Cosa dicono i lettori di
"E cantavamo alla luna"
di Pia Deidda
Rosy
Giorri
Appena
lo Apri ti
rendi subito conto che stai Per affrontare uno dei Viaggi più
Affascinanti che ti permettono di Tornare a casa. Una sensazione Dolce e
Dolorosa che ti appartiene da sempre mista ad attese e conferme con Te
Stessa, con il Tuo Essere Donna e Madre in Terra Lontana !!! Un Romanzo
da Leggere e Custodire gelosamente nelle Librerie di tutte le Case, per
chi volesse capire l'Essenza Ancestrale della Nostra Isola ...
Bellissimo Perdersi tra le righe....
Katia Debora Melis
L’ultima opera narrativa di Pia Deidda, edita dalla Zènìa Editrice di
Nuoro nel 2011, già dall’immagine di copertina, opera di Elsa Molinari,
presenta forti tratti evocativi. Terzo romanzo dell’autrice, sempre più
orientata al recupero delle sue origini e delle antiche tradizioni
sarde, l’opera appare ben ideata e narrata, di piacevole e facile
lettura come, del resto, i due precedenti romanzi,
Rubia e
L’ultima
jana.
La
narrazione, suddivisa in brevi capitoli, ognuno dei quali
contraddistinto da un titolo rappresentativo, procede rapida sullo
scorrere di un linguaggio generalmente medio, che alterna ampi brani
narrativo-descrittivi a dialoghi intessuti con secche battute.
Colpisce subito il
ritmo cadenzato delle iterazioni e degli iperbati di una narrazione
condotta al ritmo della musica, a passo di danza, al passo della marcia
dell’esercito invasore. Lo stile di Pia Deidda riprende quello
formulario degli antichi aedi, volutamente, posizionando il fulcro della
narrazione sul valore dell’oralità come trasmissione di saperi ed
esperienze, anche se traumatiche, e del ripetere per ricordare.
Se al centro della
produzione narrativa dell’autrice, prima con Rubia, poi nel secondo
romanzo con Cicytella e, infine, qui, con Airam, la figura attorno a cui
si dipanano le spire delle vicende è la donna e l’universo variegato
del sentire femminile, tuttavia in E cantavamo alla luna è la
collettività che tesse le linee della storia, microstoria a macrostoria,
a cui dà senso e corpo proprio il sentimento di comunità.
Ecco che Pia Deidda, con grande sensibilità, torna indietro e
riproietta sullo sfondo della conquista romana della Sardegna quelli che
sono i sentimenti, le paure, il disorientamento dell’uomo d’oggi. Così
se Airam e le sue, le nostre genti, volevano risposte concrete e
certe sulle incommensurabili domande che la vita poneva loro senza
tregua e con durezza, altrettanto si può dire per il presente. E’
dunque quella narrata dalla scrittrice ogliastrina una storia senza
tempo, sempre in atto, che se i poeti canteranno i nostri figli non
dimenticheranno.
Altro aspetto della scrittura della Deidda,
che affianca alla preponderante produzione in prosa pregevoli versi, è
l’attenzione ‘poetica’ per la natura della sua terra, descritta con
tratti che vanno, alternativamente, dal realismo quasi iconico a note
idilliache. A ben considerare, infatti, proprio la natura sembra essere
la vera protagonista del libro; a lei la maggior parte dello spazio
nella dimensione descrittiva della narrazione, tanto che i personaggi
che vi si muovono dentro appaiono, credo volutamente, disegnati con
tratti generici, quasi rarefatti, specie la figura di Airam la
sacerdotessa.
La
maggior ricchezza di aggettivazione, infatti, è dedicata al paesaggio,
al territorio, agli elementi naturali, animali e vegetali, e manifesta
la sovrana potenza della Natura nel mondo sardo arcaico: l’uomo, quasi
piccolo puntino sparuto, ne appare attratto e respinto, cullato dalla
terra che l’ha generato e alimentato e protetto, a volte, altre volte
quasi escluso o abbandonato. Tutta la narrazione presenta aspetti di
questa dualità, nel rapporto interno-esterno, alto e basso, cielo e
terra, materia e spirito, in una conciliazione che, specie al volgere
delle vicende verso il loro epilogo, parrebbe totalmente impossibile,
mentre si mostra naturale e necessaria.
Battistina
Meloni
Conquistata, ammaliata dal "canto alla luna" di Pia
Deidda
Una sola parola per definire la sensazione di
"fine lettura" AMMALIATA...
Bello davvero lo scorrere delle
pagine.
Il finale poi, intriso della dolcezza e della forza delle nostre donne.
Mi
ricorda la sensazione di "Rubia"
Albino Agus
Ho
letto il libro “E
CANTAVAMO ALLA LUNA"
e devo dire che mi
è piaciuto
moltissimo. E' scritto
molto bene; in un italiano perfetto e la lettura risulta piacevolmente
scorrevole. La fantastica storia, che mi ha coinvolto, appare reale nei
minimi particolari al punto che: non sembra un racconto di fantasia, ma
una cronaca di avvenimenti vissuti dalla stessa autrice. Ed io, usando
quella fantasia di cui sono provvisto, ho immaginato che Pia Deidda
fosse entrata in uno stato di ipnosi e facendo una regressione nel
passato, avesse rivissuto gli avvenimenti dell'epoca di cui racconta;
facendolo apparire come un episodio reale vissuto in
un'altra vita. Questa mia fantasia è
stata stuzzicata anche dal
titolo; difatti Lei non scrive: “E CANTAVA ALLA LUNA” ma “E CANTAVAMO
ALLA LUNA”. Quasi
una dichiarazione di presenza in quei luoghi,durante la dominazione
romana, quale testimone oculare dei fatti di cui racconta in modo così
minuzioso e reale, come potrebbe solo una persona che quegli avvenimenti
li avesse vissuti. E, sempre dando spazio alla mia fantasia, la vedrei
ben collocata nel personaggio di Airam...
Durante
la lettura ho sentito i profumi delle erbe aromatiche, il rumore delle
cascate e mi sono quasi sentito bagnato dagli spruzzi di quelle fresche
acque. Alla fine, quando ho chiuso il libro, ho sentito una gran voglia
di arrotolarmi nell'argilla polverosa, nell'erba morbida dei pascoli
descritti per poi tuffarmi nel mare frizzante come quello di una volta,
quand'ero bambino, nel quale ho provato la sensazione di trovarmi
immerso in un barile di birra spumeggiante ... ; e, non mi vergogno di
dirlo, anche con la voglia di un bel pezzo di pecora bollita ...
Io
dico che, E
CANTAVAMO ALLA LUNA dovrebbe
entrare nella casa di ogni sardo; perché leggendolo, benché non
sappiamo dove stiamo andando, si riesce almeno
a capire da dove veniamo.
Ringrazio
il Circolo Kinthales di Torino che mi ha dato la possibilità di
conoscere Pia Deidda e conseguentemente di leggere il suo bellissimo
libro che raccomando a tutti di leggere.
Ringrazio
anche Luisa Pisano che, per il fatto che io non potrò, per cause di
forza maggiore, essere presente, ha accettato il compito di leggere
questo mio commento assolutamente sincero.
E
chiudo augurando all'autrice di E
CANTAVAMO ALLA LUNA tutto
il successo che merita perché è davvero
molto brava!
Complimenti e
tantissimi auguri a Pia Deidda e un saluto e un abbraccio a tutti i
presenti.
Marina Altea Santus
"E cantavamo alla luna" e
"L'ultima jana" letti d'un fiato Pia ... io e
il mio compagno ... bellissimi tutti e due!!
Eliano Cau (scrittore)
Le opere di Pia
hanno la profonda levità dei romanzi che non muoiono. L'oblio si
accanisce contro le storie incongrue e vane, non contro quelle che ci
danno piacere e ci conducono in mondi conosciuti ma ignorati dai più.
Leggetele, le sue storie, poi ne parleremo qui e dove vorrete: ne varrà
la pena.
Linda Soglia
Ho letto "E cantavamo alla luna": molto bello! Mi sono piaciute la
tecnica narrativa (soprattutto i dialoghi serrati) e la preservazione
della memoria e dell'identità. Bravissima, cara Pia!
Cassiano
Abis
Ho
finito di leggere "E cantavamo alla luna" giovedì scorso e, come mia
abitudine e piacere, devo dire la mia (...). E' un bel racconto.
Delicato persino nella sua crudezza. Descrittivo, ma mai noioso.
Penso
che alcuni passi non li dimenticherò mai, e questo fa del libro un
tesoro, vuoi perché ci appartengono, vuoi perché ne stiamo ancora
soffrendo.
Uno per tutti la descrizione a pag. 81 al cap.: "Il
potere di Airam". Mi piacerebbe che fosse ancora così, ma, salvo rare
occasioni, quegli 'scogli rossi', anche a girarci intorno, appaiono
sempre più distanti. Il racconto della invasione Romana si fa quasi
verosimile, e chi cantava alla luna si è fatto voler bene.
Grazie
Pia.
Maria Antonietta Arzu
Grazie Pia ho
letto il tuo libro. Ho trovato una ottima iniezione di cultura. Che
dire? Fantastico!! Sai ora lo devo leggere per la seconda volta,
perché ho paura di aver tralasciato qualche dettaglio...Ti
abbraccio!!!
Marina Meiko Tozzo
Beh, che dire...
l'ho terminato ieri sera dopo averlo letto per la seconda volta. Negli
ultimi anni sono sempre scappata dai romanzi, preferendo la
saggistica. Il tuo è stato il primo dopo 4 anni di rifiuto. Che dire?
Elegante nel tracciare... sentimenti ancora cosi attuali. Fresco nel
fondere mito e storia. Molto nuova la modalità di dialogo dove la
riformulazione mi è giunta come eco, l'eco che dà forza alla verità hic
et nunc. Una parte di Ariam vive in ognuna di noi. Grazie Pia.
E
ancora:
Ho
letto questo libro
con grande piacere tutto in una sera. E' un modo per capire anche ,
come eravamo prima che arrivassero i romani a colonizzarci. Storia
poetica di una sciamana sarda e delle sue vestali, se cosi si può
dire....baci a tutte.
Paola
Sacco
Ancora una volta Pia Deidda ammalia i suoi lettori
in modo suggestivo con la sua prosa fresca e poetica. Benché la
storia si faccia affrettata verso la fine, carpita dalla velocità, la
scrittrice accompagna, con immensa grazia, i suoi lettori in un
intreccio ben lontano dai nostri tempi (...forse troppo eterea la
sacerdotessa!?!). E tutti, lettori curiosi del dopo, rimangono
piacevolmente impigliati nella purezza descrittiva della natura sarda.
Un paesaggio, composito, a volte accogliente, altre poco incline nei
confronti dell'uomo ma sempre misterioso e intrigante. E la prosa? La
prosa funge da guida nello scorrere delle pagine e, come briosa
sorgente, rinfranca piacevolmente il lettore.
Magico e surreale
s'incastonano in perfetta simmetria con il reale della storia
proposta. Pia, grazie perché nutri di sogni le nostre letture.
Elda
Mari
Ciao, Pia, ho letto il tuo romanzo E CANTAVAMO
ALLA LUNA e devo dirti che me lo sono goduto dalla prima all'ultima
pagina: è una piccola filigrana letteraria, tessuta tra storia, mito e
fantasia con la grazia di una fiaba, con piacevoli e leggeri voli
descrittivi dei paesaggi in cui si svolge. Bello.
Giusi
Ginatempo
Ho letto il libro tutto d'un fiato, ne sono
rimasta affascinata, sia dal personaggio femminile che dai paesaggi
incantati. Non so se è una mia proiezione, ma ho visto questo istinto
di vita portato avanti dalle donne, che resiste in tutti i modi alla
violenza della guerra, di cui sono portatori gli invasori, anche se il
personaggio del console romano è apprezzabile perchè ricco proprio di
istanze contraddittorie e per il suo legame con la cultura greca...
A
quando il prossimo?
Angela Mulas
Ciao
Pia.....ho comprato e letto il tuo libro.....E cantavamo alla luna!!!!
Complimenti mi e' piaciuto tantissimo....Buona serata*_*!!!!!!!
Anna
Nosotti
Ho letto con attenzione il tuo ultimo libro. L'ho
poi lasciato "decantare" ( come si fa col vino prezioso) e
l'ho
rivisto nelle parti salienti ieri sera. Mi è piaciuto, molto più
degli altri due: bella la mescolanza
tra storia e mito, belli i
diversi registri linguistici, interessanti e vivi i personaggi.
Inoltre, certe ingenuità
degli altri due romanzi sono quasi
sparite del tutto. Permangono a volte nel linguaggio: è giusto che
questo
sia epico-evocativo-favolistico, ma occorre, a mio
giudizio, un pò più di rigore.
Nel titolo poi avrei evitato il
"e " iniziale ( che fa tanto Cronin:"E le stelle stanno a guardare"):
senza, il titolo è MOLTO più incisivo.
Ho risposto ad Anna ringraziandola ma precisando sul titolo
al
quale sono legata in modo particolare:
Per quanto riguarda invece il titolo ti devo dire
che è nato
prima il titolo e poi lo scritto (così come per Rubia e L'ultima jana).
Doveva essere E NOI CANTAVAMO ALLA LUNA, ma poi tolsi il “noi” e lo
lasciai intuire. Quella E ha un significato simbolico proprio di
congiunzione: noi sardi “di oggi” uniti/congiunti al ieri in una
ricerca d'identità. Il finale con Airam e Ineles non è l'epilogo.
Al Bosco Seleni non solo loro ma
(anche) noi cantavamo alla luna.
So
che sembra assurdo fra bolli filatelici dell'Unità d'Italia,
centocinquantenari e simili. Ma noi sardi abbiamo bisogno oggi più che
mai che non venga dispersa questa eredità.
Ma il discorso è lungo...
Stefania
Loddo Lai
E
cantavamo alla luna è uno splendido aereo di carta , magico e
indistruttibile per volare sui nostri luoghi ed entrare nella leggenda
... grazie !!
Graziella Deplano
Ho recentemente visitato il "Selene" ed
ho rivissuto l'atmosfera del tuo romanzo...in particolare ho sentito
la presenza di Airam, la sacerdotessa....!! Bellissimo, mi è
piaciuto molto..complimenti !!!
Rosalia
Russo
La storia mi ha un po' solcata dentro. Ho ritrovato
degli echi lontani di radici che non credevo di avere (ad esempio il
culto della luna, sul quale so alcune storie/leggende). Poi come
lettura è capitata in un momento particolare, in cui stavo elaborando
una teoria tutta mia per la quale in realtà non mi sento abbastanza
sarda e ne soffro. Questa tua storia mi ha in un certo senso fatto
riflettere, mi ha fatto sentire legata alla mia terra anche se il mio
sangue è misto: dopotutto Ineles è figlia di un romano, chissà di
quale provincia. Eppure è la custode del patrimonio religioso del
popolo sardo...
Claudia Zedda (autrice di
Creature
fantastiche in Sardegna)
Ciao Pia, ieri notte
ho finito di leggere il tuo "E cantavamo alla luna". E' molto
coinvolgente! Rende il passato antico cosa viva, e al lettore consente
di muovercisi dentro, a proprio piacere. Complimenti.
Antonella
Sica
Ciao Pia volevo dirti che ho letto E CANTAVAMO
ALLA LUNA!! L'ho letto in vacanza in Sardegna nella meravigliosa
spiaggia di Foxilioni!! L'ho trovato bellissimo e me lo sono ...
divorato in pochi giorni! Complimenti!
Walter Curreli
Grande Pia! Ho letto il
tuo libro. Sei stata proprio brava a descrivere le sensazioni che
gli ultimi nuragici hanno provato quando sono arrivati i primi
colonizzatori romani. Airam la sacerdotessa predisse bene: l'orda di
uomini avidi non si sarebbe fermata lì...
Lucilla Trapazzo (attrice)
Pia , ho ovviamente letto il tuo libro e la cosa
che mi è piaciuta di più è stato lo stile narrativo, l'alternanza
tra capitoli più elegiaci e di ampio respiro e quelli solo di
dialoghi, un modo efficace per avanzare l'azione velocemente pur se
in modo profondo.
Stefania Loddo Lai (artista)
Sto
leggendo la storia di Airam e percorro il bosco con la mente ... sono
dentro anche io .... mi piace ... :-)
Antonietta Naitza
Ho
appena finito di leggere "E CANTAVAMO ALLA LUNA". Delizioso,storia
delicata, con un ritmo tutto particolare che a parer mio si
presterebbe anche ad una rappresentazione teatrale...Nella lettura
percepivo il ritmare del ballo sardo, per non parlare poi della
descrizione del paesaggio che mi ricorda zone conosciute e a me
care....Complimenti.
Antonio Sale
Pia, sto
rileggendo il tuo libro. Lo trovo meraviglioso; ci racconti con Airam
un pezzo della nostra storia con grande umanità.
Natascia
De Leo
Finitoooooo!!! Bellissimo e magico... E' il
"profumo" della forza delle donne sarde, siano esse umane che janas,
è sempre così intenso, anche in questa tua ultima perla. Brava Pia!
E
quando tra qualche giorno rivedrò i miei Scogli Rossi ripenserò a
"quel" romano e gli dirò "Non parlo di forza, romano. Parlo di
unità. Non abbiamo un esercito, non abbiamo strategie militari. Io
parlo di unità di popolo. Parlo di una sua unica identità."
Evviva
il Popolo Sardo! W la nostra Sardegna!
Valeria Corradi
L'ho
appena finito di leggere! Bello!
Rosy Aresu
Sono
nel bosco e vago leggiadra pensando a te Pia e a chi il bosco lo ha
vissuto millenni fa, e nel bosco ha trovato fonte per i suoi
meravigliosi scritti.
E ancora:
"Mare e montagna,presenze
inscindibili di quest'isola,che si fondono insieme. Sul cuscino
prese anche una fibbia d'argento e corallo finemente lavorata.
Rappresentava la Luna su un cielo costellato di stelle": dal libro
di Pia Deidda "E cantavamo alla luna", tutto ciò che noi siamo come
popolo, scritto magnificamente da Pia, che in questo racconto riesce
a far rivivere in chi lo legge un culto antico ,che esalta ciò che
oggi siamo come popolo, Airam, che rappresenta il sentimento, il
carattere, la nostra interiorità, Airam che ha dentro di sé i
caratteri delle donne di Sardegna. Grande Pia riesce sempre a
creare con i tuoi libri una magia antica, grazie!
Fai rinascere
sentimenti sopiti,travolti dalla quotidianità, riesco a uscire dal
quotidiano leggendoti e mi sembra di rivivere nelle vesti dei tuoi
personaggi, non riesco a non mettere per iscritto ciò che trabocca
quando mi avventuro nel tuo mondo; scrivo pure male, sembra che una
forza sconosciuta mi faccia scrivere velocemente, quasi per non
lasciare sfuggire ciò che provo e che vorrei non svanisse, scrivendo
riesco a sentirlo mio.
Sto centellinando il tuo libro, non ho
finito di leggerlo, ne leggo alcune pagine e poi lo ripongo, mi
piace leggerlo piano piano.
Paolo Cara
"E
cantavamo alla Luna", ...
Anche qui Ti sei dimostrata
grandissima, poiché nello scorrere della lettura, mi sono immerso
nel tempo e nei luoghi da Te descritti con meravigliosa maestria.
Ho
percepito le forti vibrazioni durante le Meditazioni di Airam, con
l'aspetto Divino della Luna, e Tu sai quanto io senta forte il culto
della Grande Madre, un qualcosa che è risvegliato in me, un
qualcosa che da sempre percepisco, un qualcosa di cui sono
consapevole che altro non è, che l'Amore Materno di Dio.
La
descrizione dei boschi, delle rocce, del mare, del cielo e della
luna, sono descrizioni ricche di divinazione e devozione.
Tu hai
il grande dono nel descrivere con maestria la bellezza che
percepisci, così da far vivere ciò che scrivi al lettore che sa
immergersi in maniera profonda nell'incanto, grazie all'Amore Divino
presente in ogni essere umano.
Grazie carissima Pia di
quest'altra grande perla che hai regalato all'umanità intera.
La
storia, la grande storia del Popolo Sardo, grazie anche a Te, vivrà
in eterno, poiché con questi Tuoi racconti, altro non fai che
tramandare di generazione in generazione, la nostra antica storia, il
nostro antico culto e la forza di grande e infinito Amore che vive
in ogni nostro cuore.
Colei che è il Puro Desiderio di Dio,
Colei che è la Creazione, Colei che quotidianamente ci dona il Suo
Eterno Amore, in eterno Ti Benedirà.
Un abbraccio forte e ricco
di fraterno affetto da parte mia, che Ti stimo infinitamente.
Paolo.
Isabella
Soverino
Ho finito E cantavamo alla luna semplicemente
stupendo!
Ho trovato il romanzo molto coinvolgente
nell'insieme: dalla descrizione del paesaggio marino della Sardegna
alla vicenda storica. E' molto bello e poi come sempre c'è coraggio e
amore nella vicenda.
Mario Casagrande (autore del
"Palloncino bianco")
Oggi
ho terminato di leggere il romanzo" E cantavamo alla luna" Una
storia davvero tenera, ricca di amore per la propria terra!! Come
sempre, Pia Deidda ha dato il meglio, mi ha letteralmente
affascinato con i suoi storici personaggi!!!! (Quinto Cornelio e in
modo particolare Airam che mi ha conquistato) Grazie a Pia Deidda
per avermi dato la possibilità di leggere questa stupenda storia...
Ancora COMPLIMENTI!!!!!!
Laura Contaldi
Ho
terminato la lettura di "E cantavamo alla luna". Come sempre Pia
riesce ad incantarmi con i suoi libri in cui storia, fiaba e leggenda
si uniscono per dar vita ad un racconto che è un omaggio alla sua
terra ,alle sue origini, alle sue tradizioni.
La lotta del
popolo sardo contro i romani fu veramente caparbia. Essi non volevano
assolutamente sottostare alla trasformazione radicale della loro
civiltà e dei valori morali cui voleva sottoporli il dominio romano.
Airam,
sacerdotessa di un antico culto lunare, si oppose con tutte le sue
forze a Quinto Cornelio, comandante romano, e il dialogo tra loro è
tra le pagine più belle.
Un libro al femminile, scritto
egregiamente, brava Pia!
Loredana Cuccu
E' una
fusione di magia, storia antica, ma sempre attuale e natura.
E'
profumi e sapori.
E' tradizioni, radicate nel tempo, inserite in
un mondo “divino” che sembra tanto lontano, ma è stato tramandato.
E'
quel ballo tondo reso mistico.
E' speranza nel domani che
vince sulla crudeltà.
E' una donna caparbia, come le sarde
riescono a essere spesso...e tanto bene.
E' amore per la terra
sarda e il suo popolo.
E' quel “saremo altro”...”siamo già
altro da tempo”.
(...)
Mi piace come hai descritto la
sofferenza di questa divinità, tanto umana in questo suo desiderio
[avere una figlia n.d.r].
E tutte le tradizioni raccontate
nella realtà di questo popolo...pensavo a una persona “continentale”
che non conosce così bene l'isola e magari si perde la magia del
confronto, del pensare “ma sta parlando di...” “ma questo è...”.
Pia,
sai che si vede davvero quanto sei legata all'Ogliastra?! Ma ti è
mai venuta voglia di ritornare lì? O ti accontenti di riviverla
quotidianamente nella tua realtà e nei tuoi libri?
Federico
Deidda
Ho letto «E cantavamo alla luna» e l'ho trovato molto
bello. E' scritto benissimo.
L'idea di affidare a una donna le
sorti del popolo è azzeccatissima. Alcune pagine sono bellissime, mi
riferisco soprattutto al dialogo di Airam con Quinto Cornelio e dove
descrivi l'incalzare della violenza subita dalle donne a opera dei
romani. L'idea di romanzare la nostra storia è talmente indovinata e
la tua prosa è talmente efficace che mi sono trovato alla fine, e non
ci potevo credere, che non ci fossero altri fogli. Sarebbe perfetto
se tu mi confermassi che questo è solo il primo capitolo, e che ne
seguiranno almeno altri 11! (...) C'è fame di storie nuove, di saghe
mai lette e quella del nostro popolo la devi scrivere tu, si sente
che l'ami profondamente.