domenica 8 novembre 2009

La copertina de L'ULTIMA JANA

La copertina di un libro è il vestito buono, il “vestito della festa” e, come tale, deve essere curata. Nella sua realizzazione ci deve essere tanto amore quanto se ne è elargito nella stesura del contenuto.
La copertina de L'ultima jana è stata fatta da Federico Deidda, fotografo nato a Cagliari nel 1959 e attualmente impiegato nella sede del quotidiano Il Centro di Pescara. Come si legge dal sito lnx.aternumfotoamatori.it:
“esce dal pancione di sua madre già con gli attacchi a baionetta sugli occhi, in modo da ospitare diverse focali e divertirsi a mettere a fuoco, pigiare pulsanti e accendere luci. Cresce come un estroso giocoliere, usando la fotocamera per cavare dalla tuba grosse orecchie di coniglio, appallottolarle giravoltarle e farne il suo sguardo sul mondo.Ora, col digitale e l'età che avanza è diventato autentico fotorroico, un divoratore di scatti che inghiottisce in una progressione a dirotto, scatti su scatti su foto su istanti, una sequenza frenetica e smaniosa che vedrebbe il suo naturale epilogo nello scoppio festoso di mortaretti e tric e trac. Federico è un fotografo che rovista nel mondo per sorprendersi, cerca nelle persone la meraviglia, guarda nel fungo che vien su, prima fotografa la cicoria e poi se la mangia, vede in uno scorcio un’emozione e cerca subito di condividerla con gli altri. Le sue fotografie si riconoscono perchè sono curiosità per la vita e instancabile viva curiosità”.
Mi sono affidata a lui conoscendo le sue doti di fotografo ma anche di grafico e, quando stava elaborando la copertina per il mio romanzo, mi disse: ”Ho riflettuto molto sulla copertina. Non è facile rappresentare l'ultima jana senza cercare di farne vedere una. In tutte le prove che ho fatto la copertina aveva un tono troppo fumettistico o troppo «per bambini». Ho quindi pensato di puntare su una fotografia emblematica, un particolare che faccia pensare o sognare, piuttosto che un luogo preciso come Ussàssai o Sàdali. Nella proposta che ti allego (in versione bianca e nera) ho scelto una fotografia che amo molto. E' l'immagine di un campo di grano mosso dal vento, con in mezzo, seminascosto, ma visibile, un solitario papavero rosso.
Penso che il fiore possa rappresentare bene la jana, costretta a stare celata, ma piena di passione, in movimento armonico col genere umano rappresentato dalla moltitudine di spighe. Il grano e il fiore possono raccontare anche il pane e il lievito ecc.”.

E oggi posso dire: grazie Federico per questo bel lavoro!

Nessun commento: