domenica 4 settembre 2011

Commento di Vittorio Frau a L'ultima jana di Pia Deidda

Vittorio Frau, autore di Gabriel e il mostro

Un libro bellissimo. “L’ultima Jana” di Pia Deidda, trasporta il lettore in una Sardegna che non c’è più ma continua a vivere nei cuori dei tanti che ne ricordano le tradizioni, i miti e soprattutto le leggende, tramandate forse durante le lunghe serate invernali, quando la gente si riuniva ad ascoltare i racconti degli anziani davanti al fuoco scoppiettante dei caminetti. Proprio da una di queste leggende, ambientata in una grotta realmente esistente a Sàdali, nasce “L’Ultima Jana”, una storia ricca di magia e sentimento, dolce e amara nello stesso tempo. Tradizionalmente le Janas, le piccole fate della mitologia sarda, sono permalose, vendicative e poco inclini a mischiarsi con gli uomini. La Deidda inserisce con maestria nella leggenda la figura di Cicytella, una Jana diversa dalle sue tre sorelle, completamente dedite alla preparazione di manicaretti e chiuse nella loro egoistica esistenza, senza neppure considerare che all’esterno della grotta in cui vivono c’è un mondo al quale potrebbero dare tanto. Cicytella è curiosa, ama studiare i ritmi della vita nel paese, la gioia delle feste di piazza e l’angoscia causata dalle malattie che in quegli anni, spesso, mietevano troppe giovani vite. La fata soffre, il suo animo buono, ribelle, la porta a rompere gli schemi e salvare da morte certa un bambino verso il quale prova un inusuale sentimento d’affetto. Durante i suoi continui, curiosi viaggi, accade l’imprevedibile, Cicytella s’innamora di Elias, un umano, un poeta che racconta storie antiche e bellissime. Sembra un amore impossibile, uomini e janas non possono stare insieme. Cicytella non capisce perché, non vede nulla nel mondo degli uomini che possa giustificare un tale netto divieto, tuttavia sembra rassegnarsi al volere di disegni troppo grandi anche per una fata e fa di tutto per dimenticare il suo amore. L’autrice sembra a questo punto - facendo riferimento alla leggenda che si racconta a Sadali - sottolineare l’idea secondo la quale il bene e il male non sono retaggi assoluti di janas o di umani, e lo fa facendo intervenire un’entità suprema che punisce duramente il male e premia il bene, l’amore assoluto.

L’Ultima Jana è un libro ricco di splendide descrizioni di luoghi, di vita semplice e di magia, nel quale l’autrice ha il grande merito di riuscire a rompere le netta linea di demarcazione che nella mitologia separa i due mondi, mettendo al di sopra di essi l’amore cosmico, universale, inarrestabile.

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