mercoledì 19 ottobre 2011

Parliamo di plagio artistico

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Torino 18 Novembre 2011
Si è fatta viva la persona di cui ho parlato in questa mia nota e mi ha chiesto addolorata con molta umiltà scusa rammaricandosi per quanto accaduto: “ (...) girando per il web mi sono resa conto con quanta faciloneria ci si appropria di immagini e pensieri altrui senza rendersi conto della gravità del gesto, ma sono sicura che spesso e volentieri tutto viene fatto con candore come era successo a me tanto tempo prima. Queste cose le ho capite solo adesso conoscendo questo mondo fatto di scrittori e poeti veri. Adesso capisco che chi immette in rete del materiale di qualsiasi genere deve essere ben consapevole che può verificarsi una qualche forma di appropriazione. Dicendo questo non voglio assolutamente giustificarmi, voglio semplicemente dire che in rete il rischio di cedere alla tentazione di un plagio è più frequente ... e forse un tantino più comprensibile e più giustificabile (...)”. Come mi ha fatto osservare mio figlio, giovane ma veterano navigatore nel web, spesso involontariamente e inconsciamente scindiamo quello che è virtuale da ciò che è reale. Il virtuale ci appartiene in quanto proprio virtuale. Il mio giovane figlio sostiene la testimonianza della “persona” e crede nella sua buona fede.

PARLIAMO DI PLAGIO ARTISTICO
Plagio. Per chi ama il momento creativo e la ricerca del Bello, quello eterno e che sfonda cervello e cuore e anima, è una parola orrifica. Chi conosce la fatica sottesa a qualsiasi produzione artistica vede il ladro di idee, versi, musiche, immagini e parole come ad un ignobile essere mistificatore. E chi scopre il plagiatore resta doppiamente offeso e amareggiato e ferito se colui è stata anche persona conosciuta e ammirata e stimata fino a quel momento.
Il plagio è ladrocinio dell'opera creativa altrui. Atto fatto senza scrupolo per appropriarsi del Bello altrui e donarlo agli altri senza pudore alcuno.
Plagio è quando si firma un'opera che non ci appartiene.
In questi giorni spinta più da una intuizione che da un concreto dubbio (aiutata anche da una discussione nata qui su FB) ho messo in Internet alcuni stralci presi qua e là da versi postati da una persona da me frequentata da tempo in questo spazio di FB. La ricerca ha avuto come riscontro la squallida scoperta che quei versi si ritrovano in siti e blog presenti sulla rete da tanti anni.
Ma è l'ingenuità a spingere una persona a pensare di non essere prima o poi scoperta? Penso che il narcisismo e l'egocentrismo possano spiegare atti che pensiamo siano gestibili solo da noi stessi, sminuendo l'intelligenza altrui.
Il plagio, sia chiaro, è atto illegale! Il furto di proprietà intellettuale è immorale!
Che consigli dare? Eccone alcuni:
  • qualsiasi poeta o scrittore deve mettere il simbolo di copyright © vicino al proprio nome e cognome e all'anno di creazione quando posta qualsiasi opera.
  • Apra un blog personale dove riscrivere tale opere (risulterà la data di pubblicazione).
  • Ogni tanto si faccia un giro su Internet a cercare se c'è stato qualche mistificatore che ha rubato l'opera: basta mettere qualche verso significativo in Google (ottimo motore di ricerca) e vedere se compare in altro spazio virtuale.
E, invece, mi auspico che chi utilizza stralci, o brani, o versi, di qualcun altro apponga non la propria firma ma citi la fonte: artista, titolo e anno.

Mi è stato chiesto di denunciare la persona ma non lo farò per vari motivi, uno dei principali è che non sono la sola ad averla apprezzata. Non voglio che gli altri contatti di FB si sentano anch'essi offesi, traditi, amareggiati come lo sono io in questo momento. E veramente tanto.
Se avesse scritto un'opera cartacea l'avrei denunciata all'autorità competente. Mentre invece in Internet chiunque potrà smascherarla se vorrà utilizzando il mio stesso sistema d'indagine.

Pia Deidda © 2011
I più bei interventi in FB:
Penso che se uno fa questo, a meno che non debba conseguire una votazione ad un esame, esprime la convinzione che essere scrittori sia sintomo di maggiore intelligenza, visibilità, fascino, che serva forse anche a rafforzare la propria identità interiore, paradossalmente attraverso modalità del tutto apparenti e superficiali, e che debba conferire prestigio a chi scrive. Questo è il danno più grave per me, perché invece uno scrittore ha un anima più simile a un fuscello sperduto e trascinato in balia del vento, e le sue parole sono rare folate di voci disperse che qualche volta riescono a compiere il miracolo di giungere a farsi ascoltare in momenti che lui forse neppure sa. (M.R. Verdicchio)

1 commento:

Mirella ha detto...

Usurpare l'arte di un altro,crea contrasti nella qualità dei lavori e alimenta la falsità dell'artista. Credo che sia disdicevole e dannoso sia per chi si appropria e per chi viene derubato