NON PIU' SCUOLA MA AGENZIA PUBBLICITARIA?????
di Quinto Carmelo Liprino
Qualche mese fa avevo appreso dalla trasmissione radiofonica CATERPILLAR, la proposta fatta dall'assessore all'istruzione Pompeo della neo provincia Trani-Andria-Barletta di dare la possibilità ai privati di comprare alle scuole banchi e sedie in cambio della possibilità di affiggere sugli stessi targhe pubblicitarie.
Sul momento ho pensato che fosse la solita notizia provocatoria rilanciata dai conduttori della trasmissione visto il tono serio-sarcastico tenuto durante l'intervista al promotore della iniziativa.
La sera stessa la notizia è stata data sul notiziario RAIi della seconda rete; ho ancora pensato ad un ulteriore rilancio di informazioni bufale.
Oggi 5 novembre 2010 apprendo, leggendo su di un settimanale, che la proposta da me creduta (o forse sperata) provocatoria sta per essere concretizzata a tal punto da aver stabilito gli standard degli slogan e gli eventuali costi degli stessi.
Non vi nascondo che questa cosa mi ha lasciato a bocca aperta e tanta rabbia dentro.
La scuola deve formare le future generazioni e non permettere l'intromissione di soggetti che per definizione hanno lo scopo di plagiare gli individui come possono essere i mezzi pubblicitari.
Nell'età evolutiva i ragazzi possono essere soggetti molto fragili, facilmente condizionabili e sono già aggrediti per buona parte della giornata dalle false informazioni pubblicitarie; la scuola è una piccola parentesi di “disintossicazione” da tutto ciò, se cade anche questo filtro noi ci ritroveremo un mondo di fantocci e non di uomini. Già adesso la scuola si trova a lottare una battaglia improba contro le nuove e stupende tecnologie ma utilizzate, sotto la spinta dei messaggi pubblicitari, in modo stupido dai ragazzi (il telefonino, ad esempio, non è più uno strumento di comunicazione ma uno status simbol e quindi si deve sempre possedere l'ultimo modello per essere al pari o meglio degli altri).
E' vero che di fronte ai tagli che sono stati fatti sulla scuola pubblica, gli enti locali non sanno più dove prendere i soldi per la gestione ordinaria delle scuole, ma come avviene spesso in Italia quando si prospetta la necessità di una riduzione della spesa pubblica la fantasia dei nostri amministratori viene meno e non riesce a vedere dove sono i veri sprechi.
Posso dare alcuni suggerimenti che mi sono venuti in mente leggendo questo articolo?
Le provincie non dovevano essere abolite da tempo? Che necessità si aveva di creare una nuova provincia Trani-Andria-Barletta con una popolazione di 390.000 cittadini? (solo la città di Torino conta 910.000 abitanti). Quanti banchi e sedie si sarebbero potuti comprare con i soldi risparmiati dalla mancata creazione delle nuove inutili provincie che sono spuntate come funghi in tutta Italia?
Se proprio dobbiamo far entrare la pubblicità nella scuola perchè il consiglio dei ministri non affida alle scuole le “Pubblicità Progresso” indirizzate ai giovani invece di trasmetterle sulle televisioni tra una merendina ed un paio di tette? I soldi pagati alle televisioni non potrebbero servire a comprare banchi e sedie ed altro nelle scuole?
Mi fermo qua per non essere noioso ma penso che i sistemi per trovare altre modalità di risparmio sono tantissimi. Faccio ancora un esempio: il risparmio sulla spesa pubblica potrebbe passare anche attraverso il risparmio energetico (specialmente per quelle sedi situate in località a climi più rigidi) ammodernando gli impianti di riscaldamento con sistemi di controllo automatico della temperatura e facendo gestire gli impianti alle stesse scuole per evitare la trafila burocratica che comprende il dirigente scolastico....che dà ordine all'ufficio tecnico della scuola....che telefona in provincia....che comunica alla ditta che gestisce l'impianto....che il giorno 22 febbraio fa caldo ed i ragazzi spalancano le finestre e quindi sarebbe il caso di abbassare la temperatura. Quando la ditta recepisce il comunicato e decide di intervenire sono passati due tre giorni e magari la temperatura si è nuovamente abbassata (essendo febbraio). Questo può sembrare esagerato ma sapete quanto può incidere una giornata di riscaldamento su una scuola di medio-piccole dimensioni? Da 400 a 700 m3 di metano per un costo che varia da 300 a 500 euro! Provate a moltiplicare per tutte le scuole di Torino!
Invito ai dipendenti pubblici eletti (più o meno) dai cittadini come amministratori della “CASA pubblica”: prima di fare una proposta fatevi una domanda “quello che sto per proporre porta un interesse a me o ai cittadini che rappresento?” .
Quinto Carmelo Liprino
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