domenica 12 aprile 2015

Venerdì Santo al Pronto Soccorso del Maria Vittoria di Torino


VIA CRUCIS AL PRONTO SOCCORSO

Passare il Venerdì e il Sabato Santo al Pronto Soccorso di Medicina del Maria Vittoria di Torino per motivi di salute è esperienza che ti avvicina al dolore dell'uomo, alla sua sofferenza, alla sua piccolezza, più di una Via Crucis.
E' esperienza che ti richiama, come un memento mori, alla nostra fragilità umana. In un pronto soccorso vedi le malattie davanti a te sfilare come in un manuale medico di pronta consultazione.
E quante se ne vedono passare in 24 ore dove il diritto alla segretezza, e al senso del pudore, è negato da un servizio sanitario arrivato al limite dell'umana decenza degenza!
Immaginate un camerone (sarebbero due ma senza porta diventa unico), con tre tavolinetti postazione computer medici-infermieri al centro senza schermo alcuno, che alla notte si riempie di 50 lettini-barelle, maschi e femmine insieme, a due dita di distanza, senza separazione (le tende bianche volanti non sono funzionali a coprire lateralmente): cosa può vivere, vedere e sentire un malato?
Esiste un ipotetico quinto mondo?
Chi entra al Pronto Soccorso del Maria Vittoria ha il tempo di vederlo e di viverlo.
Encomiabile il lavoro estenuante di medici e infermieri che nel loro turno non si fermano un attimo, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Anzi, alcuni medici si fermano oltre il dovuto delle loro ore, ben oltre il cambio.
Inutile dire che per 50 pazienti il loro numero è insufficiente.
Può reggere una sanità così?

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