domenica 26 gennaio 2020

La scuola delle competenze (2)

Io ho vissuto una vita fra i banchi di scuola. La scuola è la mia vita. Finita l'università avrei potuto fare l'architetto ma ho deciso che solo nella scuola avrei trovato la vera strada professionale più confacente alla mia natura.
A quattro anni disegnavo fumetti e molte delle storie che raccontavo erano ambientate fra i banchi scolastici. Mia madre spesso mi portava in classe con le sue alunne e io ero affascinata da quel mondo.
L'ambiente scolastico è molto cambiato negli anni e trovo spesso molto mortificanti certe dinamiche arroganti che la legislazione ha innescato. Ma i pochi anni che ho ancora da vivere in questa realtà, prima di andare in pensione, sono dettati dalla stessa passione di sempre. Quando entro in classe, con i/le miei/mie alliev*, lascio alle spalle questo pesante fardello. E li ringrazio. Perché tanto do io tanto ricevo da loro, in passione, entusiasmo, interesse, sensibilità, amore del bello, accettazione dell'umana fatica e degli errori, lavoro nel percepire il vissuto e capire la realtà che ci circonda.
In questi giorni ho lavorato in alcune classi partendo dal film documentario Waste Land che narra dell'intervento artistico di Vic Muniz nella allora (anni 2007/2009) più grande discarica urbana del mondo a Rio de Janeiro.
Sono stati momenti intensi, un mondo altro da noi si è aperto ai loro occhi. Tantissime e profonde le riflessioni che ne sono emerse.
L'efficacia artistica dell'opera di Muniz ci ha fatto parlare del ruolo dell'arte oggi, della realtà delle favelas, della disparità sociale e del consumismo, del problema dell'accumulo dei rifiuti e del loro riciclo, dell'eticità nelle scelte di vita dei protagonisti, del valore umano emerso, dei pregiudizi che ci accompagnano. Muniz stesso dice di essere partito arrogante e di essere arrivato alla fine cambiato da questa esperienza.
E siamo sempre tutti un po' cambiati quando usciamo dall'aula.
Grazie ragazz*

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