Spesso sono persone che fugaci sono passate nella nostra vita, ma hanno lasciato un nostalgico segno. Altre sono lontane e difficilmente raggiungibili.
E le aspettiamo, come il girasole aspetta il suo adorato - il sole - al mattino.
Secondo tempo (aspettando il mattino)
E il girasole, dimmi,
il girasole cosa fa quando piove?
Quando fradicio, muto,
solo, col capo chino
triste aspetta il mattino.
Sai cosa fa?
Con le radici affonda,
forte e caparbio,
e buca il terreno bruciato dal salino,
per ricercare nell’ampolla sotterranea
quell’acqua viva che lo ristora.
Che lo fa vivere con rinnovato vigore
fino al mattino,
quando potrà, di nuovo,
con devozione eterna
adorare il suo padrone,
il sole.
©Pia Deidda (2007)
Questa poesia prende ispirazione dalla poesia di Eugenio MontalePortami il girasole ch'io lo trapianti
Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
é dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
(Eugenio Montale, Ossi di Seppia)
1 commento:
Verissimo Pia, avevo letto solo la seconda parte.... ma quanto bisognerà aspettare queste persone?????!
crazy!
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