico.

Mi scrive Massimo Mereu amico di FB e del Nuraghe Arrubiu di Orroli:

Questo romanzo si propone di far volare con la fantasia i lettori, mi sembra di sentir parlare le stalagmiti, stalattiti e colonne e di veder volare le Janas.
La fantasia si mescola con la realtà dei luoghi e alle tradizioni millenarie delle nostre zone.
Poi le ricette…il tutto porta la mente a sentire i profumi del pane appena sfornato, i sapori dei dolci fatti dalle nonne ecc.
La prossima volta, in grotta, penserò a Elias e Cicytella…
Pia, Bellissimo Libro!!!!

venerdì 24 luglio 2009

PIROMANE, LO SO

PIROMANE, LO SO


Lo so, stai godendo,

insano amante del potere del fuoco,

celato osservi il risultato

di questo tuo criminoso operato,

e ascolti beffardo

il nostro grido di dolore

per questa martoriata e violentata

grande madre terra

divenuta paesaggio di un antro infernale.




Lo so, per ironia della vita,

nello scorrere dell'umano tempo,

un giorno diverrai anche tu cenere

che, sparsa e dimenticata sulla terra,

come fertile concime

alimenterà la verde linfa

della mediterranea flora

e i nostri figli ti chiameranno

leccio, mirto, corbezzolo.







© Pia Deidda 2009

lunedì 6 luglio 2009

L'ultima jana compie un anno


L'ultima jana compie un anno


martedì 30 giugno 2009

A quei poeti che.............

A quei poeti che hanno aspettato il fluire del tempo prima di scoprire di esserlo; a quei poeti che hanno riempito cestini di fogli accartocciati; a quei poeti che hanno poesie segregate nei cassetti; a quei poeti che hanno passato notti insonni ma non hanno bloccato il pensiero su un foglio di carta; a quei poeti che hanno scoperto di esserlo ma che non lo espongono al mondo.

Una dedica.
Uno stralcio dal racconto di Marcello Fois "Le bianche scogliere di Rugen", in Picta

"E' un quadro. Romantico. Due uomini e una donna guardano il mare. Un mare di smeraldo in una Danimarca sognata. Sono sulla cima di una gola in una
Sassonia fosforescente di bianco. Ci sono montagne aguzze come i denti di un barracuda o i paesaggi di Dolomieu. C'è un albero contorto che prosegue oltre il quadro, sfonda la cornice. Vegetazione da Corsica romantica. C'è l'Orrido e il Sublime.
Due uomini. Il primo, il più giovane, guarda verso il nulla.
Ci sono due punti bianchissimi davanti a lui. Due spennellate nell'azzurro d'Indonesia immaginata, o sono pensieri?
Ha strappato una lettera e gli ultimi frammenti del fogli
o volano davanti a lui.
Ha scritto un sonetto! E l'ha distrutto.
Due uomini. Il secondo, quello vecchio, si è chinato pericolosamente. Tutto il busto è nel vuoto. Vuol recuperare quei frammenti.
E una donna. Una donna glieli indica.

E' un ritorno. Lui ricorda se stesso e quel ricordo".



lunedì 29 giugno 2009

Poesia Vento Sardo di Tore

Vento sardo
di Tore


Soffia pure
io sto quì in silenzio
ti ascolto e ti ricordo
ti porto con me
lontano
sono quì poi non so
forse dove andrò non ci sarai
soffia pure amico vento
mi macherai
con i tuoi profumi
i tuoi giochi
insieme ai colori
al tramonto
porterò pure un po' di terra
con me
e se mi verrai a trovare
la faremo volare insieme
amico vento.


Per chi come me - stando lontano dalla Sardegna - sente la mancanza di questa presenza quasi giornaliera.

sabato 27 giugno 2009

Ho sottoscritto questa petizione per l'Iran

Cari amici,

Milioni di dimostranti iraniani in favore della democrazia stanno affrontando una violenta repressione. I leader del regime sono divisi, anche la minima spinta incide -- abbiamo bisogno urgentemente che i governi del mondo condannino la repressione e neghino il riconoscimento al nuovo regime. Firma la petizione e inoltra questa email -- Arriviamo questa settimana a un milione di voci contro la repressione:

firmalapetizione!
Oggi, i cuori e le speranze della gente in tutto il mondo sono con i dimostranti che corrono rischi terribili per le strade dell’Iran. Non importa chi abbia vinto le elezioni, la domanda adesso riguarda i diritti umani fondamentali.

I leader iraniani sono divisi, per cui anche la minima pressione incide. Con proteste nuove e massiccie imminenti, gli attivisti iraniani fanno appello urgente a una risposta internazionale unita contro la repressione violenta.

Firma la petizione in basso facendo appello a TUTTI i governi per condannare le repressioni e negare il riconoscimento di qualsiasi governo iraniano fino a quando le incertezze elettorali siano risolte pacificamente. Poi inoltra questa email ad amici e familiari -- costruiamo una protesta compatta e globale da 1 milione di voci contro la repressione:

http://www.avaaz.org/it/iran_stop_the_crackdown

Noi consegneremo la petizione direttamente ai leader dei maggiori partner commerciali dell’Iran, all’Organizzazione della Conferenza Islamica, all’ONU e ad altri gruppi internazionali rispettati in Iran. Una risposta internazionale unita smentirà la scusa del regime che soltanto gli Usa e la Gran Bretagna sono dietro le critiche mondiali.

Il potere della gente sta ripulendo la politica mondiale. Ma quando i leader rispondono violentemente alle proteste non-violente, dalla Birmania allo Zimbawe fino all’Iran, la solidarietà mondiale è fondamentale per mostrare ai governi che la repressione indebolisce la loro autorità, anziché rafforzarla.

Avaaz significa "voce" in Farsi, la lingua iraniana. Mostriamo al popolo dell’Iran che, per chiunque abbiano votato, sosteniamo il loro diritto a far sentire le proprie voci. Clicca in basso per firmare la petizione, e fai girare la voce inoltrando questa email:

http://www.avaaz.org/it/iran_stop_the_crackdown

Con speranza e determinazione,

Ricken, Ben, Milena, Paul, Raluca, Brett, Iain, Pascal, Raj, Graziela, Taren, Paula, Margaret, Veronique e l’intero team Avaaz.

PS – Per maggiori informazioni sulle elezioni e le proteste in Iran vedi qui:

http://www.corriere.it/esteri/09_giugno_24/teheran_video_viviana_mazza_c9fb4854-608f-11de-9ec2-00144f02aabc.shtml

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=63544&sez=HOME_NELMONDO

http://www.corriere.it/esteri/09_giugno_26/messaggio_cohelo_iraniani_montefiori_d890cdb4-6218-11de-8ba1-00144f02aabc.shtml

venerdì 19 giugno 2009

Corallo

Corallo

Mi soffermo
a guardare il bracciale
sul mio stretto polso
cercando
il rumore del mare
in esso celato,
non lo sento
inutile ricerca,
solo l'eco nella mia mente
coglie
il rosso che infuoca
la mia estate
lontana.


© Pia Deidda 2009

lunedì 15 giugno 2009

Poesia di Paolo Cara, Orizzonte

" Orizzonte "
Oh linea di confine,
punto dove si convogliano tutti i sogni.
Al di qua e al di là ...
Tu che sei la separazione tra il materiale e lo spirituale.
Ti guardo ammirato e sognante,
qui al di là di ciò che nascondi,
di ciò che sono pensieri e sogni.
Perfezione geometrica,
retta di separazione tra cielo e terra,
tra cielo e mare.
Dividi realtà e desiderio.
Illusione ottica, illusione riflessa nella mente,
illusione che come un velo maschera la verità.
Immenso, plasmato e perfettamente coeso con l'assoluto,
parte integrante e non divisa, essere uno col tutto,
essere parte vivente dell'Universo.
In questa verità non sei la fine e non sei l'inizio,
sei perfetta integrazione tra cielo e terra,
tra ciò che è materiale e ciò che è spirituale.
Desiderio e realtà sono un unica forma.
Tu sei in me come io sono in te!
Ah tutte le volte che ti ho guardato,
affidandoti il mio destino
e tu, con fare sornione diventi complice
in questa illusione.
Senza di te, senza questa magica visione,
che sarebbero i sogni e le speranze?
Tu che dietro questa linea celi il mistero
e il desiderio dell'intera conoscenza.
In te rifletti la mia esistenza e
il sogno di una illusione.
Nulla è ciò che appare e tu
ne sei il magico testimone.
- Paolo Cara -

Impressioni dopo la lettura del romanzo di Mario Mereu "Prima della pioggia di settembre"

“L'uomo moderno non ha più bisogno della lingua primordiale. Ormai governa la natura con la tecnologia, la scienza. E' un altro percorso, ma conduce alla stessa meta: il centro del labirinto, il centro del proprio essere. Ed è giusto che sia così, una naturale evoluzione”
(Mario Mereu, Prima della pioggia di settembre, Aìsara, 2008)


Ho letto volentieri questo romanzo di Mario Mereu, sarà perchè è ambientato in Sardegna o forse perchè la trama l'ho colta accattivante già dalle prime pagine.
Prosa giovane e moderna, scorrevole senza inciampi narrativi, libera di esprimersi fra lingua italiana ed espressioni gergali giovanili e dialettali.
La storia è ambientata ai giorni nostri e l'io narrante è il protagonista Nanni, giovane giornalista di un noto quotidiano isolano, che viene mandato a Donigala per incominciare una serie di articoli sullo sviluppo economico dei piccoli centri.
Nanni verrà invece coinvolto, divenendone testimone, in una pratica misterica che viene gelosamente custodita da millenni. Un segreto che tramanda una forma di comunicazione arcana e antica che si rivela, nella nostra società, ormai inattuale.
Filo conduttore della storia è la presenza continua - nei ricordi, nei pensieri, nelle mail inviate - dello zio del protagonista; figura emblematica che conserva, e al tempo stesso svela, la verità del mistero al nipote nel momento in cui proprio questo verrà sepolto, per sempre.
Verità distrutta perchè non ha più ragione d'essere al giorno d'oggi.
Lascio al lettore che vuole cimentarsi in questa lettura la scoperta di questo mistero.
Io dico solo che, quando ho finito di leggere quasi tutto d'un fiato il romanzo, ho sentito nell'aria campanelle vibrare.... e brividi di timore.
Mistero, arcano, tradizione...ma per me anche familiarità.
E' una lettura da mettere nell'elenco dei libri da leggere. Io l'aggiungerei ad Afa di Angioni. Tanto per fare una scorpacciata di nuragico mistero.

MARIO MEREU è un giovane scrittore sardo. Organizzatore ed amministratore in varie compagnie ed enti teatrali di Roma, del Lazio e della Sardegna, attualmente si occupa di grafica pubblicitaria e divide il suo tempo fra il mondo di internet, la scrittura e la lettura. È creatore di vestiti per gli avatar di Second Life. Ha pubblicato racconti brevi nelle raccolte Parole di carta (2000) e Lama e trama (2004).

venerdì 5 giugno 2009

Recensione a L'ultima jana, di Pia Deidda

Recensione a L'ultima jana, di Pia Deidda

Autore: Deidda Pia
Editore: Fabriano
Genere: narrativa
ISBN: 8895855027
ISBN-13: 9788895855028
Data pubblicazione: 2008
Prezzo: 10 €

L'opera, edita col Patrocinio dell'Ecomuseo delle acque della Barbagia - Sadali, si presenta articolata in 22 brevi e agili capitoli. Già tutto, in nuce, appare fin dalle prime pagine prospettato al lettore, che diviene immediatamente partecipe: la leggerezza silvana, soave e sbarazzina di Cicytella; la natura vivissima dei dintorni di Sadali, coi suoi colori, coi suoni delle acque fresche e cristalline delle sue cascatelle; le janas sorelle, permalose e orgogliose; il paese e i suoi abitanti; il bucolico Elias e il suo canto estemporaneo.
La storia si snoda tra le tradizioni più tipiche del mondo agropastorale isolano, così fedelmente riportate attraverso i gesti semplici e quotidiani delle quattro janas: l'arte della panificazione, la preparazione dei dolci tipici, dei piatti di carne e di pesce, dei liquori e delle essenze.
Tra le fameliche janas sorelle, Cicytella appare dolcissima nell'innamorarsi di Elias e del suono magico della sua ghironda, come nella pietà per il piccolo Giorgìnu ammalato.
Voli di libertà o di fuga, dalla punta del Gennargentu alla Marina di Orosei, corse spensierate o disperate mostrano tutta l'umanità di questa fata antica, di un personaggio che, lungi dall'essere così strano e "diverso", come poteva apparire a Pirichìtta, Pàrduledda e Pabassìna (poi punite, a causa del loro smisurato orgoglio, come in un dantesco contrappasso, nell'atto di satollarsi per l'ennesima volta) risulta, invece, quello più vero.
Vera, Cicytella, nella scelta di una via e di una vita non certo facile e nel portare sulla pelle e, forse, nell'anima, le "cicatrici verticali" del suo passato.

Katia Debora Melis
Cagliari, 05/06/2009

giovedì 28 maggio 2009

Una poesia di Albertina Piras

Una poesia per il mare
di Albertina Piras

In lontananza
si accavallano le onde,
spumeggiano,
poi blande
fanno sciacquio
infrangendo la riva.
Mi lasciano ai piedi
zaffiri di luce e riflessi d’argento
e poi se ne vanno di nuovo lontane
a cercare
e cercano e trovano
e riversano ancora,
ancora mi danno
smeraldi di luce e riflessi d’argento.
Mi scopro ad attenderle…
…altre volte ho atteso così.
Ma che pazza allora che ero!
E torno indietro nel tempo,
e tornano ancelle del tempo
vecchie canzoni;
si portano appresso
le fiabe, le fate,
i sogni, le stelle.
Respiro il mare,
mi cantano le onde
cucisco lo strappo del tempo
son sempre io come allora
che amo
il mare lo dice stasera,
il mare non io.
Ancora una volta gli credo,
ancora una volta divento
l’amante del mare.

Albertina Piras è una poetessa sarda n
ata a Villamar nel 1952.
Da anni è impegnata nella ricerca per la valorizzazione della lingua e del patrionio culturale del popolo sardo. Ha pubblicato su varie riviste e la raccolta di poesie "Noi e la natura". Insieme ad Antonio Sanna, nel 1994, ha pubblicato il libro Villamar. Fede, arte, storia e tradizioni popolari.


domenica 17 maggio 2009

Premiata la mia poesia Debole Preghiera

Oggi 17 Maggio 2009 nei locali del Teatro Rebaudengo di Torino alle 16 si sono tenute le premiazioni dei racconti e delle poesie del XV Premio Letterario Internazionale "Trofeo Penna d'Autore". La mia poesia "Debole Preghiera" è stata premiata al IV posto ex equo nella sezione Poesia Religiosa.

DEBOLE PREGHIERA

Ho cercato voi

amica, amico, figlio

nelle immensità del creato,

vi ho trovato perplessi, smarriti,

desiderosi di certezze,

d'infinito amore,

ma come estraniati da quell'incontro

che a me si dispiega così

semplice, genuino,

chiaro.

Ho pregato per voi

amica, amico, figlio

ma è stata una debole blanda

preghiera, disturbata

dalla mia pochezza.

L'avrei innalzata alta,

volutamente più intensa,

fatta divenire urlo,

ma la voce si è rotta in un sibilo

come di serpente, e

ho pregato per voi

così alla mia debole maniera,

amica, amico, figlio.

© Pia Deidda2008





E' stata per me una bella positiva emozione!

sabato 16 maggio 2009

PALABRA EN EL MUNDO a Cagliari


PALABRA EN EL MUNDO

Studenti, docenti, lettori, appassionati e scrittori sono invitati a partecipare e portare il loro contributo tramite lettura, commento, discussione attorno all'universo della poesia, in un incontro che li vedrà avvicendarsi, nei locali della Biblioteca, a partire dalle ore 15.
Ognuno potrà decidere se leggere o commentare poesie proprie o di autori classici, ma anche moderni e contemporanei.

Il giorno 14 Maggio 2009 in occasione della manifestazione culturale "Palabra en el mundo" tenutasi a Cagliari nei locali della Biblioteca del Liceo Scientifico Pacinotti la poetessa Katia debora Melis ha letto due mie poesie.


SECONDO TEMPO (ASPETTANDO IL MATTINO)

E il girasole, dimmi,
il girasole cosa fa quando piove?
Quando fradicio, muto,
solo, col capo chino
triste aspetta il mattino.

Sai cosa fa?
Con le radici affonda,
forte e caparbio,
e buca il terreno bruciato dal salino,
per ricercare nell’ampolla sotterranea
quell’acqua viva che lo ristora.

Che lo fa vivere con rinnovato vigore
fino al mattino,
quando potrà, di nuovo,
con devozione eterna
adorare il suo padrone,
il sole.

(© P.D. Febbraio 2007)

Questa poesia è un omaggio a Montale e al suo girasole.

ASPETTO

Aspetto
nel fluire di questi giorni
con tensione immota
il dispiegarsi delle ali di una jana
che un giorno
si sono posate
sulla mia penna leggera.

Aspetto
nel suo sfogliare lento
il lettore amico
quando troverà fra le pagine
la memoria
da me custodita
di questa terra antica.

(© P.D. Ottobre 2008)

Questa poesia è nata quando mi stavo preparando alla presentazione del mio romanzo L'ultima jana in Sardegna.

Ringrazio Katia Debora Melis per questa bella opportunità.




venerdì 15 maggio 2009

Omaggio alla foresta sarda

Una mia pagina, fra naturalismo e favola, che prende spunto dall'iniziativa Foreste Aperte organizzata dall'Ente Foreste della Sardegna, in particolare dalla giornata a Montarbu nel comune di Seui.

"Amava quella terra, i verdi intensi dei suoi boschi, le bianche montagne calcaree erose a picco sulle strette valli......".

"Altre volte Cicytella preferiva andare là dove c'era qualche antico nuraghe; tanti ne sorgevano nella zona e lei si sentiva protetta al loro interno. .....".

"Avevano a disposizione spazi immensi e solitari fatti di silenzi secolari. Grandi boschi, sterminati prati e radure, vallate solcate da turbolenti ruscelli, svettanti montagne....".

"Arrivò al ruscello che era tardo pomeriggio, lontano si sentivano le campanelle delle pecore che tornavano agli ovili.....".


"Si fermò soltanto a raccogliere viole e ciclamini nel sottobosco, peonie in una radura allo scoperto. Avrebbe strofinato i fiori sui capelli e sulla pelle mentre si lavava....".


Ringrazio www.paradisola.it per le meravigliose foto
( http://www.paradisola.it/foreste-aperte-sardegna/ e http://www.paradisola.it/foto-sarde...asp?iCat=296 )
e vi invito ad entrare nel sito istituzionale dell'Ente Foreste della Sardegna: http://www.sardegnaambiente.it/j/v/...2&c=1546&t=1

I brani sono tratti da L'ultima jana.

venerdì 8 maggio 2009

Quando Natura e Infinito si toccano

O Madre mia! Come ero felice a quell'età! Già cominciavo a gioire della vita, la virtù era per me piena di fascino ed ero, mi pare, nella stessa disposizione d'animo in cui mi trovo adesso, che ho già un gran controllo sulle mie azioni. - Ah! come sono passati velocemente gli anni solari della mia prima infanzia, ma che dolce segno hanno impresso nella mia anima! Ricordo con gioia i giorni in cui Papà ci portava al pavillon; i più piccoli dettagli si sono impressi nel mio cuore ... Ricordo soprattutto le passeggiate domenicali nelle quali la Mamma ci accompagnava sempre ... Risento ancora le impressioni profonde e poetiche che nascevano nella mia anima alla vista dei campi di grano smaltati di fiordalisi e di fiori di campo. Già amavo l'infinito ... I vasti spazi e gli abeti giganteschi i cui rami toccavano terra lasciavano nel mio cuore un' impressione simile a quella che provo ancora oggi alla vista della natura....

Santa Teresa di Lisieux in Storia di un'anima, 1898

giovedì 23 aprile 2009

L'esistenza di Dio e del Male

Quante volte ho sentito dire: «Ma se Dio veramente esistesse perchè permette il male, la malattia, le disgrazie...?». Io ho sempre dato questa risposta, che nasce dalla mia fede: «Dio ci aveva fatti a sua immagine ma noi abbiamo scelto la libertà di aderire al Bene o al Male, abbiamo scelto e preso dall'albero della Conoscenza. Questo è stato il Peccato Originale. Questo mondo imperfetto è lo scotto che dobbiamo pagare perchè ogni giorno scegliamo nella nostra libertà. Abbiamo voluto conoscere oltre il Paradiso Terrestre. Gli antichi questo l'avevano ben capito e ne è una testimonianza il primo libro della Genesi».

Ma so bene che ai miei amici atei, o agnostici, o dubbiosi, questa risposta non basta.

Perchè bisogna partire dalle domande fondamentali: «Ma io credo in Dio? Ma io voglio veramente incontrarlo?».

Riporto in questo mio spazio una lettera e la risposta a questa, letta ieri sul quotidiano cattolico Avvenire (22 Aprile 2009). Tanto per riflettere un po'.

E dedico questo spazio a tutti gli amici che sono nel dubbio o sono alla ricerca di una risposta che tarda a venire.

PRESENZA DEL MALE, ESISTENZA DI DIO, MISTERO DELL'UOMO

dalla rubrica: Il direttore risponde

Caro Direttore,Dio non c'è? Non ce n'è bisogno? È più onesto e dignitoso che non ci sia, come sostiene Augias, l'ultimo ateologo? Oppure c'è? E alfa e omega, come sostiene Mancuso, l'ultimo teologo? In un dialogo senza altezze, dove l'uno e l'altro finiscono per essere opposti che si toccano, la cultura decade. All' Aquila, padre Luciano Antonelli, frate minore cappuccino del convento Santa Chiara (gioiello del '400 andato in pezzi), corre con l'ampollina dell' olio degli infermi e, piangendo tra i corpicini dei bambini, li assolve dai peccati (di grazia, quali?) e tutti gli chiedono: «Dov'è Dio?». Il Padre, tra il dolore e lo sconcerto dei presenti, risponde: «Dio è qui, non se n'è andato». Ma di quale Dio parliamo noi uomini? Del Dio buono dei miracoli o del Dio che non avrebbe l'onnipotenza per fermare il male? Se ferma il tumore di un nostro caro, Dio c'è. Se non ferma il terremoto, Dio non c'è. «Si Deus est unde malum?» (se c'è Dio, perché il male? Da dove viene il male?). Ferdinando Camon, nelle ultime righe della sua "Conversazione con Primo Levi" chiede all'interlocutore: «Auschwitz è la prova della non-esistenza di Dio?». Levi risponde: «C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio». E sul manoscritto, a matita, annota: «Non trovo un soluzione al dilemma, la cerco ma non la trovo». E se Dio non avesse nulla a che vedere con le chiacchiere degli uomini? E se Dio non fosse ciò che abbiamo sempre ritenuto, a nostro uso e consumo? «E se un Dio non ci venisse a salvare?», chiedono Mauricio Y.Marassi e Jisò Forzani. L'uomo non sa niente di sé ma parla di Dio, (s)ragiona su Dio. Corre in soccorso del proprio simile, l'uomo, quando tutto è crollato, ma si ritrae quando è chiamato a tendere la mano in tempi di normalità. Per agire, per cooperare, ha bisogno di pianti disperati, l'uomo. E' vuoto d'amore, l'uomo. E malato, l'uomo. E capace di tutto, l'uomo. Auschwitz l'ha fatto l'uomo (cioè noi, ciascuno di noi) nel pieno della propria libertà. E' uno strano essere, l'uomo. Prima di chiederci se c'è Dio, dovremmo chiederci: e l'uomo? C'è l'uomo?

Davide D'Alessandro, Vasto (Ch)

La sua lettera, caro Davide, è accorata e drammatica, come s'addice all'argomento. La pubblico volentieri perché essa dà voce - senza chiudere preventivamente alcun varco - alla domanda che inevitabilmente ci prende quando la nostra precarietà si manifesta in modo traumatico, imponente, senza appello, com'è accaduto in questi giorni con la catastrofe in Abruzzo, e come avviene in tutte le circostanze in cui si conferma l'esistenza del male e dell'imperfezione, a cui neppure la natura sfugge. In tali frangenti, allo sguardo non sostenuto dalla fede e dalla speranza, alla persona troppo provata dal dolore, la natura può giustamente apparire più «matrigna» che madre, come sostenne Giacomo Leopardi. Probabilmente tutte queste possibili obiezioni, profondamente comprensibili, erano ben presenti a Pascal quando nei «Pensieri» elaborò il ragionamento della celeberrima «scommessa» sull'esistenza di Dio, uno dei cardini dell' apologetica cristiana, non solo moderna. Qui, egli afferma innanzitutto che i principi cristiani coincidono con i migliori principi umani e perciò vivere da cristiani (anche nell'ipotetica «assenza di Dio») equivale a vivere nel modo più umano possibile. E comunque la posta in gioco, spiega il filosofo, vale il nostro rischiare: infatti, «scommettere» su Dio non significa rischiare su qualcosa di incerto, di aleatorio (come avviene in una qualsiasi scommessa), perché la posta in palio è la vita eterna: « ... C'è proprio una vita infinita, infinitamente felice da guadagnare, una probabilità di vincita contro un numero finito di probabilità di perdita, e quello che voi mettete in gioco è finito». La bellezza del creato può essere un indizio dell' esistenza di Dio. Ma, come vediamo, neppure il creato esclude la morte. Quel frate ha avuto ragione nel rispondere così alla domanda - piena di pianto struggente - di tanta gente piegata dalla prova: il volto di Dio è, e rimane, un volto benigno, perché è quello - sempre misericordioso - di Cristo. Ce lo rammenta un passo bellissimo e incoraggiante del primo capitolo dell'enciclica «Dives in misericordia» di Papa Giovanni Paolo II: « .. Dio, che" abita una luce inaccessibile", parla nello stesso tempo all'uomo col linguaggio di tutto il cosmo: "Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità". Questa indiretta e imperfetta conoscenza, opera dell'intelletto che cerca Dio per mezzo delle creature attraverso il mondo visibile, non è ancora "visione del Padre". "Dio nessuno l'ha mai visto", scrive san Giovanni per dar maggior rilievo alla verità secondo cui "proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, 1ui lo ha rivelato". Questa "rivelazione" manifesta Dio nell'insondabile mistero del suo essere - uno e trino - circondato di "1uce inaccessibile". Mediante questa “rivelazione” di Cristo, tuttavia, conosciamo Dio innanzitutto nel suo rapporto di amore verso l'uomo: nella sua "filantropia"». Di questa filantropia di Dio ci sono testimoni, anche nell' ora del più cupo sconforto, la compagnia della Chiesa e le infinite opere di carità e di abnegazione per i fratelli di cui tanti uomini si mostrano capaci.