lunedì 19 gennaio 2009

Per L'ultima jana

PIA DEIDDA, L'ultima jana, Fabriano Edizioni, 2008

Questo romanzo è nato dall'amore e dalla nostalgia. Quando, trentun anni fa, lasciavo la Sardegna per andare via, per raggiungere l'autonomia, spinta da un desiderio di libertà, non sapevo che stavo costruendo con questa fuga, invece, la via del ritorno.
La Sardegna la capisci quando sei via perchè non la ritrovi da nessuna parte.
La nostalgia la senti così forte quando sai che non ci sarà un ritorno.
E, ad un certo punto della mia esistenza, trasportata da sentori e colori di questa terra, ho voluto scrivere una fiaba. Una fiaba, perchè? Me lo sto ancora chiedendo.
Forse è per costruire un ponte immaginario fra il qui, dove sono ora, e il là, l'isola del sogno. Il ritorno diventa per me memoria.

Uno stralcio dal libro:

1

Mondi paralleli, ma non troppo


Cicytella correva veloce verso casa, doveva raggiungere le sorelle prima dell'alba. Era andata in paese a prendere il lievito perché era il giorno in cui si faceva il pane che avrebbe dovuto durare per una quindicina di giorni. Avrebbe potuto usare il potere del volo facendo staccare i piedi da terra ed estraendo le piccole ali nascoste sotto le pieghe della blusa bianca plissettata. Avrebbe fatto sicuramente più in fretta e non avrebbe sentito borbottare le sorelle del suo ritardo. Come sempre avrebbe dovuto giustificare la sua permanenza, prolungatasi più del dovuto, giù a Sàdali. Ma, come far capire alle sue sorelle che a lei piaceva particolarmente il paese di notte? Soprattutto saperlo ascoltare, con i suoni che lo caratterizzavano. I suoi rumori, che interrompevano il buio silenzio, con i gatti che miagolavano il canto dell'amore, con le galline che starnazzavano quando sentivano l'avvicinarsi della faina, con i cani che abbaiavano in coro di rimando senza saperne il perché, con i vagiti dei piccoli d'uomo che si svegliavano affamati e le nenie che le mamme cantavano per farli riaddormentare dopo la poppata. Ma, soprattutto, le piaceva sentire lo scrosciare dell'acqua delle tante fontane e cascatelle disseminate in tutto il paese. Era un rumore fresco e cristallino, di una sonorità umida e ritmata. Dono prezioso di su Creadòri che aveva generosamente elargito di preziose e ricche fonti questo piccolo paese di montagna. Paese d’acque.

Il libro a Torino è in vendita nelle librerie:


Libreria Fogola “Dante Alighieri”

Piazza Carlo Felice, 15


Libreria Setsu Bun

Via Cernaia 40/M


Libreria Montegrappa

Corso Montegrappa angolo Via Medici

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