mercoledì 18 aprile 2012

PERCHE' I CRISTIANI NON VIVONO PER IL “CARPE DIEM”

PERCHE' I CRISTIANI NON VIVONO

PER IL “CARPE DIEM”


Nella nostra società é sempre più diffuso un modello di vita che vede nel cogliere adesso e subito, costi quel che costi, con qualunque mezzo, la felicità immediata. Ora e subito. Carpe diem, cogli l'attimo, non fartelo sfuggire. E spesso diventa, per tanti, un mordi e fuggi. La vita viene considerata come un insieme di attimi, di occasioni, che vanno spesi di volta in volta, senza un progetto a lunghe scadenze, spesso a discapito delle persone che ne vengono coinvolte emotivamente, sentimentalmente, umanamente. Mi ha colpito una frase dell'attore Roberto Benigni detta all'ultimo Festival di Sanremo riferendosi all'amore (e agli ideali): “Quando si ama non è una cosa effimera, è una cosa eterna (...). Non si vive per il carpe diem, che è una cosa tristissima, si vive per un attimo eterno, per sempre”. Bellissima definizione data da un laico. Ma, per noi cristiani perchè non è morale affidarsi a scelte “fuggenti”, a rapporti “liquidi” ,come ben spiega il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman, a momenti dove si vive il presente non pensando al futuro?

Lasciando ad altri ambiti lo studio della filosofia derivante dalla poetica di Orazio che è alla base di questa frase, cerchiamo di comprenderne il significato odierno per poter sfuggire da questa mentalità ormai dominante che ci allontana dal vivere cristianamente.

Per capire meglio ho intervistato il prof. Ciro Barra, insegnante di Religione Cattolica, nella scuola superiore, il quale mi ha detto:«Per i cristiani il "kronos" non è lo scandire del nulla che incombe, e che dunque va esorcizzato con l'esaltazione e la fruizione senza limite dell' "eterno attimo presente" (il "carpe diem" di chi brucia l'attimo presente in una nostalgia mai colmata), per i cristiani il kronos è abitato dal kairòs, dal tempo della "grazia", dal dono della Trinità che si dona...Per un cristiano il "carpe diem" andrebbe sostituito con l'avverbio greco "takùs" (subito, immediatamente), che descrive l'atteggiamento dei discepoli nel Vangelo alla chiamata di Gesù (...e subito lasciate le reti lo seguirono)...Il kronos è per i cristiani un kairòs nel quale incontrare il Signore, nel quale costruire la "città" dell'amore, nel quale intessere relazioni piene di vita vera...Per un cristiano il kronos/kairos è il tempo che si immette nell'escathòn [incontro finale con Dio dopo la morte, ndr]. Dunque, o cristiano di ogni luogo, cogli pure l'attimo, ma non nella nostalgia che si affaccia sul nulla, ma nella consapevolezza che ogni attimo, ogni istante della vita può essere abitato dal kairòs dell'incontro con il Risorto».

In questa ottica, che ribalta il concetto egoistico di sfruttamento delle occasioni e degli incontri che la vita ci offre, per cercare una felicità che spesso è effimera, come cristiani non possiamo non partire dalle parole di Gesù: «Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6, 24)

© Pia Deidda 2011

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