mercoledì 2 ottobre 2013

Spesso mi scrivono lettori (devo dire in questo caso più lettrici) per dirmi che le mie poesie piacciono ma alcuni versi le lasciano spiazzate nel suono. Trovano certi passaggi fastidiosi perché stridenti. Dissonanze non accettate e capite.

Così rispondo:
Ci può essere incompatibilità di "suono" fra versi? Certo, e perché no? Soprattutto se questo stridore concorda con la ricerca metaforica nel verso. Il contrasto darà fastidio all'udito ma scuoterà l'animo.

Ma basterebbe leggere qualche grande poeta dall'Ottocento ad oggi per capire che è discorso vecchio...

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