Era
il 2007 quando, grazie all'Associazione Amici di Hierapolis e a
Donatella Ronchetta, venne pubblicato il romanzo breve “Rubia”;
in quella occasione venivano ricordati con una mostra, allestita
nella Facoltà di Architettura di Torino, i 50 anni dell'attività
della Missione Archeologica del Politecnico di Torino a Hierapolis di
Frigia (Pammukale-Turchia) e i 20 anni dell'attività
dell'Associazione Amici di Hierapolis.
Fin dalla sua
fondazione l'Associazione ha assunto il duplice ruolo di divulgazione
e di sostegno finanziario e professionale: organizzando
pubblicazioni, convegni e mostre su progetti e realizzazioni della
Missione di Hierapolis; reperendo fondi per i lavori di scavo e
restauro; garantendo l'apporto di competenze specializzate sia nel
lavoro sul campo sia nella successiva rielaborazione dei dati;
favorendo gli studi di tanti giovani che hanno potuto operare sul
campo.
L'attività
dell'associazione si chiuderà però quest'anno. Ha svolto per anni
il suo importante ruolo ma, come tutte le umane cose, in un momento
contingente diverso, dovrà concluderà il suo operato.
E, con grande
dispiacere scrivo, queste righe di commiato.
Il mio romanzo resta a
ricordo dei quegli anni e di quell'impegno. Lo scrissi nell'estate
del 2006.
Nelle
note finali si può leggere:«La
storia è di pura invenzione e ispirata da alcuni resti presenti nel
sito archeologico di Hierapolis di Frigia Turchia. Hierapolis è
stata una importante città greco-ellenistico e romana dell'Asia
Minore. La sua presenza fu obnubilata perché, a causa del lento
abbandono avvenuto nei secoli, fu ricoperta da uno strato di duro
calcare dalle acque sgorganti dalle sue numerose sorgenti non più
incanalate dall'opera dell'uomo. Dal 1957 l'operato degli archeologi
della Missione Archeologica Italiana la sta riportando gradatamente
alla luce. Molti sono gli archeologi, gli architetti, gli specialisti
e gli studenti che si sono avvicendati con passione nei lavori di
scavo e di ricerca portando parzialmente alla luce una delle più
notevoli testimonianze del mondo antico. A questo proposito non si
possono non ricordare Paolo Verzone – iniziatore degli studi e
delle indagini – Daria Ferrero De Bernardi e Francesco D'Andria, i
tre capi missione che si sono avvicendati e hanno guidato i lavori
con professionalità e impegno in questi cinquanta anni»
e, a proposito della storia che intitolai “Rubia e dei suoi
personaggi, scrissi:«L'ergastes
T. Flavio Zeusi è veramente vissuto; sono presenti testimonianze
della sua esistenza a Hierapolis alla fine del I sec. d.C. nella
tomba monumentale che si fece costruire nella necropoli a Nord della
città. Nell'iscrizione marmorea che fece apporre sulla porta
dell'elegante edificio sepolcrale – che gli archeologi hanno
chiamato Tomba del viaggiatore – si ricordano con orgoglio i
numerosi viaggi che egli compì per scopi commerciali nell'area
mediterranea: ben settantadue volte doppiò la punta meridionale del
Peloponneso alla volta dell'Italia. Anche Maximilla Neratia è
esistita, anche se non si hanno notizie sicure della sua persona; di
lei si conserva il sarcofago di marmo bianco con coperchio a due
spioventi e decorazioni con palmette e dischi rinvenuto nell'area
della tomba di Flavio Zeusi. Dentro il sarcofago sono stati ritrovati
due anellini sottili d'oro, un piccolo orecchino con perla e un disco
d'osso forato. Sul sarcofago si legge l'iscrizione incisa “Makrinos
Philadelphos seppellì in questo monumento ancestrale il corpo di
Neratia Maximilla, sua sposa; la famiglia Philadelphoi ha la tutela
di questa tomba”. I resti di un frantoio sono stati recentemente
ritrovati adiacenti alla tomba di Flavio Zeusi».
La
storia d'amore fra i due protagonisti è diventata pretesto per
descrivere la città nel periodo del suo massimo fulgore; Hierapolis
era famosa al tempo per la produzione di tessuti tinti con la robbia,
pianta vegetale che ha dato titolo al romanzo: Rubia, da
rubia tinctorum.
Chi
fosse interessato all'acquisto del libro può contattarmi
privatamente. Il suo costo è di 8 Euro spese postali incluse.
pia.deidda@hotmail.it
Nessun commento:
Posta un commento