martedì 22 maggio 2012

“L'ultima jana” come lettura nelle scuole

“L'ultima jana” come lettura nelle scuole

In questi anni più scuole, soprattutto in Sardegna e Piemonte, hanno adottato i miei romanzi come “ libro di lettura”. Per me una grande soddisfazione professionale: sentire i commenti e le critiche dei ragazzi mi dà la carica per continuare a scrivere dando senso al mio operato.

Ecco due “recensioni”, scritte da allieve della classe terza dell'Istituto Flora di Torino, che mi hanno particolarmente colpito.

Martina Mancuso
     Un libro bellissimo che trasporta il lettore in una Sardegna che non c'è più ma continua a vivere nei cuori dei tanti che ne ricordano le tradizioni, i miti e soprattutto le leggende, tramandate forse durante le lunghe serate invernali, quando la gente si riuniva ad ascoltare i racconti degli anziani davanti al fuoco scoppiettante dei caminetti. Proprio da una di queste leggende, ambientata in una grotta realmente esistente a Sàdali, nasce “L'ultima jana”, una storia ricca di magia e sentimento, dolce e amara nello stesso tempo. Tradizionalmente le janas, le piccole fate della mitologia sarda, sono permalose, vendicative e poco inclini a mischiarsi con gli uomini. La Deidda inserisce con maestria nella leggenda la figura di Cicytella, una jana diversa dalle sue tre sorelle, completamente dedite alla preparazione di manicaretti e chiuse nella loro egoistica esistenza, senza neppure considerare che all'esterno della grotta in cui vivono c'è un mondo al quale potrebbero dare tanto.
     Cicytella è curiosa, ama studiare i ritmi della vita nel paese, la gioia delle feste di piazza e l'angoscia causata dalle malattie che in quegli anni, spesso, mietevano troppe giovani vite. La fata soffre, il suo animo buono, ribelle, la porta a rompere gli schemi e salvare da morte certa un bambino verso il quale prova un inusuale sentimento d'affetto. Durante i suoi continui, curiosi viaggi, accade l'imprevedibile, Cicytella s'innamora di Elias, un umano, un poeta che racconta storie antiche e bellissime. Sembra un amore impossibile, uomini e janas non possono stare insieme. Cicytella non capisce perchè, non vede nulla nel mondo degli uomini che possa giustificare un tale netto divieto, tuttavia sembra rassegnarsi al volere di disegni troppo grandi anche per una fata e fa di tutto per dimenticare il suo amore.
     L'autrice sembra a questo punto – facendo riferimento alla leggenda che si racconta a Sàdali – sottolineare l'dea secondo la quale il bene e il male non sono retaggi assoluti di janas o di umani,  lo fa facendo intervenire un'entità suprema che punisce duramente il male e premia il bene, l'amore assoluto.
     “L'ultima jana” è un libro ricco di splendide descrizioni di luoghi, di vita semplice e di magia, nel quale l'autrice ha il merito di riuscire a romprere la netta linea di demarcazione che nella mitologia separa i due mondi, mettendo al di sopra di essi l'amore cosmico, universale, inarrestabile.
     Cicytella ha la caratteristica di saper volare al di sopra delle miserie umane, sa amare e soffrire come qualsiasi essere umano. Non ha paura di toccare il dolore con le mani e non ha paura di seguire la sua metamorfosi del cambiamento e della crescita come qualsiasi donna.
      Elias l'amato è commovente per la sua gentilezza, educazione, rispetto e pazienza.
      Le sorelle di Cicytella, dispettose e golose, schive al genere umano ma così vicine al carattere dei sardi.
    Infine gli scenari misteriosi della Sardegna, in particolare i paesaggi dell'Ogliastra (e Barbagia ndr), raccontati in modo tale da sentire i profumi della vegetazione e il rumore dello sbattere delle onde del mare.
    Questo romanzo è una poesia di suggestioni e ricordi, di nostalgia e profumi.

Federica Sgorbassa
     Il racconto è pulito, non volgare, poeticissimo, da raccontare a grandi e piccini. E' un racconto stracolmo di valori: solidarietà, amore umano, amore per l'ambiente, rispetto per le tradizioni... Cicytella non la si scorda facilmente, pur avendo molteplici sfacettature come personaggio!
     Ella viaggia tra il mondo fatato a cui appartiene e il mondo umano che tanto l'affascina.
     Notevole è la descrizione dei paesaggi nei quali è facile affacciarsi.
     Curioso è il richiamo alle tradizioni sarde come, ad esempio, la preparazione del pane, dei dolci, di alcuni rimedi medicamentosi, il tutto con un'armonia e delicatezza incredibili.
     Questo racconto è una favola bellissima, piena di sentimento, capace di sprigionare calore umano e tenerezza. Leggere questo libro fa star bene, ci fa sentire tutti un po' magici, un po' bambini e un po' uomini. Non mi resta che dire Grazie all'autrice per avermi ricordato che è l'Amore la più grande forza e risorsa di ogni essere.
     Ringrazio l'autrice per aver dato forma e vita al personaggio di Cicytella, che sa volare al di sopra delle miserie umane, ma sa anche amare e soffrire come qualsiasi essere umano. E non ha paura di pagare il salatissimo costo dovuto alla possibilità di una metamorfosi, del cambiamento, della crescita.
     Mi ci posso identificare come donna, come tutte le donne.

GRAZIE RAGAZZE!


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