domenica 29 dicembre 2013
Poesia di Pia Deidda "Per se' celato"
PER SE' CELATO
a R.
Non aveva percorso strade incerte,
dritta era andata alla meta,
impervio risultò il cammino,
fu facile l'inciampo,
dell'imprevisto ne fece esperienza
per non cadere nell'umano errore
cedere, dunque, al male.
Ciò che non le era consentito,
nemmeno esprimere,
tenne per sé celato.
© Pia Deidda 2013
Amedeo Modigliani, Il vestito nero, 1918
a R.
Non aveva percorso strade incerte,
dritta era andata alla meta,
impervio risultò il cammino,
fu facile l'inciampo,
dell'imprevisto ne fece esperienza
per non cadere nell'umano errore
cedere, dunque, al male.
Ciò che non le era consentito,
nemmeno esprimere,
tenne per sé celato.
© Pia Deidda 2013
Amedeo Modigliani, Il vestito nero, 1918
lunedì 16 dicembre 2013
Associazione Nosu Impari di Torino pro Olbia
Il 22 dicembre l’Associazione Nosu Impari di Torino
sarà presente all’ evento natalizio
organizzato dalla Circoscrizione 5 del Comune di Torino
in Via Reiss Romoli 45
dalle 14,30 alle 19,30
con il Gruppo di Ballo Folk Nosu Impari
artisti e artigiani che esporranno i loro lavori
il cui ricavato sarà devoluto
alla scuola materna Santa Maria del 3° Circolo di Olbia
venerdì 22 novembre 2013
Giovanni Donna D'Oldenico nella Parrocchia di Santa Caterina a Torino
Ho scoperto un grande scrittore. Vive a Torino, è medico legale, sposato con 9 figli. Uomo di grande sensibilità e fede, abile narratore. Siamo riusciti ad organizzare un incontro con lui: vi aspetto!!!
La Parrocchia Santa Caterina da Siena vi invita a una serata di conversazione con
Giovanni Donna D'Oldenico
autore di tre romanzi: Polvere, Giusto e Dodici.
Venerdì 13 Dicembre ore 21,00
presso il Salone polivalente della
Parrocchia S.Caterina da Siena
via Sansovino n. 85 - Torino
giovedì 14 novembre 2013
Poesia di Pia Deidda "Fermarsi ad ascoltare"
FERMARSI AD ASCOLTARE
Se solo si potesse
fermarsi ad ascoltare
poetesse dalla voce flebile
sedute in disparte,
sentire i loro versi
emergere vibranti
in giochi di parole
toccanti, soltanto
a questo cuore arido
confinato nel silenzio
di penna narcisa e sterile.
© Pia Deidda 2013
dipinto di Nicoletta Tomas Caravia , Sognatrice , 2012
mercoledì 2 ottobre 2013
Spesso mi scrivono lettori (devo dire in questo caso più lettrici) per dirmi che le mie poesie piacciono ma alcuni versi le lasciano spiazzate nel suono. Trovano certi passaggi fastidiosi perché stridenti. Dissonanze non accettate e capite.
Così rispondo:
Ci può essere incompatibilità di "suono" fra versi? Certo, e perché no? Soprattutto se questo stridore concorda con la ricerca metaforica nel verso. Il contrasto darà fastidio all'udito ma scuoterà l'animo.
Ma basterebbe leggere qualche grande poeta dall'Ottocento ad oggi per capire che è discorso vecchio...
Così rispondo:
Ci può essere incompatibilità di "suono" fra versi? Certo, e perché no? Soprattutto se questo stridore concorda con la ricerca metaforica nel verso. Il contrasto darà fastidio all'udito ma scuoterà l'animo.
Ma basterebbe leggere qualche grande poeta dall'Ottocento ad oggi per capire che è discorso vecchio...
Poesia di Pia Deidda "Cadenzo con te la mia esistenza"
CADENZO CON TE LA MIA ESISTENZA
Pianta solitaria sul
balcone
ogni estate stremata
mi aspetta
di steli secchi
avvizzita
avida beve assetata.
Acqua presenza di
vita
breve anelito di
linfa
riprende l'attività
carnosa
sempre si rinnova.
Come ogni agosto io
ritorno qui
e cadenzo con te la
mia esistenza
sulla giostra del
tempo
che inesorabile
passa.
©
Pia Deidda 2013
Dipinto di Hassam Childe
domenica 8 settembre 2013
Poesia di Pia Deidda "Mi basta"
MI BASTA
Lo sai?
Mi inebri.
Basta
un tuo tocco
di
pensiero.
Poeta
non sei
se non
di gesti.
©
Pia Deidda 2013
Dariusz Grajek, Coppia d'innamorati
giovedì 29 agosto 2013
Contro la guerra in Siria di Gino Strada
Contro la guerra in Siria
di Gino Strada
«Questo dunque è il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l'umanità dovrà rinunciare alla guerra?»
Lo scrivevano Bertrand Russell e Albert Einstein nel 1955.
Sono passati quasi sessant’anni, ma l’umanità non ha ancora rinunciato alla guerra. Anzi, ancora una volta, viene presentata come l’unica opzione possibile per mettere fine a un conflitto.
Non lo è. L’abbiamo visto con i nostri occhi in Iraq, in Afghanistan, in Libia: le guerre “per la pace” hanno solo alimentato altra violenza e in questi Paesi i civili continuano a morire, ogni giorno.
Ai morti già causati dalla guerra in Siria se ne aggiungeranno altri, perché scegliere le armi oggi significa decidere sempre, consapevolmente, di colpire la popolazione civile: nei conflitti contemporanei il 90% delle vittime sono sempre bambini, donne e uomini inermi.
Centinaia di migliaia di persone hanno già abbandonato la Siria per cercare rifugio nei Paesi vicini. Li abbiamo incontrati anche in Sicilia, dove i nostri medici stanno garantendo le prime cure ai profughi che stanno sbarcando sulle coste di Siracusa.
In tutti questi anni abbiamo visto che la guerra è sempre l’opzione più disumana, e inutile.
Chiediamo che l’Italia rifiuti l’intervento armato e si impegni invece per chiedere alla comunità degli Stati l’immediato intervento diplomatico, l’unica soluzione ammissibile secondo il diritto internazionale, l’unica in grado di costruire un processo di pace che abbia come primo obiettivo la tutela della popolazione siriana, già vittima della guerra civile.
L’umanità può ancora decidere di rinunciare alla guerra: difendere e praticare i diritti umani fondamentali è l’unico modo per costruire le basi per una convivenza pacifica tra i popoli.
«Questo dunque è il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l'umanità dovrà rinunciare alla guerra?»
Lo scrivevano Bertrand Russell e Albert Einstein nel 1955.
Sono passati quasi sessant’anni, ma l’umanità non ha ancora rinunciato alla guerra. Anzi, ancora una volta, viene presentata come l’unica opzione possibile per mettere fine a un conflitto.
Non lo è. L’abbiamo visto con i nostri occhi in Iraq, in Afghanistan, in Libia: le guerre “per la pace” hanno solo alimentato altra violenza e in questi Paesi i civili continuano a morire, ogni giorno.
Ai morti già causati dalla guerra in Siria se ne aggiungeranno altri, perché scegliere le armi oggi significa decidere sempre, consapevolmente, di colpire la popolazione civile: nei conflitti contemporanei il 90% delle vittime sono sempre bambini, donne e uomini inermi.
Centinaia di migliaia di persone hanno già abbandonato la Siria per cercare rifugio nei Paesi vicini. Li abbiamo incontrati anche in Sicilia, dove i nostri medici stanno garantendo le prime cure ai profughi che stanno sbarcando sulle coste di Siracusa.
In tutti questi anni abbiamo visto che la guerra è sempre l’opzione più disumana, e inutile.
Chiediamo che l’Italia rifiuti l’intervento armato e si impegni invece per chiedere alla comunità degli Stati l’immediato intervento diplomatico, l’unica soluzione ammissibile secondo il diritto internazionale, l’unica in grado di costruire un processo di pace che abbia come primo obiettivo la tutela della popolazione siriana, già vittima della guerra civile.
L’umanità può ancora decidere di rinunciare alla guerra: difendere e praticare i diritti umani fondamentali è l’unico modo per costruire le basi per una convivenza pacifica tra i popoli.
mercoledì 28 agosto 2013
Poesia di Pia Deidda "Il mare portava sulla riva sorprese"
IL MARE PORTAVA SULLA RIVA SORPRESE
(a Gemma)
Dopo la mareggiata
il mare portava sulla riva sorprese,
curiosa osservavo i regali
donati dal dio dei marosi.
Trovavo con gran meraviglia
della madreperla conchiglie
frammenti di rosso corallo
bianchi e scarni ossi di seppia
radici contorte e nodose
matassine intrecciate e cuscini di alghe.
Oggi emerge la solitaria conchiglia,
una sola, una sola mi basta,
la bellezza mi vien così offerta offuscata
in mucchi di artificiali residui,
oggetti di questa società
alfine opulenta nella sua povertà.
© Pia Deidda 2013
(a Gemma)
Dopo la mareggiata
il mare portava sulla riva sorprese,
curiosa osservavo i regali
donati dal dio dei marosi.
Trovavo con gran meraviglia
della madreperla conchiglie
frammenti di rosso corallo
bianchi e scarni ossi di seppia
radici contorte e nodose
matassine intrecciate e cuscini di alghe.
Oggi emerge la solitaria conchiglia,
una sola, una sola mi basta,
la bellezza mi vien così offerta offuscata
in mucchi di artificiali residui,
oggetti di questa società
alfine opulenta nella sua povertà.
© Pia Deidda 2013
Frederic Leighton
Greek girl picking up pebbles by the sea
1871
Greek girl picking up pebbles by the sea
1871
giovedì 22 agosto 2013
Catena Fiorello a Castelbuono parla anche di me: grazie!
Grazie Catena Fiorello!
Catena parla di me...
(0:33)
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=TIJq5-Ug3qE#t=31
Qualche giorno fa, era il 3 agosto a Castelbuono (PA), durante la presentazione del suo libro "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", Catena Fiorello, mentre rispondeva ad una domanda sulla "ricerca della fama e del successo", mi ha chiamato in causa (con mia grande sorpresa e stupore e commozione - io ero fra il pubblico) come esempio di una persona che da quello che scrive, specialmente su FaceBook, ama la propria professione d'insegnante e lo fa con la stessa passione con cui scrive e parla della sua Sardegna, dicendo che invidia un po' il mio modo di amare e di parlare della mia terra. Si è appagati senza ricerca dei riflettori puntati.
E' vero Catena, si è felici e appagati facendo bene e con passione la propria professione, o scrivendo storie (spesso regalandole sul blog o qui su FB) e parlando (lo so tante volte lo faccio con enfasi) con amore della propria terra d'origine.
Però Catena, credimi, sentendoti parlare traspare chiara e lampante la tua vera e autentica sicilianità.
Grazie Catena!
Catena parla di me...
(0:33)
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=TIJq5-Ug3qE#t=31
Qualche giorno fa, era il 3 agosto a Castelbuono (PA), durante la presentazione del suo libro "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", Catena Fiorello, mentre rispondeva ad una domanda sulla "ricerca della fama e del successo", mi ha chiamato in causa (con mia grande sorpresa e stupore e commozione - io ero fra il pubblico) come esempio di una persona che da quello che scrive, specialmente su FaceBook, ama la propria professione d'insegnante e lo fa con la stessa passione con cui scrive e parla della sua Sardegna, dicendo che invidia un po' il mio modo di amare e di parlare della mia terra. Si è appagati senza ricerca dei riflettori puntati.
E' vero Catena, si è felici e appagati facendo bene e con passione la propria professione, o scrivendo storie (spesso regalandole sul blog o qui su FB) e parlando (lo so tante volte lo faccio con enfasi) con amore della propria terra d'origine.
Però Catena, credimi, sentendoti parlare traspare chiara e lampante la tua vera e autentica sicilianità.
Grazie Catena!
mercoledì 24 luglio 2013
Poesia di Pia Deidda "Non sono viaggiatrice"
Non sono
viaggiatrice
Non chiedetemi
perché non mi senta viaggiatrice
lasciate che
stazioni nel mio mondo.
Conciliare la
ricerca del bello diviene affanno
delle opere
dell'uomo percepisco forte il grido
trasudano lotte e
passioni estreme
contrade antiche la
memoria è infissa.
Non chiedetemi
perché non mi senta viaggiatrice
di questa vita
faccio già grande fatica.
© Pia Deidda 2013
(ringrazio Monica Arianna Zanetti per i preziosi consigli)
Siena: una pausa
lunedì 22 luglio 2013
Stamattina ho ricevuto questo bel regalo. Un grazie a Patrizia Poli e Ida Verrei e al loro blog "Signora dei filtri".
http://signoradeifiltri.overblog.com/il-meglio-di-laboratorio-di-narrativa-pia-deidda
Signora dei filtri è un Laboratorio di narrativa ed è anche su FaceBook
https://www.facebook.com/signora.deifiltri.3?fref=ts
sabato 20 luglio 2013
Stargate
o, solo i sogni ti consentono ciò che la vita ti nega.
Non racconto i miei sogni, raramente lo faccio e solo in famiglia, per giunta. Non tedierei mai i miei amici con il mio onirico. Non lo faccio già con le poesie e i racconti?
Non amo rivelare i miei sogni, non solo perché al risveglio di rado li ricordo, ma proprio perché dopo Freud ci vuole un bel coraggio a mettersi così a nudo.
Posso solo dire che i pochi sogni che al mattino riesco a rievocare sono dei veri propri film d'azione dove alle immagini e ad una perfetta sceneggiatura si uniscono effetti speciali, suoni, colori e, ho l'impressione, anche odori.
Il sogno fatto qualche notte fa lo voglio però raccontare, svela (ri-svela?) una parte di me che ormai in tanti conoscete. Non c'è bisogno di Freud per interpretarlo.
Ero all'aperto, in alto (un monte? sicuramente in Sicilia), vicino a me un uomo, mio marito. L'aria tersa e cristallina ad un certo punto si trasforma sulla nostra sinistra. Diventa un vortice leggero e luminoso più consistente e denso dell'aria intorno. Ci chiediamo perplessi e impauriti cosa possa essere. Incomincia a vibrare e ad aprirsi come un tunnel fatto d'azzurro. Mio marito vi tira un sasso dentro e lo vediamo partire lontano veloce, oltre, non sappiamo dove, ma sparisce.
Dico: E' uno stargate! - Un varco spazio temporale! - Andiamo? - No! - Dai proviamo, rischiamo? - No! - Io andrei...
Indecisa sul da farsi vedo però una persona che si sporge dal tunnel e mi allunga la mano: Allora vieni? Dai! Guarda che non resterà aperto ancora per molto - Sì! - Dove vuoi andare? - In Sardegna, dove se no?
Mi protendo e vengo risucchiata dal vortice. Mi ritrovo in un attimo in una località marina conosciuta. Sono accovacciata sotto un pino, molto stordita e incredula. Una persona che conosco, a me molto cara ma che non sento da tanto tempo, mi dice sconcertata: Ma Pia sei tu? Cosa ci fai qui? - Volevo venire in Sardegna...
© Pia Deidda 2013
foto: http://www.panoramio.com/photo/4801611
mercoledì 3 luglio 2013
"Sostava inerme" poesia di Pia Deidda
Sostava inerme
Sostava inerme a osservare
infrangersi l'onda,
immoto proseguiva il tempo
viaggio immemore del ricordo.
Non sapevo se interrompere
quel fluire lento,
ogni parola è vana
se insondabile il pensiero vaga.
© Pia Deidda 2013
dipinto di Carlo Carrà, Donna al mare , 1931
lunedì 1 luglio 2013
La compagnia Nosu Impari ad Alessandria il 23 giugno 2013
Circolo Sardo "Su Nuraghe" di Alessandria
alla festa di Sant'Ignazio del 23 giugno 2013.
martedì 11 giugno 2013
Poesia di Pia Deidda, "Non solo noi"
NON SOLO NOI
Non solo noi in questo mondo,
trabocchetto infido
d' inconcludenti incertezze.
Dell'esistere insieme
facciamo nostro scudo,
riparo dagli inganni.
Mi affido alla tua presenza
in vicendevole intesa.
© Pia Deidda 2013
MARC CHAGALL, Veduta dalla finestra, 1915
venerdì 24 maggio 2013
Politici pagati da società gioco d'azzardo: chi sono. In un duro intervento al Senato l'onorevole Giovanni Indrizzi fa i nomi dei politici che, come denunciato da Le Iene, ricevono finanziamenti dalle società che fanno del gioco d'azzardo il proprio terreno di guadagno. Fra questi anche il premier Enrico Letta
Cosa devo dire ai miei allievi, a mio figlio? Che vi abbiamo preparato negli anni uno Stato mafioso e corrotto? Ditemi che non è vero, vi prego!
Vorrei che il Parlamento Italiano chiarisse bene.
http://www.today.it/politica/politici-soldi-gioco-d-azzardo.html
Vorrei che il Parlamento Italiano chiarisse bene.
http://www.today.it/politica/politici-soldi-gioco-d-azzardo.html
martedì 21 maggio 2013
NO INVALSI - Dialogo in una scuola qualunque in una landa qualunque
NO INVALSI - Dialogo in una scuola qualunque in una landa qualunque.
Professore 1: Ohhhhh nooooo non ne posso più di questa correzione INVALSI, sono stanchissimo. E' da due giorni che lavoriamo.
Professore 2: Non è una correzione ma è una immissione di dati informatizzata. Un lavoro di segreteria, per intenderci.
Professore 1: Va bhè, chiamala come vuoi. Però sono ore che lavoro.
Professore 2: Non retribuite.
Professore 1: Ma sono nelle 40+40 che dobbiamo.
Professore 2: Ma con questo ultimo Collegio Docenti sono ultimate. Non avevi ore da dare in più.
Professore 1: Ah! Mi è stato detto...
Professore 2: Ti è stato detto... Ma non ti sei informato?
Professore 1: Sì, certo! Ho un amico sindacalista.
Professore 2: Dei Cobas? Dei Cub?
Professore 1: Non della Cisl.
Professore 2: Ah!
Professore 1: Ma tu perché sei qui e non a correggere?
Professore 2: Perché sono contro gli INVALSI, l'altro giorno ho anche scioperato. E ho anche compilato il modulo dove spiegavo le mie ragioni. Sono tutelato dalla legge e dal sindacato. Comunque non si dice correggere...
Professore 1: Ma gli INVALSI sono obbligatori! E' stato detto dal Preside!
Professore 2: Perché la scuola ha aderito, ma non è nelle competenze della funzione insegnante. Non è un lavoro che ricade nei nostri doveri di insegnamento. Non è nel contratto. E poi gli INVALSI sono un organo esterno che ti sta facendo fare a te un lavoro gratis. Ma quale categoria di lavoratori fa un lavoro non retribuito?
Professore 1: Senti non me la sento in questo momento personale critico di affrontare discussioni con il Preside. Sai ho dei problemi personali.
Professore 2: Va bene. Allora perché ti lamenti?
Professore 1: Ohhhhh nooooo non ne posso più di questa correzione INVALSI, sono stanchissimo. E' da due giorni che lavoriamo.
Professore 2: Non è una correzione ma è una immissione di dati informatizzata. Un lavoro di segreteria, per intenderci.
Professore 1: Va bhè, chiamala come vuoi. Però sono ore che lavoro.
Professore 2: Non retribuite.
Professore 1: Ma sono nelle 40+40 che dobbiamo.
Professore 2: Ma con questo ultimo Collegio Docenti sono ultimate. Non avevi ore da dare in più.
Professore 1: Ah! Mi è stato detto...
Professore 2: Ti è stato detto... Ma non ti sei informato?
Professore 1: Sì, certo! Ho un amico sindacalista.
Professore 2: Dei Cobas? Dei Cub?
Professore 1: Non della Cisl.
Professore 2: Ah!
Professore 1: Ma tu perché sei qui e non a correggere?
Professore 2: Perché sono contro gli INVALSI, l'altro giorno ho anche scioperato. E ho anche compilato il modulo dove spiegavo le mie ragioni. Sono tutelato dalla legge e dal sindacato. Comunque non si dice correggere...
Professore 1: Ma gli INVALSI sono obbligatori! E' stato detto dal Preside!
Professore 2: Perché la scuola ha aderito, ma non è nelle competenze della funzione insegnante. Non è un lavoro che ricade nei nostri doveri di insegnamento. Non è nel contratto. E poi gli INVALSI sono un organo esterno che ti sta facendo fare a te un lavoro gratis. Ma quale categoria di lavoratori fa un lavoro non retribuito?
Professore 1: Senti non me la sento in questo momento personale critico di affrontare discussioni con il Preside. Sai ho dei problemi personali.
Professore 2: Va bene. Allora perché ti lamenti?
venerdì 17 maggio 2013
Catena Fiorello al Salone del Libro di Torino 2013
Catena Fiorello al Salone del Libro di Torino 2013
Spazio Casa Book Cook
16 maggio 2013
ore 15
Come ben sapete, da quello che avete potuto leggere finora di me, non ho mai amato e avuto degli "idoli" mediatici. Sapete anche che non ho la TV e che non amo le pagine patinate di moda. Quindi, se vi parlo di Catena Fiorello, dei suoi libri, della sua ottima scrittura, della sua simpatia, energia, semplicità, sensibilità, sto parlando della donna Catena, non della sorella di, non della donna che può accedere ai mass media, non della donna che ha maggiore visibilità sulle riviste. Catena l'ho conosciuta inizialmente, non solo perché già amica di mio fratello Antonio Deidda, attraverso la lettura di "Picciridda". Fra le righe di quel romanzo trovai la penna di una donna che sapeva guardare il mondo con occhi sensibili e attenti. Ho avuto poi modo, conoscendola, di verificare che dietro quella bella penna c'era una donna vulcanica di una grande sensibilità e intelligenza, di un grande rigore intellettuale e professionale. Ecco perché consiglio la lettura di "Picciridda", "Casca il mondo casca la terra" e "Dacci oggi il nostro pane quotidiano". Leggeteli! E ve lo dice una che per puntiglio rifugge sempre dalla lettura dei best sellers.
Foto di: Gianpiero Pisanello, Francesca Braghero, Elena Girola
venerdì 3 maggio 2013
Poesia di Pia Deidda "A chi amar non sa"
A chi amar non sa
Amor avrei dato
e ancora e ancora.
Testimone fu il tempo fuggevole
del mio imbrigliante egocentrismo
che rese possibile solo l'oblio.
©
Pia Deidda 2013
dipinto di Edward Pustovoitov
giovedì 2 maggio 2013
sabato 27 aprile 2013
Altri personaggi di "E cantavamo alla luna"
Un'allieva del primo anno dell'Istituto Flora di Torino mi ha chiesto:«Perché ha parlato di una storia parallela a quella della sacerdotessa Airam, la storia di Eliet e Akruet? Perché inserire una storia d'amore?».
Airam è la continuazione della tradizione, è la memoria storica che non deve morire, e Ineles lo sarà per lei. E lo saranno le figlie delle figlie. Eliet e Akruet sono simbolo della famiglia che procrea. Sono il popolo sardo che non sarà estinto dalla dominazione romana. E' una nota positiva nell'atrocità della guerra e della violenza.
Qui di seguito un brano del dialogo che intercorre fra alcune donne, scampate dopo la violenza subita dai soldati romani, mentre sono sulla Grande Montagna (Gennargentu) ospiti di una tribù amica.
- Abbiamo sofferto tutte tanto.
- Sì Lenar, abbiamo patito tanto tutte.
- Ma adesso si ricomincia.
- Certo! Si ricomincia a vivere.
- Ma, a vivere come, Tanet? Chi ci vorrà in queste condizioni? Se non ero appetibile prima come moglie figuratevi adesso.
- Non dire così Lenar, non hai sentito Arit? Ha detto che troverà una soluzione non solo per te, per me, per noi, ma anche per tutte le donne rimaste vedove.
- Ah già, qui in Barbaria ci sono tanti uomini....
- Sei sempre la solita Lenar!
- Sono solo realista.
- Guarda sta arrivando Eliet con il bambino.
- Quanto è bello!
- Almeno lei ha una esistenza felice segnata ....
- L'avremo anche noi, vedrai.
- Sì, certo, l'avremo anche noi...
PIA DEIDDA, E cantavamo alla luna, Zènìa, 2011, (12,50 euro)
Genere: storico-epico
Airam, ultima sacerdotessa di un antico culto lunare nuragico officiato in Ogliastra, vive il dolore di non aver ancora avuto una figlia femmina alla quale tramandare i suoi poteri divinatori e oracolari. La consapevolezza della fine del suo mondo diventa più concreta all'arrivo dei romani che si impongono come conquistatori e dominatori.
Airam è la continuazione della tradizione, è la memoria storica che non deve morire, e Ineles lo sarà per lei. E lo saranno le figlie delle figlie. Eliet e Akruet sono simbolo della famiglia che procrea. Sono il popolo sardo che non sarà estinto dalla dominazione romana. E' una nota positiva nell'atrocità della guerra e della violenza.
Qui di seguito un brano del dialogo che intercorre fra alcune donne, scampate dopo la violenza subita dai soldati romani, mentre sono sulla Grande Montagna (Gennargentu) ospiti di una tribù amica.
- Abbiamo sofferto tutte tanto.
- Sì Lenar, abbiamo patito tanto tutte.
- Ma adesso si ricomincia.
- Certo! Si ricomincia a vivere.
- Ma, a vivere come, Tanet? Chi ci vorrà in queste condizioni? Se non ero appetibile prima come moglie figuratevi adesso.
- Non dire così Lenar, non hai sentito Arit? Ha detto che troverà una soluzione non solo per te, per me, per noi, ma anche per tutte le donne rimaste vedove.
- Ah già, qui in Barbaria ci sono tanti uomini....
- Sei sempre la solita Lenar!
- Sono solo realista.
- Guarda sta arrivando Eliet con il bambino.
- Quanto è bello!
- Almeno lei ha una esistenza felice segnata ....
- L'avremo anche noi, vedrai.
- Sì, certo, l'avremo anche noi...
PIA DEIDDA, E cantavamo alla luna, Zènìa, 2011, (12,50 euro)
Genere: storico-epico
Airam, ultima sacerdotessa di un antico culto lunare nuragico officiato in Ogliastra, vive il dolore di non aver ancora avuto una figlia femmina alla quale tramandare i suoi poteri divinatori e oracolari. La consapevolezza della fine del suo mondo diventa più concreta all'arrivo dei romani che si impongono come conquistatori e dominatori.
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