mercoledì 28 aprile 2010

La sindone per me


Stamattina vado con mio marito a vedere la sindone. Non è la prima volta che la vedo ma è già la terza occasione da quando sono a Torino.Per me, recarmi oggi al Duomo, non è atto di fede. Come credente l'autenticità o meno di quel telo non cambia niente al mio credo.Però, come sarebbe bello se fosse LUI!

Torino 28 Aprile 2010

Siamo in tanti in questa lunga coda a serpentina che si snoda da due ore. Siamo venuti da vicino e da lontano. Siamo vecchi adulti giovani bambini eterosessuali omossessuali transessuali abili disabili sani malati credenti atei agnostici cattolici ortodossi protestanti ricchi poveri benpensanti malpensanti peccatori santi borghesi proletari onesti disonesti golosi bulimici anoressici accidiosi attivi lussuriosi vanitosi semplici timidi irosi calmi nervosi nevrotici superbi modesti avari generosi invidiosi pacifisti guerrafondi razzisti permissivisti assassini ladri usurai bestemmiatori punk emo dark eleganti disordinati sporchi puliti drogati alternativi silenziosi chiacchieroni sbruffoni. Siamo qui con i nostri errori, i nostri peccati, le nostre mancanze, le nostre incomprensioni, le nostre debolezze, le nostre incongruenze, le nostre incoerenze.
Siamo qui con la nostra umanità.
Siamo in tanti in questa strada che sotto l'afa di mezzogiorno sta diventando calvario. Siamo venuti a vedere l'Uomo della sindone. Uomo piagato e martoriato che diventa icona della sofferenza. Umana icona della nostra sofferenza. "Davanti a quel telo di lino...medita anche per me sulle sofferenze dell'uomo" mi ha detto stamattina un caro amico. E ancora, un altro mi dice: " Pur essendo non credente, sono rimasto sempre affascinato da quel volto, le sofferenze dell'uomo personificate su un telo di lino, come se tutto il dolore dell'umanità si fosse condensato nelle trame di quel tessuto". E un'amica di rimando risponde: "E' questo il fascino, il mistero e la verità, la forza e la dolcezza del volto impresso in quel telo. Quel viso così intenso, così sofferente, così carico di umanità e di severa compostezza, di sfinimento e di dolore e di dolcezza è tutti noi, con addosso il carico dei dolori, delle sofferenze e degli errori (il carico più pesante in assoluto) di tutta l'umanità... Non può non essere LUI..".

Io cammino insieme a questa folla e mi sento parte di questa umanità che va alla ricerca. Perchè ad un certo punto mi commuovo - non guardando il telo ma questa varia umanità di cui faccio parte - e mi viene un groppo alla gola?

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